Continua il dibattito sulla condanna per diffamazione comminata al senatore della Lega Simone Pillon. «Essere omofobi può costare caro e questa volta il senatore Pillon si renderà conto che non può impunemente insultare le persone senza doverne rispondere» ha commentato la presidente nazionale dell’Arci Francesca Chiavacci ai microfoni del Corriere della Sera, mentre al fianco dell’esponente del Carroccio si sono schierati Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vicepresidente del Congresso Mondiale delle Famiglie e di Pro Vita & Famiglia: «Difendere la famiglia sta diventando sempre più un atto rivoluzionario. Oggi la condanna in primo grado del senatore Simone Pillon lo spiega bene. Esprimiamo la nostra solidarietà a chi con noi è stato animatore della piazza del Family Day e siamo certi che la giustizia e il buon senso alla fine trionferanno. Difendere i bambini dall’ideologia gender e battersi per il loro diritto di avere una mamma e un papà è un impegno a cui nessuno rinuncerà. Continueremo a denunciare chi vuole indottrinarli, chiunque esso sia». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DIBATTITO SUI SOCIAL

Simone Pillon condannato per diffamazione, sui social si scatena il dibattito sull’esponente della Lega, reo di aver diffamato il circolo gay di Perugia. Esponenti Lgbt e non solo hanno accolto di buon grado la sentenza, a partire dall’avvocato e attivista LGBTQ Cathy La Torre: «Il senatore leghista Pillon condannato a Perugia per diffamazione verso il circolo LGBT Omphalos. MEGLIO DI UN ORGASMO». Questo il commento di Gianmarco Capogna: «L’odio riversato verso le persone #LGBTI non può essere tollerato in uno Stato democratico. Un abbraccio ad @omphalospg che oggi ottiene giustizia. Ai #Pillon della destra ricordiamo che non accetteremo il loro odio e non ci nasconderemo mai in silenzio». Queste, infine, le parole di Marco: «Simone Pillon condannato per diffamazione. E il mondo è un po’ meno grigio e un po’ più colorato». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LEGHISTA CONDANNATO PER DIFFAMAZIONE

Alla fine il senatore della Lega, Simone Pillon, non è riuscito a “convincere” i giudici ed è stato condannato dal Giudice unico di Perugia per aver diffamato il circolo gay Omphalos con diverse dichiarazioni risalenti al 2014 durante il ciclo di conferenze del Forum delle Famiglie. Dovrà pagare 1500 euro di multa direttamente al circolo Lgbt Omphalos (affiliato all’Arcigay) e soprattutto dovrà porre il risarcimento in sede civile nei confronti di un attivista e dello stesso circolo per una cifra totale di 30mil euro: il giudice umbro ha però subordinato la sospensione della pena al pagamento di tale somma. Nello specifico, il futuro senatore leghista (protagonista già di diversi attacchi ricevuti per il suo Ddl sull’Affido Condiviso) accusava il circolo gay di distribuire materiali informativi nelle scuole di Perugia “invitando” ad avere rapporti sessuali tra persone dello stesso genere: «quelli di Arcigay vanno nei licei e spiegano ai vostri figli che per fare l’amore bisogna essere o due maschi o due femmine e non si può fare diversamente e… venite a provare da noi, nel nostro welcome group». In sede processuale, Pillon si era poi difeso dicendo che quella era «ironia sferzante» e comunque aveva sempre negato che quelli di Omphalos fossero degli «adescatori di minorenni», come invece veniva accusato.



PILLON CONDANNATO “COSTA CARO DIFENDERE LA FAMIGLIA”

Oggi arriva la condanna, con il gruppo LGBT che commenta «Giustizia è fatta nei confronti di un personaggio che ha fatto dell’odio nei confronti delle persone omosessuali e transessuali la sua ragione di battaglia politica. Annunciamo fin da ora che utilizzeremo ogni centesimo del risarcimento per incrementare le iniziative contro il bullismo omofobico nelle scuole», spiega il presidente di Omphalos Stefano Bucaioni. La prima replica di Simone Pillon invece è netta, annunciando di ricorrere in appello prima di avere una sentenza definitiva: «Difendere le famiglie dall’indottrinamento costa caro». L’attacco alla Lega intanto prosegue, con il n.1 del circolo gay che a margine della sentenza commenta «Non possiamo non far notare a quanti, a Perugia con Pillon e a livello nazionale con Salvini, hanno stretto un’alleanza politica, che l’odio e le campagne false e diffamatorie nei confronti del prezioso lavoro delle associazioni Lgbti non pagano e che queste alleanze qualificano le proprie proposte». In una chiacchierata avvenuta negli scorsi giorni con i colleghi del Mattino, lo stesso Pillon aveva provato a rispondere alle tantissime critiche dei tanti “odiatori”, dal mondo Lgbt fino alla galassia femminista: «Sono abituato agli attacchi. Come faccio? Tutte le mattine mi ritaglio trenta minuti di preghiera. Lo consiglio a tutti, la giornata parte meglio». In merito alla sentenza, poi giunta in negativo contro di lui, ancora il senatore della Lega rilanciava «Tutti parlano della multa, ma non della condanna perché non esiste libertà di espressione?».