Quante volte abbiamo sentito la parola “Renzi” vicino a quella “silenzio” in questi ultimi 3 anni di politica italiana? L’ex Premier in primis ha spesso spiegato di voler rimanere in “disparte” salvo poi dopo qualche settimane celebrare il suo “ritorno” con interviste/eventi/novità/libri eccetera, eccetera. Di contro, molti altri lo “tirano in ballo” spesso: dentro al Pd per attaccarlo, le opposizioni per attaccarlo, le inchieste giudiziarie per attaccare i suoi genitori (e di conseguenza, politicamente, anche lui): insomma, un bel misto di “mancati silenzi” che tra colpe personali (parecchie) e accuse altrui (altrettante) danno la cifra di un leader politico che a 40 anni è riuscito a farsi amare prima da molti e oggi odiare da tanti. Ecco qui il “nuovo” ritorno con una lunga intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera dove tra annunci di fondazioni in “stile Obama e Clinton” e ammissioni di dolore enorme per le vicende legate ai genitori Tiziano e Laura, una notizia a noi umili cronisti là da: non se ne va dal Pd (per ora). «Onore a chi ha vinto, rispetto per il voto. Vivo come una liberazione il fatto che ci sia un nuovo segretario. Tocca ad altri. Noi daremo una mano in modo leale e trasparente. Sono stato leale con Bersani, perché non dovrei esserlo con Zingaretti? Le scissioni noi non le abbiamo fatte, le abbiamo subìte», spiega l’ex segretario dem che non disdegna neanche il ritorno di Prodi e Letta, suoi acerrimi nemici. «Se il Pd ritrova unità, a me fa piacere. Non ho rancori per nessuno. I miei conti con il passato sono i dati Istat sulla crescita dei posti di lavoro e della produzione industriale. Vengo in pace. Non ho sassolini da togliermi. Ho scritto un libro che va meglio del previsto, le sale dove vado sono piene, arriverò a cento presentazioni. La prossima settimana farò un confronto con Marine Le Pen. Ho fatto nascere oltre mille comitati civici», rilancia Renzi prima di tornare ad attaccare il Governo gialloverde.



“GOVERNO PERDE CONSENSI, SALVINI SATURA COME ME..”

«Consenso sta già scendendo, intanto sono esplosi i 5 Stelle»: Renzi rivendica il merito e spiega l’origina di quella “distruzione”, «Quando sono andato da Fazio a dire “mai coi 5 Stelle” l’effetto sul medio periodo è stato la distruzione dei 5 Stelle. Se avessimo fatto quell’alleanza contro natura, l’effetto sarebbe stato la distruzione del Pd e la creazione di un bipolarismo 5 Stelle-Lega. Mi sono preso gli insulti di una parte dei dirigenti che quell’accordo lo volevano, ma il mio impegno ha permesso di salvare il Pd». L’immediato futuro – salvo che «non fondo un altro partito e resto nel Partito Democratico» – si chiamano Elezioni Europee, dove Renzi rilancia il suo impegno in “secondo piano”: «andremo meglio del previsto. E pure alle amministrative, come ho detto al mio amico Dario Nardella. Il futuro del Pd è roseo. Salvini – avverte ancora l’ex Sindaco di Firenze – sta iniziando a saturare. In questo sono un esperto: ci ho messo tre anni a saturare la presenza politica. Il film è lo stesso». Ma allora perché è finito quel periodo “d’oro” del renzismo? Secondo il diretto interessato, non bisogna chiedersi come mai si è finiti dal 42% al 18% ma come semmai ci si è arrivati al 40%: «prima di noi ci erano riusciti solo Fanfani e De Gasperi… Il 40% non è il livello medio del Pd. L’abbiamo tenuto fino al referendum. Poi errori, fuoco amico, divisioni ci hanno punito». Un’ammissione, in coda, dopo la ficcante domanda di Cazzullo: «sarei dovuto sparire dopo il referendum. Molti mi dicevano: se te ne vai è un problema. Forse avrei dovuto fare di testa mia. Ma trovo surreale che ora si chieda l’autocritica a un governo che ha rimesso in moto tutti i settori dell’economia. Noi eravamo antipatici ma abbiamo portato crescita e occupazione. Loro sono quelli simpatici e stanno portando recessione e patrimoniale».

Leggi anche

VISTO DA SINISTRA/ Vittoria in Emilia-Romagna e Umbria, ma nel Pd senza-strategia c’è chi dubita di SchleinREGIONALI 2024 VISTE DA SX/ Bologna e Perugia, vince la "resistenza" ma senza il centro non si va al governo