Dopo Istat e Poste, arriva un terzo “avviso” per tutti i beneficiari potenziali del Reddito di Cittadinanza che da domani si cimenteranno con le prime domande del sussidio su Poste Card: «Le prime risposte sul reddito di cittadinanza arriveranno in anticipo rispetto a quanto programmato», ha spiegato l’Inps, incaricata dal Governo di gestire proprio l’intera fase di verifica dei requisiti necessari per entrare nella platea dei beneficiari. L’Istituto gestito dal Presidente uscente Tito Boeri ha annunciato alla vigilia del via libera sul portale “Reddito di Cittadinanza” di poter trasmettere a Poste Italiane il flusso degli ordinativi di accreditamento sulle carte Rdc già dal 15 aprile 2019: in una lunga nota, l’Inps precisa anche l’esatto percorso da seguire per poter presentare le domande. La novità riguarda il fatto che negli scorsi giorni i Caf avevano anticipato come le prime risposte avrebbero potuto giungere dal 26 aprile prossimo, con dunque i pagamenti rimandati ad inizio maggio: ora però, con la novità dell’Inps, i primi saldi su Card RdC potrebbero anche arrivare ben prima.
POSTE ITALIANE, “TURNI IN ORDINE ALFABETICO”
Ieri era stato il turno dei Caf a intimare il pubblico a non presentarsi in massa la mattina del 6 marzo presso i vari sportelli, oggi sono le Poste Italiane che lanciano il medesimo messaggio: “venite in ordine alfabetico” lancia la proposta l’ad di PostePay Marco Siracusano. La proposta è quella semplice di turni per lettera, in ordine alfabetico, per presentarsi allo sportello a fare domanda del reddito di cittadinanza: «uno strumento pensato per dare un beneficio al cittadino, che può scaglionare quando si reca all’ufficio postale senza affollarsi il primo giorno». Resta comunque un’incognita visto che il 6 marzo è domani e le “tecniche” e “consigli” di maggiore distribuzione rischiano di essere un po’ in ritardo con la probabile corsa allo sportello che comunque avverrà domani mattina in mezza Italia. «Si tratta di una suddivisione in una decina di giorni che però è appunto suggerita per rendere più fluido un afflusso che nel primo giorno sarà sicuramente straordinario», rilancia ancora Siracusano rispondendo alle domande dei parlamentari nel corso dell’audizione su reddito di cittadinanza e Decretone in Parlamento. Da ultimo, «negli uffici postali esiste un’elaborata procedura di meccanismo automatico di approvvigionamento delle carte, direttamente in tutti i 13 mila uffici postali. Abbiamo provveduto a fare l’approvvigionamento negli uffici postali che sarà poi integrato».
ALLARME ISTAT: “SOLO 1 SU 3 CERCHERÀ LAVORO”
Una simulazione dell’Istat presentata in Aula sul Decretone Reddito di Cittadinanza-Quota 100 allarma nuovamente la maggioranza: due terzi dei beneficiari che potranno accedere al RdC non dovranno firmare il patto per il lavoro visto che l’assegno sarà erogato loro non in funzione dell’inserimento nel mercato occupazionale. Tradotto in termini semplici, il Reddito di Cittadinanza rischia di essere più uno strumento di lotta alla povertà che non un vero e proprio sussidio di disoccupazione, come del resto vanno dicendo da tempo i più critici alla misura anche all’interno della Lega: «La platea di persone interessate al reddito di cittadinanza è di 2,7 milioni di individui. Di questi, sono occupabili 897mila persone, oltre la metà tra i 45 e i 64 anni. La stragrande maggioranza è scarsamente scolarizzata: licenza media o nessun titolo di studio. In prevalenza Si tratta di disoccupati (492mila) e casalinghe (373mila). Gli extracomunitari sono circa 100mila», riporta Lettera43 sui dati presentati dall’Istat. Le domande scattano da domani ma i dubbi e i punti “irrisolti” restano tanti: sempre secondo l’Istituto di Statistica nazionale il Reddito potrebbe interessare «1 milione e 308 mila famiglie e 2 milioni e 706 mila individui, con un beneficio medio per famiglia pari a 5.053 euro, corrispondente al 66,8% del reddito familiare, per una spesa complessiva di circa 6,6 miliardi di euro su base annua».
