«Se qualcuno mi dice che non servono i treni, anch’io vado fino in fondo, se devo andare fino in fondo, vado fino in fondo»: così Matteo Salvini ai microfoni di Dritto o rovescio, con il leader della Lega che ribadisce l’assoluto sì alla Tav Torino-Lione. Il ministro dell’Interno ha sottolineato: «Siamo in due a dire di ‘no’, vediamo chi ha la testa più dura». Repubblica parla di Governo sull’orlo della crisi, con i due capi politici ai ferri corti: l’Alta Velocità potrebbe rappresentare un pericolo per la tenuta dell’esecutivo gialloverde, come evidenziato dalla prima netta presa di posizione del premier Giuseppe Conte. Francia in pressing per capire le intenzioni di Roma, con la Ue che negli scorsi giorni si è fatta sentire per chiedere delucidazioni sulle mosse del governo nostrano. Il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli entrando a Montecitorio ha brevemente commentato ai microfoni di Repubblica: «Una crisi di governo ora sarebbe una follia, come sempre troveremo una soluzione. Il presidente Conte ha seguito con attenzione i tecnici e ha capito che l’opera è negativa, che è un danno per l’interesse dello Stato e che bisogna trovare una soluzione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SCONTRO SALVINI-DI MAIO

Muro contro muro tra Lega e Movimento 5 Stelle sulla Tav, il premier Giuseppe Conte sostiene che il governo non rischia ma c’è rottura in casa gialloverde. Come riporta Repubblica, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha commentato: «Io non voglio rompere con i 5 stelle ma non posso nemmeno intestarmi un ‘no’ alla Tav che comporterebbe il rischio della perdita dei fondi europei e perfino di un maxi risarcimento danni a nostre spese: se l’assumano loro, se vogliono. Qui non siamo alla crisi, ma la situazione con loro a questo punto è al limite. Io capisco Luigi, che deve tenere in piedi la sua baracca, ma certe volte ho l’ impressione che non ci riesca». I pentastellati però non fanno passi indietro, ecco il commento di Luigi Di Maio all’assemblea grillina: «Non sono disposto a mettere in discussione il nostro no alla Tav. Per noi i bandi devono essere sospesi proprio perché stiamo ridiscutendo l’opera, come previsto dal contratto. Per me fa fede analisi Mit, che dice che è negativa l’opera», riporta Adnkronos. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CONTE: “NON CONVINTO SU UTILITA’ TAV”

Il Premier Giuseppe Conte in una conferenza stampa convocata oggi pomeriggio a Palazzo Chigi ha spiegato di fatto che il Governo italiano prende ancora del tempo prima di decidere in merito alla Tav Torino-Lione: la “telenovela” prosegue dopo il fallimento del vertice notturno di ieri tra i due vicepremier Salvini e Conte con il Capo del Governo e dopo le trattative continuate per le ultime settimane sull’asse Lega-M5s. Le posizioni sono nette e chiare e lo stesso Conte le ha ribadite: «Ho espresso forti dubbi e perplessità sulla convenienza della Tav. Non sono affatto convinto che questo sia un progetto infrastrutturale di cui l’Italia ha bisogno ma la decisione finale spetterà alla politica». Secondo il Premier al momento l’unica strada è condividere i dubbi con i partner del progetto, ovvero l’Unione Europea e la Francia: per questo motivo chiede “tempo” prima di dare una risposta sui bandi Telt (in scadenza in teoria entro l’11 marzo prossimo, ndr) «Dateci tempo, non stiamo litigando. Gli esponenti politici stanno esprimendo sensibilità differenti. E’ veramente un proficuo confronto, franco, serrato, per tutelare l’interesse dei cittadini». La riserva sarà comunque risolta entro lunedì prossimo, in attesa di capire che una via di soluzione sarà trovata internamente al Consiglio dei Ministri.



LA POSIZIONE DELLA LEGA

Per capire cosa pensi la Lega in merito alla Tav occorre prendere i due “forni”, quello pubblico ufficiale e quello delle “fonti”: oggi Salvini ha detto senza molti tentennamenti, «Fino alle 3 di notte ho discusso di Tav: ribadisco che gli italiani mi chiedono, meritano e si aspettano crescita e futuro. Voglio un paese che va avanti, non che torna indietro. Se sono stati spesi soldi per fare un buco preferisco spendere altri soldi per finire quel buco sotto la montagna, piuttosto che spenderne per riempirlo. Ovviamente c’è la tutela dell’ambiente, ma una cosa non esclude l’altra». Ancora prima in mattinata dalla Basilicata lo stesso vicepremier della Lega sosteneva «Non sono stato eletto per bloccare ma per sbloccare». Di contro però alcune fonti della Lega a Palazzo Chigi hanno raccontato di voler arrivare, se costretti, a muro contro muro col M5s qualora dovessero presentare un “decreto ad hoc” per rifiutare i bandi e mettere così la parola “fine” alla Tav: «noi voteremo contro», facendo intuire che la crisi di Governo non sarebbe così lontana in quel caso. Nel frattempo il Nord chiama forte e con i Governatori Zaia e Fontana fa sentire la propria voce «Tav e infrastrutture veloci, sicure e moderne» spiegano i Presidenti di Lombardia e Veneto.

DI MAIO SCRIVE AI PARLAMENTARI M5S

Il vero nodo di tutto è però il Movimento 5 Stelle, l’unica forza politica che dichiaratamente per il No-Tav e che su quei voti ha costruito e costruirà la propria credibilità elettorale. Di Maio non vuole mollare (come invece fatto su Tap e in parte su Trivelle e immunità parlamentare) e per questo ha mandato una lettera ai propri deputati e senatori in attesa di incontrarli questa sera prima di proseguire le trattative con la Lega. «La Tav non è strategica e i tecnici ci danno ragione. Due sono le vie per bloccarla, lo stop dei bandi entro lunedì e il passaggio parlamentare», scrive Di Maio nella lettera a tutti i Parlamentari M5s, precisando poi «ci vuole una decisione presa di concerto con la Lega perché può avvenire solo attraverso una delibera del Cdm o tramite un atto bilaterale Italia-Francia che intervenga direttamente sul Cda della società italo-francese Telt che si occupa della realizzazione dell’opera». Non c’è però l’accordo con Salvini e per questo «Nulla è stato ancora deciso. Quello che faremo durante l’assemblea dei parlamentari e’ approfondire questi punti con il ministro Toninelli», ha concluso Di Maio. Intanto questo pomeriggio in Senato è stata approvata la mozione Lega-M5s (139 Sì, 105 No, 0 astenuti) che impegna il Governo «a ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia».