Proseguono le reazioni politiche alla relazione dell’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico, che ha espresso decise perplessità nei confronti dei conti dell’italia nonché del Reddito di Cittadinanza e di “Quota 100”, le due misure cardine della manovra di bilancio 2019 del governo. L’ultima in ordine di tempo a voler replicare è stata Laura Castelli, viceministro dell’Economia, che intervistata dai microfoni del quotidiano La Stampa ha ammesso: «Io e Di Maio pensiamo che l’Ocse non abbia approfondito abbastanza la portata politica della manovra. Il segretario generale dell’Ocse – ha aggiunto – non si è confrontato abbastanza con la componente politica del governo. A problemi uguali non ci sono sempre soluzioni uguali. Noi abbiamo scommesso su misure inedite rispetto al passato». Il pensiero della grillina appare quindi perfettamente in linea con quello del vicepremier Di Maio, che ieri aveva commentato la questione convinto che l’Italia stia andando nella giusta direzione rispetto al passato. La Castelli affronta anche la questione Claudia Bugno, la consigliera del ministro dell’economia, Giovanni Tria, che ha sollevato un problema di conflitto d’interessi allo stesso titolare del Tesero: «Credo nella buona fede di Tria – ha spiegato – serve un chiarimento veloce perché, con tutte le cose che abbiamo da fare, non possiamo perdere tempo a risolvere problemi di questa portata». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



OCSE, ALLARME CONTI ITALIA: LA REPLICA DI CONTE

Sarà una giornata importante quella di oggi per il governo dopo che ieri l’Ocse ha di fatto affossato le misure bandiera dell’esecutivo, Quota 100 e reddito di cittadinanza, parlando di una crescita negativa nel 2019 pari allo 0,2%. Uno scenario da recessione che non ha trovato d’accordo il premier Conte, che proprio oggi incontrerà il segretario generale dell’Organizzazione con sede a Parigi, Gurria. Ieri sera, però, il premier ha incassato un sostegno che ad un certo punto non era più così scontato, quello del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. In un vertice durato 45 minuti, come riportato da L’Huffington Post, Conte ha ottenuto l’appoggio del titolare del Tesoro a controbattere punto su punto alle stime dell’Ocse, sostenendo – come già aveva fatto con un post su Facebook – che si tratta di stime pessimistiche, ma questa volta con il sostegno dell’uomo che cura i conti del governo. (agg. di Dario D’angelo)

LE PAROLE DI GURRIA

Dopo le repliche “piccate” del triumvirato gialloverde, la “palla” passa e ritorna in principio dove tutto si era originato, ovvero dal segretario dell’Ocse: in merito al Report oggi presentato assieme al Ministro Tria, Gurria prova a riannodare i fili del report rispondendo alle critiche ricevute da Di Maio, Conte e Salvini. «Le raccomandazioni cercano un equilibrio, un bilanciamento tra l’alto debito per cui il fabbisogno va mantenuto basso e creare un surplus primario a partire dal 2% e fino al 3,3%, per avere una sua riduzione, e le misure per garantire la protezione sociale. Non ci sono le risorse sufficienti per fare tutto quello che si desidera fare e questo è vero in tutto il mondo – aggiunge Gurria in una intervista a Radiocor – e allora bisogna chiedersi come fare meglio con le risorse disponibili»: per il n.1 dell’Ocse le proposte fatte non sono misure di austerità, come criticato dal leader M5s, «non voglio creare polemica tra Di Maio e l’Ocse, che non è il caso. Ma le nostre non sono misure di austerità ma di maggiore equità». Su possibili tagli di tasse – invocate dalle opposizioni e dallo stesso Governo – per provare a combattere la stagnazione economica, Gurria stronca di nuovo «Le imposte in generale devono essere progressive poi deve esserci un’applicazione universale e non ci devono essere accordi speciali per favorire la localizzazione di certi investimenti ma questo è in via di eliminazione in Europa. La terza caratteristica è che un’imposta deve essere semplice. La progressività è molto importante e la flat tax, che certamente è difficile da evadere, non è progressiva e non è equa».

LA REPLICA DI CONTE E SALVINI

Dopo quello di Luigi Di Maio, arriva il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul rapporto Ocse sull’economia italiana. Il segretario federale della Lega ha difeso a spada tratta la riforma pensionistica: «Secondo l’Ocse, Quota 100 va abolita perché porta disuguaglianza……. Sbagliato. Grazie solo ai primi mesi di adesione, Quota 100 ha restituito il diritto alla vita a 109.579 persone e consentirà un lavoro sicuro a più di 100mila giovani italiani, e ne sono ORGOGLIOSO. Questo significa costruire il futuro, questa sarà vera crescita sociale ed economica. P.s. Ma quante previsioni hanno azzeccato questi “grandi esperti” negli ultimi anni?». Più bilanciato il commento del premier Giuseppe Conte, che ha scritto su Facebook: «Le previsioni dell’Ocse sulla crescita italiana sono tra le più pessimiste tra quelle sinora uscite: sottostimano completamente l’effetto positivo sul PIL delle misure espansive che abbiamo introdotto con la Legge di Bilancio. Domani a Palazzo Chigi, nel corso dell’incontro con il segretario generale dell’Ocse Gurría, avrò modo di confrontarmi con lui ribadendo il mio forte dissenso sulle sue stime, come abbiamo già fatto nella discussione tecnica avuta a Parigi lo scorso febbraio. Ribadirò, inoltre, che i fondamentali dell’economia italiana restano solidi pur nel quadro di un generale rallentamento internazionale. Domani sarà l’occasione per illustrare l’attuazione della nuova fase della nostra politica economico-sociale, incentrata su un piano di investimenti e di riforme strutturali senza precedenti». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“ECONOMIA ITALIANA IN STALLO”

