Non è l’unico, in questi primi giorni dopo l’incendio della cattedrale di Notre Dame a Parigi, a scandalizzarsi per i tanti soldi già offerti per il restauro di uno dei massimi simboli dell’Europa. Alessandro Di Battista ha pubblicato questa notte un post su Facebook pieno di tesi e lamentele per i soldi che alcuni benefattori stanno offrendo per la cattedrale dove, dice “non è morto nessuno”, mentre invece in altri posti della Terra dove la gente muore di soldi non ne arrivano mai. “Non voglio urtare la sensibilità di nessuno, dico solo che a Parigi, grazie a Dio, non è morto nessuno, quel tetto e quella guglia verranno ricostruiti. Vedrete, il denaro per farlo non mancherà. Quel denaro che al contrario non arriva mai quando si tratta di altre ricostruzioni o di altre latitudini del pianeta”. In particolare, sostiene l’attivista del Movimento 5 Stelle, in Libia dove si chiede quanti morti ci siano stati negli ultimi giorni di guerra: “Solo fino a ieri sera è stato possibile saperlo poi le immagini dell’incendio parigino hanno “oscurato” o, quantomeno, reso estremamente difficile, saperne di più sul sangue versato a Tripoli”. Sembra quasi voler suggerire che l’incendio di Notre Dame sia stato causa “dell’oscuramento” di notizie provenienti dal paese nord africano. Parla di oltre cento morti tra cui 28 bambini, saliti adesso a 150, spiega, ma qui, scrive “C’è chi non ci pensa proprio a filmare con il cellulare il crollo di un tetto di una casa o un incendio divampato per lo scoppio di una granata. Da quelle parti distruzione e sgomento, quanto meno dal 2011 (anno dei bombardamenti in Libia) ad oggi, sono la normalità”.



IL COMPLOTTO

Insomma, chi ha pianto e chi si è commosso per il simbolo di una storia millenaria che ci interessa tutti è una sorta di perditempo, che non pensa a chi soffre. Un giudizio molto superficiale, evidentemente, che non tiene conto di cosa significhi la cattedrale parigina. Se la prende poi con Macron: “Macron ieri ha messo su un’espressione contrita e ha detto che Notre-Dame verrà ricostruita. Sarà anche vero ma l’unica ricostruzione che davvero gli interessa è quella di una Francia imperialista capace di mettere le mani sui pozzi di petrolio libici”. Anche qui un giudizio superficiale, al limite dell’insulto per un uomo, il presidente francese che avrà sicuramente tantissime colpe, ma che è apparso genuinamente sconvolto per quanto successo a Parigi. Insomma, i cattivi sono cattivi e basta. Infine “la bombetta” come si dice in gergo, cioè il più squallido complottiamo degno delle scie chimiche, peraltro uno dei cavalli di battaglia dei cinque stelle: attendiamo di conoscere i responsabili dell’incendio parigino. Sono stati i men in black? E’ una congiura di Macron? Gomblotto, diceva qualcuno. Speriamo non ci vada di mezzo un povero operaio che lavorava sulle impalcature di Notre Dame…

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