In attesa che Revenge Porn diventi legge, molto probabilmente nella giornata di martedì, c’è una donna vittima di un ricatto hard che sta portando avanti la propria battaglia legale sfilando un colosso come Facebook. Come riferisce Tgcom24.it, una 55enne di Lecce ha depositato presso la procura di Torre Annunziata (provincia di Napoli), una denuncia/querela nei confronti del padre del social network per eccellenza, Mark Zuckerberg. Il motivo? Facebook ha riattivato dopo due anni il profilo social che l’ex compagno della donna aveva utilizzato proprio per vendicarsi nei suoi confronti dopo la fine della relazione. Nel 2014 l’uomo, un cinquantenne di Pompei, aveva aperto a nome della donna un profilo Facebook attraverso cui pubblicava delle foto intime della stessa, ovviamente ad insaputa della 55enne salentina. Nel 2016 il pompeiano venne rinviato a giudizio con le accuse di sostituzione di persona, diffusione di immagini pornografiche e diffamazione aggravata, e in attesa della nuova udienza fissata il prossimo luglio, la donna ha voluto puntare il dito anche contro Facebook. L’avvocato della vittima ha spiegato al Corriere salentino il perché della denuncia: «Una riattivazione riconducibile all’inadeguatezza del sistema di controllo e di sicurezza predisposto dai vertici aziendali che, in Europa, dispone di un solo ufficio, situato in Germania». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



REVENGE PORN, MARTEDÌ SARÀ LEGGE?

Ancora pochi giorni poi il Revenge Porn diventerà legge. La giornata cruciale affinché la norma che preveda pene più aspre nei confronti di chi commette reati come la diffusione di video e foto hot, sarà quella di martedì, come del resto ha annunciato anche il vice presidente del consiglio, Luigi Di Maio: «Martedì voteremo sì». Dopo qualche intoppo avvenuto nella giornata di ieri, le parti in gioco sembrano aver trovato la quadra, e sono pronte alla nuova legge: «Il Parlamento faccia presto per portare avanti questo provvedimento – il comunicato della Lega sulla questione – in tempi rapidi, per dare risposte concrete ai cittadini. Serve un giro di vite, misure più forti per contrastare in maniera ancor più efficace questa pratica. E bisogna farlo il prima possibile». Significativa in particolare la presa di posizione del Premier Giuseppe Conte, che attraverso Facebook ha scritto: «Alcune forze di opposizione hanno già presentato un testo, anche le forze di maggioranza e il governo sono pronti: sarebbe importante che queste norme fossero votate subito, da tutti i parlamentari di maggioranza e opposizione. Una battaglia di civiltà deve trovarci tutti uniti… contro gli incivili».



REVENGE PORN, MARTEDÌ SARÀ LEGGE

Il massimo esponente dell’esecutivo chiama quindi a raccolta tutte le forze politiche d’Italia, indipendentemente dal colore, per portare avanti quest’importante battaglia in favore delle donne. Ma non mancano le polemiche, come sottolinea l’ex ministro del governo Renzi, Maria Elena Boschi, deputata del Partito Democratico: «Ma adesso che Conte, Di Maio, Spadafora hanno annunciato che voteranno con noi le norme sul revenge porn chi glielo spiega alle deputate grilline che ieri hanno votato contro tutto il giorno? La prossima volta potrebbero decidere da sole senza aspettare autorizzazione del Capo». Scontro in Aula a parte, il Revenge Porn sembrerebbe davvero vicino all’approvazione, e rappresenterà una grande svolta in tutela dei diritti delle donne. Una piccola rivincita anche per la povera Tiziana Conte, che non resse lo smacco di alcuni suoi video hot circolanti in rete, uccidendosi per la vergogna.

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