Il nome indicato dal MoVimento 5 stelle come presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche è già in bilico: Pierluigi Paragone, già conduttore de “La gabbia” su La7, non sarebbe infatti particolarmente gradito al Colle. Troppo schierato per rappresentare un ruolo istituzionale: questa la valutazione di Sergio Mattarella secondo quanto riferito da Libero, con il capo dello Stato che avrebbe espresso a Luigi Di Maio tutte le sue perplessità rispetto all’ipotesi che Paragone, storicamente ostile al sistema creditizio, possa presiedere la commissione. Di Maio, secondo il retroscena, in una telefonata che aveva lo scopo di evitare fraintendimenti, avrebbe insistito sul nome di Paragone ma allo stesso senatore non avrebbe fatto mistero che, viste le resistenze del Quirinale, sarà molto complicato farlo passare. Lo dimostra il fatto che durante la telefonata, Di Maio è passato da una posizione di “linea dura” su Paragone ad una ben più morbida alla fine della chiacchierata con Mattarella. (agg. di Dario D’Angelo)
CASELLATI CON MATTARELLA
La presidentessa del senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha commentato la decisione del capo dello stato, Mattarella, di istituire una Commissione di inchiesta sulle banche: «Condivido la preoccupazione del presidente Mattarella – dice la forzista ai microfoni del quotidiano Repubblica – perché la normativa sulla commissione d’inchiesta di vigilanza sulle banche deve essere come ogni altra interpretata. E vista la delicatezza della materia occorre che ciò avvenga rigorosamente, dentro il perimetro delineato dalla Costituzione». Secondo la stessa, è serio il rischio di «una destabilizzazione dei risparmiatori e di una pericolosa ricaduta sui mercati finanziari». Alla guida della commissione è stato proposto il giornalista ed esponente del Movimento 5 Stelle, ex Lega, Gianluigi Paragone: «Mi sembra opportuno che i componenti della commissione – commenta a riguardo la Casellati, senza però esporsi – siano scelti tra esperti del settore che con la loro sensibilità politica e giuridica sappiano affrontare con equilibrio un così difficile compito. Solo infatti la competenza e la professionalità possono scongiurare rischi di strumentalizzazioni politiche». Il capo dello stato aveva anticipato ieri mattina la decisione alla stessa Casellati nonché al presidente della Camera, Roberto Fico, poi nel pomeriggio ha firmato la legge. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
COMMISSIONE INCHIESTA BANCHE: MATTARELLA FIRMA LA LEGGE
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge che istituisce la commissione di inchiesta sulle banche. Ma è accompagnata da un’inconsueta lettura ai presidenti di Camera e Senato ricca di avvertimenti sul raggio di azione che avrà l’organismo bicamerale. Non è in discussione il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta, ma le analisi «non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia». Il Capo dello Stato chiede di evitare il rischio che la commissione d’inchiesta «si sovrapponga alla Consob». E non vuole interferenze dalla commissione con «il normale corso della giustizia», ricordando che Bce e Bankitalia sono indipendenti dai governi. Inoltre, bisogna fare «attenzione alla riservatezza dei dati», così da evitare il «rischio di riflessi sui mercati». Proprio sul fronte della riservatezza dei dati, Mattarella ha ricordato che l’ordinamento Ue «prevede che si osservino determinate cautele nella gestione delle informazioni sugli enti e gli istituti di credito in possesso delle autorità di vigilanza» e dispone che «le persone che hanno accesso alle informazioni siano soggette ad obblighi di segreto professionale». (agg. di Silvana Palazzo)
COMMISSIONE BANCHE, LE PREOCCUPAZIONI DI MATTARELLA
Nelle ultime ore si fanno pressanti dal Colle i dubbi in merito all’imminente Commissione d’inchiesta sulle Banche voluta fortemente dal Movimento 5 Stelle: in attesa del Def e delle possibili “richieste” di Lega e M5s (su tutti Flat Tax e Decreto Crescita, rispettivamente) il Presidente Mattarella si dice piuttosto “preoccupato” per quanto riguarda la Commissione Banche visto il possibile dito puntato che i pentastellati potrebbero lanciare contro la vigilanza di Bankitalia in questi duri anni di crisi banche in Italia. «Banca d’Italia deve essere al riparo da ogni governo e la sua indipendenza deve essere tutelata», è la linea imposta dal Quirinale tutt’altro che condivisa dal M5s e anche da parte della Lega. Ieri mattina il Presidente ha voluto richiamare il Presidente della Camera Roberto Fico, il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco per ribadire il proprio “messaggio” anche al Governo. A Mattarella non piace il nome circolato in queste ore per la presidenza della Commissione Banche, ovvero quel Gianluigi Paragone tutt’altro che “tenero” in passato nei confronti dei vari scandali Mps, Banche Venete e Carige.
RIMBORSI AI TRUFFATI BANCHE: PRESSING DI MAIO A SALVINI
La legge stessa sulla Commissione Banche è ancora ferma al Quirinale proprio perché Mattarella non vede di buon occhio l’istituzione di un comitato che si trasformi in processo sommario contro Bankitalia. Il Governo intanto vive l’alta tensione nel tentare di capire quali mosse poter prendere nelle prossime settimane per “sostituire” una manovra correttiva (che sarebbe un duro colpo d’immagine a Lega e M5s in campagna elettorale verso le Europee) con il Def e il “famoso” (ma per ora ancora fumoso) Decreto Crescita. Conte incontrerà settimana prossima Juncker e poi dirigerà, assieme a Mattarella, le mosse-paletti per incardinare il percorso istituzionale verso il nuovo Def. In tutto questo, oggi in una intervista a Repubblica Di Maio incalza Salvini e lo pressa sul fronte dei Decreti attuativi i rimborsi ai truffati delle banche (altro tema assai caro per il M5s): «è una questione di compattezza all’interno del governo. Il Movimento 5 stelle chiede di firmare i decreti nei prossimi giorni. Bisogna capire se la Lega è con noi. Non si tratta di convincere Tria, ma di esprimere chiaramente la posizione di chi ha i voti in Parlamento. Chiediamo la firma da settimane. Nelle prossime ore la situazione va sbloccata». Per un big M5s, in una “velina” all’Agi, è ora che Salvini non faccia scherzi «Basta invasioni di campo, serve lealtà. Se la Lega vuol far saltare il banco, noi potremmo governare anche con il Pd».