Una legge costituzionale che possa portare dai 25 ai 18 anni d’età il limite minimo per esprimere il voto alle Elezioni Politiche del Senato della Repubblica: di questo si parlava già nelle precedenti legislature (su proposta dei partiti di Sinistra, LeU e parte del Pd) e di questo parla oggi la proposta di modifica del Movimento 5 Stelle presentata dal presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia. In mattinata, il grillino ha presentato a tutti i rappresentanti dei gruppi politici la prima bozza di proposta di legge costituzionale che abbassa l’intera età anagrafica per l’elettorato passivo e attivo. Ma il punto più “ingente” di modifica della legge è proprio il voto ai 18enni al Senato: «Nel dibattito in commissione sulla riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari – spiega Brescia all’ANSA – i gruppi di opposizione hanno sottolineato l’esigenza di un intervento in tal senso». Non solo, secondo il Presidente di Commissione, in accordo con le due parti di Governo Conte, spiega come «è un’esigenza che la maggioranza condivide pienamente e che è pronta a sostenere concretamente presentando una proposta di legge trasversale. Da presidente della commissione ho dunque consegnato ai miei colleghi una prima bozza aperta per ricevere ogni utile indicazione e arrivare in tempi brevi a una proposta condivisa. Si tratta di un segnale importante per le giovani generazioni».
VOTO 18ENNI AL SENATO, LA RIFORMA PARTE DA LONTANO
Di cambiare la soglia di voto anche al Senato – mentre ricordiamo che alla Camera dei Deputati ogni elettore dai 18 anni in su ha diritto di voto alle Elezioni Politiche Nazionali – se ne parla da diverso tempo, ben prima della Riforma Costituzionale del Governo Renzi-Boschi che intendeva addirittura eliminare il Senato, abolendo di fatto il problema alla radice. LeU e Sinistra, ma non solo, molti parlamentari si sono sempre detti a parole concordi nel permettere il voto per il Senato anche ai 18enni (e ricordiamo che anche per l’elezione a Palazzo Madama vige la regola dei minimo 40 anni, contro i 25 della Camera dei Deputati) ma nessuna vera riforma costituzionale è stata fatta in tale senso. Come segnalava in un articolo-denuncia nel 2017 il professore e senior scientist in Sviluppo Sostenibile Marco Morosini su Huffington Post, «oggi, dopo 70 anni di Repubblica, i pieni diritti elettorali sono negati in Italia a quattro milioni e mezzo di cittadini, quelli che, hanno tra i 18 e i 24 anni di età e che non possono eleggere i senatori. L’Italia è quindi l’unico paese al mondo nel quale non tutti gli adulti, ma solo quelli dai 25 anni in su eleggono metà del Parlamento e quindi determinano il Governo, perché questo non può essere in carica senza la fiducia del Senato. Quasi ovunque nel mondo, invece, si eleggono i parlamenti da quando si compiono 18 anni. Inoltre in 11 paesi 300 milioni di cittadini votano già dall’età di 16 o 17 anni, mentre in 16 paesi si vota dai 19, 20 o 21 anni». Oggi il M5s ci riprova e per il momento la Lega sembra essere concorde: di questi tempi, è già una notizia..