Alta tensione nel Movimento 5 Stelle. Le Iene, con Filippo Roma, in visita dal leader Luigi Di Maio nel giorno in cui tiene ancora banco il caso Giulia Sarti. E arrivano le prime dichiarazioni della protagonista dello scandalo Rimborsopoli: «Se mi dimetterò da deputata o passerò al Misto? Non c’è motivo, io non sono espulsa dal M5S», le sue parole ai microfoni de Il Fatto Quotidiano. Autosospesasi dal Movimento, la Sarti ha precisato: «Confido di rimanere nel Movimento perché non ho fatto assolutamente niente. Io non lascio il M5s, io l’ho fatto nascere», sottolineando che non c’è bisogno di un confronto con Di Maio, «c’è un provvedimento dei probiviri in corso». Attesa la replica del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, con l’ex presidente della commissione Giustizia della Camera che non intende dunque fare passi indietro. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



FILIPPO ROMA OGGI DA DI MAIO

Un video, una caduta e clima disteso: nella puntata di questa sera a Le Iene Filippo Roma torna ancora una volta da Luigi Di Maio (Salvini escluso, il volto ormai più “noto” nei colloqui pubblici del leader M5s) per incalzarlo sugli ultimi casi scottanti interni al Movimento 5 Stelle. Nel giorno di martedì grasso di Carnevale però non poteva mancare uno “sberleffo” questa volta completamente involontario provocato all’inizio dell’intervista al vicepremier Di Maio: in pratica l’operatore Fabrizio Arioli nel indietreggiare per inquadrare al meglio il leader politico del Movimento 5 Stelle inciampa in una sedia e si accascia al suolo davanti all’inviato Filippo Roma. «Questa la potevate almeno riprendere», scherza Di Maio mentre Le Iene lanciano subito la battuta sui social (a corredo del breve video) «quando Di Maio la spara troppo grossa». Le vicende di papà Di Maio, l’azienda di famiglia ma soprattutto Rimborsopoli sono i punti “cardine” delle ultime “visite” fatte da Filippo Roma al suo vicepremier “preferito”: con ogni probabilità anche questa sera il tema dominante sarà il caso di Giulia Sarti, l’ex Presidente della Commissione Giustizia alla Camera “pizzicata” nella falsa denuncia dell’ex fidanzato Bogdan per il presunto furto dei bonifici che ogni singolo portavoce M5s è costretto a restituire con parte dello stipendio (da destinare al Fondo per il Microcredito del Mef, ndr). Il maxi caso ri-scoppiato dopo un anno ha subito l’ultima importante novità proprio nel servizio di domenica scorsa de Le Iene Show, dove l’ex fidanzato della autosospesa grillina (sulla quale Di Maio ha già emesso “sentenza” di espulsione, si attende solo l’intervento dei Probiviri M5s) ha lanciato le ultime accuse contro Rocco Casalino e il board del Movimento.



BOGDAN E I FILMINI HARD

«La Sarti sostiene che non sapeva nulla di queste operazionispiegava Filippo Romamentre se non ho capito male tu sostieni che invece lei sapeva eccome, o no», la replica immediata dell’ex fidanzato Bogdan recitava così «sarà bello sto processo, io non vedo l’ora di arrivare al processo». Non solo, secondo Le Iene «spunta pure un’ipotesi tanto suggestiva quanto pruriginosa: Bogdan sostiene con un amico che parte di questi soldi non restituiti da Giulia Sarti potrebbero essere stati spesi per le riprese di alcuni filmini hard a casa dei due. Filmini – sostiene Filippo Roma – in possesso di Bogdan». Ora la parola passa a Di Maio, l’ultimo e più importante vertice del M5s in grado di dare la propria versione dei fatti dopo le “accuse” emerse contro la gestione del portavoce Casalino fin dal principio del caso Sarti. «Alcuni portavoce hanno violato le nostre regole e non hanno donato tutto quello che avrebbero dovuto. Un tradimento dei nostri principi e della fiducia dei nostri iscritti. Per questo saranno cacciati dal MoVimento e si sono impegnati a rinunciare all’elezione», lo diceva il 13 febbraio 2018 lo stesso Di Maio dopo un’altra intervista con Filippo Roma.



LE ACCUSE DEGLI EX M5S

Un anno dopo il caso è tutt’altro che chiuso e importanti novità sono attese anche dopo questa sera: intanto, in un’intervista al quotidiano online Open, i due ex parlamentari M5s Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista raccontano l’origine del loro lavoro di “fonti” sul caso Rimborsopoli proprio con Le Iene. «Era da molto tempo che circolavano delle voci e già nel 2014, quando si decise di utilizzare il fondo per il microcredito, venne fatto presente che avrebbe potuto creare dei problemi perché i soldi sarebbero stati versati senza che il Movimento 5 Stelle avesse effettivamente potuto verificare la tracciabilità dei pagamenti, non passando da un conto da loro direttamente gestito. Comunque, sin da subito avevano iniziato a circolare voci su questi presunti versamenti non effettuati realmente, per esempio sulla senatrice Lezzi», spiegano i due ex parlamentari grillini. Poi la chiosa e l’affondo “finale” sulle colpe di Grillo e Di Maio: «Allora abbiamo deciso di fare questa “operazione verità” per svelare il grande bluff dell’onestà sbandierata dal Movimento 5 Stelle ma poi non praticata veramente. Ci siamo presentati agli elettori promettendo una cosa, ma poi alla prova dei fatti non è stata davvero mantenuta. Non c’è responsabilità penale in questo caso, è politica. I protagonisti di Rimborsopoli parlavano tanto di onestà, come il senatore Buccarella o la stessa Sarti, ma alla fine di onestà nel loro operato ce n’era poca e da un punto di vista politico questo impegno disatteso andava svelato», concludono ancora Bocchino e Battista a Open.