Passerella del governo a Reggio Calabria, salvo che per l’esautorazione della Regione dalla gestione della sanità. Il Consiglio dei ministri che si è tenuto nella città dello Stretto quale risultato concreto ha prodotto il più volte annunciato – e già approvato lo scorso 20 marzo con l’innovativa e fantasiosa clausola “salvo intese” – decreto sblocca cantieri.
Quello che già fa discutere e che sarà oggetto di scontro anche istituzionale, con il preannunciato ricorso del presidente Mario Oliverio alla Consulta, è il decreto per il commissariamento straordinario della sanità calabrese. Nella regione è già operante da diversi anni un commissario governativo per il piano di rientro: un sistema sanitario regionale gestito finora, e non senza tensioni, da una sorta di Giano bifronte, con l’ente regionale che ha gestito l’organizzazione sanitaria e l’ufficio del commissario governativo che gestiva gran parte della spesa governabile.
Da domani si cambia, i poteri del commissario vengono largamente ampliati. Sarà il commissario ad acta a valutare l’operato dei singoli direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere, con la possibilità di revocarli dopo un contraddittorio di parata, nel giro di due settimane, e nominare commissari ad acta per le singole aziende. Quasi inesistenti nel decreto gli strumenti, pure proposti dai titoli, con cui adeguare i livelli essenziali di assistenza in Calabria ai livelli nazionali.
Tra i poteri del commissario ad acta prevista anche la possibilità, nelle singole aziende, di pulire la lavagna dalla gestione economico-finanziaria per come è andata avanti finora e ripartire da zero. Questa è una soluzione che era stata adottata nel 1995 dopo la “riforma Bindi” con cui i vecchi conti erano oggetto delle cosiddette gestioni stralcio e le nuove Asl introdotte partivano con la nuova gestione dei direttori generali, al posto dei comitati di gestione. Dopo oltre trent’anni si ritorna al punto di partenza.
Il ministro Giulia Grillo ha le motivazioni per cui il governo ha deciso di ricorrere alla legislazione d’urgenza. “In Calabria abbiamo trovato una situazione emergenziale per tre fattori: l’enorme debito accumulato, i livelli dei Lea tra i peggiori d’Italia e le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle aziende ospedaliere, come dimostrato da quelle rilevate all’Asp di Reggio Calabria che ha portato al nuovo commissariamento”.
“Gli acquisti – ha detto Grillo – passeranno attraverso meccanismi di controllo che coinvolgeranno anche l’Enac”. “L’esecutivo aveva il dovere di intervenire per ripristinare in Calabria i Lea (livelli essenziali di assistenza) e la sanità è una materia concorrente” ha detto il ministro rispondendo alla presunta invasione di campo denunciata da Oliverio.
Il Cdm ha discusso anche del grave sul dissesto idrogeologico in Calabria, vantando oltre 250 milioni di euro per gli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico stanziati dal ministero dell’Ambiente tramite accordi di programma con la Regione. In realtà tali somme, che pure se ben spese sarebbero irrisorie rispetto alle esigenze dettate dalle disastrose condizioni esistenti riguardo a frane, bacini idrici ed erosione costiera, sono state stanziate nel corso degli ultimi otto anni, con soli circa 30 milioni aggiunti nel 2018, quindi tutti risalenti ai governi precedenti. Dovrebbero aggiungersi, con molti forse, altri finanziamenti in corso di perfezionamento, pari a circa 20 milioni di euro, e quelli provenienti dal Patto per lo sviluppo della Regione Calabria, che ammontano a circa 300 milioni.
Ad aspettare Conte e i suoi ministri, in una Reggio Calabria blindatissima, la rabbia della piazza che ha gridato addosso al governo tutti i problemi di una Regione al collasso. I vigili del fuoco hanno invitato Salvini a indossare meno felpe e a dare loro stabilità e condizioni dignitose di lavoro. Da Rende, dove una fabbrica abbandonata da anni continua ad emanare veleni e c’è preoccupazione per le conseguenze sulla salute, sono arrivate le proteste per l’emergenza ambientale, mentre il comitato pro aeroporto ha chiesto interventi per il Tito Minniti di Reggio Calabria. Tra chi protestava anche gli operatori delle strutture psichiatriche che sono da mesi senza stipendio.
“Non è stato un Consiglio simbolico – ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa – ma che dimostra l’impegno del governo per questo territorio”. Tanti i provvedimenti che sarebbero stati assunti a favore dalla Calabria secondo il premier, a partire dal reddito di cittadinanza. “Voglio poi ricordare i 100 milioni per il porto di Gioia Tauro che avranno grandi ricadute occupazionali per la Regione e per il quale voglio ringraziare il ministro Toninelli”.
Conte ha poi ricordato gli investimenti per arginare il dissesto idrogeologico in Calabria e i 20 milioni per la manutenzione stradale dei Comuni al di sotto dei 10mila abitanti. “L’attenzione del governo rimarrà costante per la Calabria – ha assicurato Conte – e per tutto il Sud”.