«Ho subito un attacco spazzatura sul piano personale, ma l’intimidazione non passa», lo dice il Ministro Tria al Corriere della Sera il giorno dopo i profondi attacchi giunti dal M5s e la “mancata difesa” a spada tratta del triumvirato di Governo Conte, Di Maio e Salvini. A dirla tutta, proprio quest’ultimo ha fatto sapere in serata che nella maggioranza non se ne va nessuno, «Dal governo non si dimette nessuno» anche perché sa bene quanto la stessa presenza Tria funga da collante istituzionale in primis e tra Lega e M5s in secundis nel decisivo settore economico. Sulle accuse di favoritismo alla sua collaboratrice Claudia Bugno il ministro dice di aver «subito un attacco spazzatura sul piano personale. Le cose possono apparire molto diverse a seconda di come si presentano»; non solo, il titolare del Mef lamenta «violazioni della privacy. Mi chiedo chi è che passa ai giornalisti queste cose». Da ultimo Tria respinge ogni possibile ipotesi di dimissioni, «Sciocchezze. Se andassi via dovremmo vedere quale sarebbe la reazione dei mercati». La Bugno intanto conferma ancora il ruolo di consulente al Ministero dell’Economia e non intende anche lei rassegnare le dimissioni: il caso è però tutt’altro che chiuso con la mancanza di “scudo” del Premier Conte che inizia a pesare dopo 48 ore di “mirini” puntati contro il suo Ministro dell’Economia.



IL CASO CLAUDIA BUGNO

Non bastavano le “richieste” in pressing per il decreto sui truffati delle banche, ora il Movimento 5 Stelle ha trovato un altro motivo per scagliarsi – politicamente – contro il Ministro dell’Economia Giovanni Tria: la sua consigliera, la bionda Claudia Bugno che nelle ultime ore da semi-sconosciuta è divenuta pietra di “scandalo” nel Governo gialloverde. «Claudia Bugno resta consigliere del ministro dell’Economia, Giovanni Tria e ha deciso di ritirare la disponibilità all’incarico in Stm in quanto designata nel Consiglio dell’Agenzia Spaziale Italiana», fanno sapere fonti del Mef in merito al caso esploso nella maggioranza sulla consigliera del Ministero di Economia e Finanze finita nell’occhio del ciclone per una sua possibile nomina in StMicroelectronics, azienda partecipata dallo Stato. Non solo, riavvolgendo il nastro, il caso nasce dal fatto che lo scorso ottobre il figliastro di Tria – Niccolò Ciapetti, figlio della seconda e attuale moglie del Ministro – era stato assunto in Tinexta, un gruppo guidato da Pier Andrea Chevallard, attuale compagno di Bugno. Gli articoli della Verità e del Fatto Quotidiano da giorni hanno messo “nel mirino” l’ex membro del Cda di Banca Etruria con i grillini divenuti immediatamente ostili alla presenza della Bugno nella saura di Governo.



L’ATTACCO DEL M5S AL MINISTRO TRIA

Oltre alla presenza in Banca Etruria, la banca “dei Boschi”, il M5s contesta alla Bugno la relativa multa comminata da Bankitalia per 121 mila euro e soprattutto di non aver segnalato nel curriculum la multa: la consigliera di Tria, va detto, ha impugnato quella multa, ma questo non toglie il ruolo “delicato” che ora l’attende dopo la conferma di rimanere al Mef rinunciando all’altra nomina. Come sottolinea Repubblica, già il Movimento 5 Stelle avrebbe “sottolineato” l’attivismo della manager sul dossier Alitalia che ha visto Tria piuttosto scettico sul piano portato avanti da Di Maio e Toninelli e su altre nomine. Stando a quanto riportato oggi dall’Adnkronos, Tria avrebbe lamentato al Premier Conte l’attacco sfoderato dai grillini contro la sua consigliera e di rigetto contro il suo stesso ruolo di Ministro: «Guardate cosa mi avete fatto, Niccolò ha studiato, ha master nel curriculum». Il passo indietro fatto dalla Bugno per Stmicroelectronics, pare consigliato dallo stesso Tria, non convince però il M5s: secondo l’Adn, Di Maio avrebbe chiesto al Premier di “imporre” due condizioni sul caso-Bugno. La consigliera non dovrà entrare in Stm e soprattutto l’assicurazione che la Bugno «non si occupi più di partecipate, condizione sine qua non per restare nello staff del ministro».

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