L’APERTURA DI NICOLA ZINGARETTI
«Non lo abolirei, sono favorevole ai sussidi per la povertà: lo cambierei radicalmente e farei degli investimenti per creare dei posti di lavoro»
, così il neo segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti sul reddito di cittadinanza. Una apertura rilevante in ottica politica e parlamentare, con le domande per ottenere il sussidio a partire da mercoledì 6 marzo 2019. Un messaggio ai dem è arrivato anche dalla sociologa Chiara Saraceno dalle pagine di Repubblica: «Non ci si aspetterebbe da un partito che continua a chiamarsi di sinistra la bocciatura di un forte investimento nel contrasto alla povertà, più sostanzioso di quello fatto, in ritardo e con molte resistenze, dal governo Gentiloni con il Rei. Invece di votare contro che di fatto non è solo contro il governo, ma anche contro i poveri – conclude l’intervento – non era meglio astenersi, almeno per la parte che riguarda il reddito di cittadinanza? Il nuovo segretario del Pd dovrà dare conto di questa scelta ai poveri e a chi ha a cuore la loro condizione e dignità». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DOMANDE DAL 6 MARZO
Dal prossimo 6 marzo scattano le prime domande del Reddito di Cittadinanza (sul portale specifico www.redditodicittadinanza.gov.it) con i potenziali beneficiari della misura assistenziale del Governo Lega-M5s che potranno così iniziare a dare via libera alla primissima sperimentale opera di richiesta di un sussidio per combattere la crisi di lavoro. La prima tornata durerà dal 6 al 31 marzo prossimi, con la tabella di marcia che prevede nel calendario stilato dal Ministero dell’Economia il prossimo 26 aprile la conferma degli esiti delle domande: in poche parole, saranno poi i primi giorni di maggio a vedere il caricamento dei soldi sulle Card RdC e i primi contatti con i centri di impiego per la ricerca attiva del lavoro. Come stabilito nel “Decretone”, a fare il punto sul sussidio del Reddito sono i Caf, che hanno spiegato pochi giorni fa i dettagli dell’intesa raggiunta alla fine della scorsa settimana con Inps e governo, dove è stato deciso che saranno abilitati a trattare le pratiche. La Consulta pochi giorni fa ha spiegato che chi presenterà domanda per il Reddito tra il 6 e il 31 marzo avrà risposta dall’Inps tra il 26 e il 30 aprile: l’esito arriverà per sms o via e-mail da parte dell’Inps e, in caso di esito positivo, dalle Poste arriverà un altro messaggio (sempre sms o e-mail) che darà le indicazioni per il ritiro della carta Poste Pay dove saranno poi caricati i fondi del Reddito di Cittadinanza.
REDDITO DI CITTADINANZA, ANCORA CAOS SUI CONTROLLI
Restano diversi i punti “oscuri” o quantomeno poco chiari sul Reddito di Cittadinanza quando tra soli due giorni comincerà il lungo e delicato iter: alla Camera è ancora in corso la discussione e poi la votazione per approvare definitivamente il Decretone RdC-Quota 100 e dunque si avranno dei percorsi che paradossalmente potrebbero anche variare nei prossimi mesi. Ma non è il solo “nodo” rimasto irrisolto: tra lacune normative da colmare, sono certamente i decreti attuativi ancora appesi oltre ai controlli anti-furbetti da limare nel dettaglio. Per questo motivo, secondo il Messaggero, le prime domande che partiranno verso l’Inps dopo il 6 marzo «rimarranno nel freezer»: l’Inps infatti dovrebbe impiegare 10 giorni per verificare l’idoneità dei richiedenti, ma non dovrebbe comunque comunicare l’esito dei controlli prima del 28 marzo, data entro la quale il Decretone diventerà legge allo stato definitivo. Entro la fine di marzo «andranno definite una volta per tutte le modalità di accesso e condivisione dei dati tra le varie amministrazioni nell’ambito del meccanismo di controllo delle idoneità al sussidio», riporta il Messaggero, segnalando come su questo punto i Comuni siano ancora in grave ritardo. Da ultimo, è ancora alto mare per l’individuazione e la ricerca dei navigator con i bandi di selezione tutt’altro che pronti: con la lentezza nel trovarli mista alla attuale mancanza del sistema informatico idoneo che dovrà incrociare domanda e offerta di lavoro.