«Quota 100 darà un lavoro sicuro a più di 100.000 giovani italiani e ne sono orgoglioso. Questo significa costruire il futuro, questa sarà vera crescita sociale ed economica» spiega il Ministro degli Interni Matteo Salvini dopo il report dell’Ocse che ha intimato il Governo italiano di fare più di un passo indietro sul fronte economico. Il Rapporto inoltre segnala che il numero degli occupati è aumentato passando al 58% della popolazione in età lavorativa ma nello stesso tempo il tasso di occupazione italiano – paragonato al resto d’Europa – è uno dei più bassi dei Paesi Ocse, specie per giovani e donne. Nel giorno in cui i dati Istat presentano un balzo preoccupante in avanti della disoccupazione (+10,7%) il report di Ocse non fa che aumentare il senso di diffidenza in Ue per le ricette economiche del Governo gialloverde: una percentuale sempre più elevata di nuovi posti di lavoro «è rappresentata dal lavoro temporaneo e si registra un elevato squilibrio tra le competenze dei lavoratori e il lavoro effettivamente svolto», conclude il Report economico presentato a Roma.

OCSE ATTACCA REDDITO E QUOTA 100

La lista dei contrari alle ricette economiche del Governo gialloverde inizia ad essere molto lunga: si iscrive al “registro” anche l’Ocse (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) con l’odierno report presentato sullo status dell’economia in Italia, a vero rischio stagnazione. Ebbene, secondo il segretario Angel Gurria, l’allarme per la crescita a pochi giorni dalla scrittura e pubblicazione del Def è di quelle imponenti: conferma stima al -0,2% del Pil per il 2019, tornerà a +0,5% solo l’anno prossimo e per questo l’Italia è fondamentale in stallo. «Il Reddito di Cittadinanza e la Quota 200 rischiano di frenare la crescita dell’economia», avverte l’Osce che affonda nei dettagli delle misure approvate col Decretone che proprio non piacciono agli organi Ue: il RdC «rischia di incoraggiare l’occupazione in nero e di creare trappole di povertà», mentre sulla riforma pensionistica «L’abbassamento dell’età pensionabile rallenterà la crescita e, se non applicata in modo equo, aumenterà diseguaglianza intergenerazionale e debito pubblico». Nel Rapporto economico dell’Italia, segnala ancora Gurria, i primi suggerimenti sono da attuare subito nel prossimo Documento di Economia e Finanza: «attuare un programma pluriennale per rinnovare i centri per l’impiego basato sull’applicazione di standard di servizio essenziali e investimenti più cospicui in sistemi informatici, strumenti di profilazione e risorse umane».

OCSE: TRIA CORREGGE, DI MAIO ATTACCA

Lo stesso organismo chiede poi al Governo italiano – e in particolare al Ministro Tria seduto a fianco del segretario Gurria stamane nella presentazione del report – di «garantire la capacità di amministrare il reddito di cittadinanza sfruttando e rafforzando, ove necessario, i servizi di assistenza sociale dei comuni e creando una stretta collaborazione tra questi ultimi e centri per l’impiego». Per questo motivo, conclude Gurria, all’Italia serve «adottare una serie di riforme pluriennali per favorire una crescita più solida e inclusiva e ripristinare la fiducia nella capacità di riforma». Dopo la presentazione del Rapporto economico Ocse arrivano i primi “distinguo” dal Mef, con il titolare Tria che sottolinea «il reddito di cittadinanza è concepito con il duplice intento di consentire a chi è a rischio emarginazione di entrare nel mercato lavoro e, come conseguenza, di aumentare la propensione al consumo e irrobustire la domanda interna» mentre su Quota 100 ancora il Ministro spiega «serve ad affrontare un problema di transizione collegato alla riforma delle pensioni di alcuni anni fa fatta per dare stabilità e sostenibilità al sistema pensionistico». Chi però non usa parole “tenere” per i consigli dati dall’Ocse è l’altro ministro, il titolare del Lavoro Luigi Di Maio: con un post su Facebook il vicepremier grillino attacca «Rispetto l’opinione di tutti, ma quando non perdi occasione per sparare contro il mio Paese e contro gli italiani no, mi dispiace, ma questo non lo accetto. Andiamo avanti così, con lo scopo di restituire dignità ai cittadini. Qualcuno seduto su una scrivania lontano migliaia di chilometri crede che l’Italia per ripartire debba attuare politiche di austerity? Bene, le facessero a casa loro». La strada, secondo il Governo, è già tracciata e non prevede (per ora) correzioni: «I nostri prossimi passi sono un abbassamento del carico fiscale alle imprese e un grande aiuto alle famiglie. No intromissioni, grazie. Sappiamo quello che stiamo facendo!» conclude Luigi Di Maio.