Una lunga intervista al Messaggero contiene di fatto l’agenda economica dei prossimi mesi e chi se non il Ministro Giovanni Tria poteva fornirla: ridurre le tasse, specie per il ceto medio (Flat tax di marca leghista), sbloccare le opere pubbliche e passare indenni l’esame sul Def in Commissione Ue. I “titoli” li fornisce sempre Tria che prova a tirare le somme (in tutti i sensi) del Governo gialloverde dopo le ultime schermaglie tra Lega e M5s in materia economia (e non solo): «Tagliare l’Irpef è un atto di giustizia necessario, soprattutto per i ceti medi che hanno subito gli effetti di un fiscal drag da tutti contestato, ma che nessuno ha mai provveduto ad attenuare. Quindi sicuramente interverremo, il come lo vedremo in autunno», spiega il titolare del Mef spiegando anche nel dettaglio quell’introduzione letta nel Documento di Economia e Finanza dove si scrive con chiarezza che misure di taglio tasse potrebbero portare all’aumento dell’Iva. Non è tabù per Tria visto che è necessario spostare la tassazione dalle persone (l’Irpef) ai consumi (Iva),«ma sarà la politica a dover decidere». Secondo il Ministro dell’Economia, «I mercati hanno capito che stiamo facendo un buon lavoro. Non canto vittoria, perché la salita è lunga, ma il sentiero è quello giusto» dunque sono da bollate come «fantasiose ricostruzioni giornalistiche» i retroscena sugli scontri all’arma bianca tra lui, Di Maio e Salvini. In merito ai contenuti degli ultimi provvedimenti, importante sarà il capitolo dei cantieri da sbloccare: «il provvedimento è ormai pronto al 98%: abbiamo modificato molto del Codice degli appalti per semplificare una procedura che era, quella sì, di ostacolo a qualunque progetto di sviluppo. Di più, abbiamo già individuato 87 miliardi nelle pieghe della contabilità pubblica che potrebbero essere usati subito ma che sono bloccati da lacci burocratici che abbiamo cominciato a snodare. Insomma, non è un problema di fondi, che già ci sono, ma semplicemente di attivarli. Anche per questo sono ottimista sulla seconda parte dell’anno».
TRIA, “PASSEREMO L’ESAME DELL’UE”
Il capitolo Iva è poi spunto per un’altra specifica domanda sempre sul Messaggero a cui Giovanni Tria, da economista, spiega così: «mi limito a dire che nel 2016 ho ricevuto un premio giornalistico per un articolo nel quale spiegavo le virtù di un’imposta più spostata sui consumi che sulle persone. E qui mi fermo, perché si tratta di una posizione scientifica, non di una decisione politica. In ogni caso nel Def vi sono indicazioni sui tagli di spesa che, insieme a un Pil che ci aspettiamo in crescita, potranno aiutare senza aggiungere squilibrio ulteriore al debito». La Manovra per ora non si tocca, non ci sarà alcun intervento “correttivo” anche se vi saranno «aggiustamenti quantitativi, ma senza modificare la struttura della legge di Bilancio». Mentre in parallelo questa mattina il Commissario Moscovici sentenziava il Deficit dell’Italia come «un peso per l’Eurozona», mettendo in dubbio l’approvazione del Def, il Ministro delle Finanze del Governo Conte si dice ottimista e convinto «Con il Def siamo in grado di soddisfare in pieno gli impegni con Bruxelles […] Ho buoni motivi per credere che, grazie agli ultimi provvedimenti, alle proiezioni contenute nel Def e all’aggiustamento del deficit strutturale, l’esame sarà superato anche questa volta».