Ore decisive per la Tav Torino-Lione, con il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli che “rischia il posto”. Sono due le mozioni di sfiducia presentate contro l’esponente di Movimento 5 Stelle da parte di Forza Italia e Partito Democratico che verranno discusse il prossimo 21 marzo 2019. «In questo momento siamo presentatori di una mozione di sfiducia contro il ministro Toninelli, come il Pd. Ma il Sì Tav è Forza Italia, ricordo che il Pd ha sempre tenuto un atteggiamento molto ambiguo: diceva sì a Torino, ma no in Val di Susa. Per quanto ci riguarda il tema il tema infrastrutture è sempre stato una priorità: il nostro sì è sempre stato netto, chiaro, mai messo in discussione. Per quanto ci riguarda, la nostra mozione di sfiducia è ‘là mozione», le parole di Annamaria Bernini riportate da Il Messaggero, mentre per i dem ha parlato l’ex reggente Maurizio Martina: «È un atto doveroso. Abbiamo un ministro che danneggia l’Italia con la sua incompetenza ed è l’ora di dirlo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LE PAROLE DI ANTONIO TAJANI
Lega e M5s al lavoro per raggiungere l’intesa sulla Tav, Forza Italia si scaglia contro i grillini. Come riporta Il Giornale, il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha commentato: «Non possiamo più accettare la politica del governo sulla Tav, con due forze che dicono una il contrario dell’altra. Anche gli italiani non ne possono più. La stragrande maggioranza è a favore di quest’opera. Non fare infrastruttura significa bloccare il Paese». Prosegue l’esponente azzurro: «Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità e siamo pronti anche a raccogliere le firme per un referendum sulla Tav, se il governo, venerdì, dovesse decidere di non realizzare l’opera. Sarebbe una scelta contro gli italiani. Se decidono di non fare la Tav, la Lega non può non può non far cadere il governo, se decidono di farla, Il M5S non potrà non far cadere il governo. Per quanto ci riguarda, prima va a casa e meglio è». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TONINELLI SFIDUCIATO
Sembra davvero vicina ad una svolta la vicenda Tav. Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato già da domani un vertice per trovare la soluzione definitiva sull’alta velocità, spiegando che entro venerdì arriverà la risposta dell’esecutivo. Ma il ministro dell’interno, Matteo Salvini, sembrerebbe avere ancora più fretta, visto che, uscendo allo scoperto negli ultimi minuti, ha spiegato che «Dal vertice di domani – le parole del vice-presidente del consiglio lasciando Montecitorio – mi aspetto la decisione finale sulla Tav». I cronisti hanno incalzato il leader del Carroccio su un eventuale crisi di governo, come paventato dal Movimento 5 Stelle, ma lo stesso ha replicato come già fatto nel passato recente: «Assolutamente no. Sono tranquillissimo». Intanto, nella giornata di giovedì 21 marzo, verranno discusse in Aula al senato le mozioni di sfiducia nei confronti del ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Danilo Toninelli, presentate per via della condotta sulla Tav. Le mozioni, come si apprende al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama, sono state depositate dal Partito Democratico e da Forza Italia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TAV, CONTE “RISPOSTA ENTRO VENERDI’”
«Il governo è in dirittura d’arrivo, nel percorso finale, quello politico. Abbiamo iniziato l’analisi costi benefici»: il Premier Conte si fa “garante” per Lega e M5s e va oltre «Rispetto le posizioni di Lega e M5s – aggiunge il presidente del Consiglio davanti a Palazzo Chigi -, ma sarò garante che queste posizioni pregiudiziali non pesino sul tavolo. Mi batterò perché non sia trascurato alcun aspetto per una decisione corretta». Vertice che annuncia altri vertici, da domani fino a mercoledì con trattative ad oltranza con anche l’intervento di diversi incontri tecnici: «sviscerare tutti gli aspetti dell’analisi costi-benefici. Partiremo da quel testo, da un percorso di razionalità tecnica a cui si aggiungerà un percorso di razionalità politica». La Lega e il M5s fanno sapere di essere “molto fiduciosi” del lavoro di Conte ma è evidente che uno dei due dovrà ritrovarsi “scornato” a seconda della decisione finale su venerdì: «l’arroganza di una maggioranza parlamentare che, per gestire il potere, non vuole ammettere di non essere portatrice di una visione del futuro dell’Italia, ci sta rendendo ridicoli e paghiamo un costo enorme come sistema Paese. Se non sono capaci si dimettano» è invece il commento del Segretario dem Nicola Zingaretti intervento ancora sul fronte Tav dopo la visita di ieri in Piemonte.
TAV, “DECIDIAMO ENTRO VENERDÌ”
La netta impressione è che neanche questo vertice di Governo (presenti Conte, Di Maio, Salvini e Toninelli) esclusivamente dedicato al tema della Tav sia riuscito a trovare la “quadra” tra le due diverse e opposte posizioni: la Lega con Salvini non vuole perdere i fondi dei bandi europei e spinge per un’intesa nel breve tempo per poter portare a casa la Tav (anche a costa di farla “mini”) per iniziare a dare un segnale di ripartenza sulle grandi opere in Italia e sugli investimenti su larga scala. Di contro, il Movimento 5 Stelle con Di Maio non vuole mollare sul “baluardo” elettorale costruito negli anni sulla No-Tav ad ogni costo: in mezzo il Premier Conte che “media” e poco fa, chiudendo il vertice di Palazzo Chigi, afferma davanti ai cronisti «Posso garantire che prenderemo la decisione per tutelare l’interesse nazionale e quindi per questo motivo il Governo non può cadere. Non ci lasceremo condizionare da pregiudizi ideologici o interessi di parte». Si deciderà entra venerdì, «non trascureremo nessun elemento e niente sarà lasciato al caso» spiega ancora Conte che ben conosce la scadenza di lunedì prossimo per i fondi in arrivo dall’Europa per le prossime fasi di lavorazioni sulla Tav Torino-Lione.
SCONTRO RIXI-BUFFAGNI: INTESA LONTANA
Si riparte dunque dalla analisi costi-benefici di Toninelli ma anche dalla pressante emergenza sul tema dei fondi europei e dalla spinta anti-alta velocità del Movimento 5 Stelle: Conte prova a tenere insieme tutti i cocci ma non sarà facile visto quanto ad esempio osservato solo stamattina – durante il Vertice di Governo a Palazzo Chigi tra i due vicepremier, il Presidente e il Ministro dei Trasporti – con lo scontro a distanza tra Buffagni e Rixi. Per il sottosegretario M5s intervenuto ad Agorà «io non mi occupo di trovare il compromesso. Detto ciò se bisogna andare a casa perché noi non vogliamo buttare soldi per opere vecchie io non vedo il problema». Di contro il leghista Edoardo Rixi, viceministro ai Trasporti, rilancia «i bandi vanno rispettati e fatti, altrimenti rischiamo di perdere 300 milioni». Il caos è di nuovo servito e se Conte ha “scongiurato” la caduta del Governo, entro venerdì si attende per forza di cose uno “sconfitto” e un “vincente” al tavolo Tav: che sia Salvini o Di Maio, al momento, ancora non è chiaro. Un monito d’allarme viene lanciato stamattina dal Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: «sulla Tav, ci sarà il consiglio dei ministri. Speriamo che prevalga il buonsenso. E’ una grande opera: tra l’altro lunedì è una data importante per i bandi di gara. Lasciamoli lavorare. Il pensiero di Zingaretti sulla Tav? In pratica, coincide con quello della Lega».