Giuseppe Basini non è passato inosservato. L’unico deputato della Lega a votare contro l’emendamento presentato da Fratelli di Italia sulla castrazione chimica ha spiegato così la sua scelta ai microfoni di Repubblica: «Non mi piace l’idea che si voglia cambiare l’essere umano come se fosse una macchina difettosa. Se uno ha tendenze aggressive mica gli faccio la lobotomia. Io credo che bisogna stare attenti a voler modificare l’uomo. Non dimentico cosa hanno portato ideologie simili nel secolo scorso, dal nazismo al comunismo». Prosegue Basini, astrofisico di fama internazionale: «Frattura? Assolutamente no, io sono fiero e orgoglioso di essere leghista. Essendo un emendamento di Fratelli di Italia ho potuto votare secondo coscienza. Altrimenti? Se ci fosse stato in gioco la sopravvivenza del governo avrei rinunciato ai miei principi, avrei votato contro la mia coscienza. Per questo sono per la repubblica presidenziale come in America, lì i parlamentari sono liberi. E io avrei votato Trump». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
OK AL CODICE ROSSO, MA LO SCONTRO PROSEGUE
Dopo una giornata di scontri sull’ordine del giorno bocciato dall’Aula, la Camera raggiunge lo stesso il voto favorevole finale sul Codice Rosso (380 voti a favore, nessun contrario e 92 astenuti, ovvero Leu e Pd): il Governo si conferma dunque unito ma solo nei voti finali, visto che tra M5s e Lega il dibattito sulla castrazione chimica è tutt’altro che “sereno”. «La castrazione chimica non è nel contratto di governo ma la Lega, indipendentemente dai 5 Stelle, presenterà su questo un suo disegno di legge. Non si tratta di una castrazione fisica, è un trattamento terapeutico che si avvia solo con un consenso informato. È una misura di civiltà» fa sapere in serata il Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno. «La maggioranza è andata in frantumi alla Camera. Però governano né d’amore né d’accordo. Solo potere per il potere», attacca Giorgio Mulè di Forza Italia, mentre il M5s prova a superare le tensioni – almeno a livello comunicativo – pubblicando una nota in cui esprime soddisfazione per l’approvazione del Codice Rosso (senza castrazione chimica, come hanno più volte ripetuto all’alleato Governo della Lega): «La violenza sessuale sarà punita, in generale con la reclusione fino a 12 anni e se praticata in gruppo fino a 14 anni. È un testo che guarda al futuro e che riconosce nuovi diritti alle vittime indifese di crimini atroci. In questo senso va anche l’introduzione di una nuova figura di reato: la deformazione del viso, punita con la reclusione che può arrivare fino a 14 anni. Ci auguriamo che queste proposte diventino presto legge dello Stato, per porre fine a quello che è diventato ormai un massacro quotidiano».
LEGA “SCONCERTATI DAL M5S”
Secondo fonti della Lega emerse questo pomeriggio, dal Carroccio si dicono «sconcertati e dispiaciuti per il voto con cui il M5s si è schierato, con Pd e Forza Italia, contro il testo presentato da Fratelli d’Italia». Non solo, a sostegno del ddl in preparazione sulla castrazione chimica, il leghisti in Parlamento fanno sapere che si tratta di una «norma applicata in altri Paesi per limitare la violenza di pedofili e stupratori». Di contro, a stretto giro, giunge anche la pronta replica dei compagni di Governo che hanno acceso oggi una nuova faida interna alla maggioranza: «Il Movimento 5 Stelle è rimasto coerente: per noi la castrazione chimica non può essere una soluzione. Riguardo al voto in Aula, se si è trattato di verificare una maggioranza alternativa, il tentativo è fallito» spiegano in una nota i deputati del M5s che non rinunciano a far notare come gli stessi colleghi della Lega non hanno votato in maniera compatta sul provvedimento «Appare evidente che il centrodestra non esiste più, neanche su questi temi. Il dato politico è che non esiste altra maggioranza senza di noi», concludono fonti M5s all’Ansa. Tra i 126 voti favorevoli in realtà sono presenti tutti i deputati FdI e Lega, ad eccezione dell’esponente Giuseppe Basini del Carroccio.
CASTRAZIONE CHIMICA, IL GOVERNO SI SPACCA
Il Governo è stato battuto, ma forse sarebbe meglio dire il Governo diviso è stato sconfitto: sulla castrazione chimica la maggioranza infatti si è spaccata con la Lega che ha votato assieme a Fratelli d’Italia e il M5s che invece ha votato con Pd, LeU e Forza Italia. L’ordine del giorno di FdI-Meloni al Ddl “Codice Rosso” – approvato ieri nel suo emendamento più importante, la lotta al Revenge Porn, con la totalità dei voti in Parlamento – impegnava il Governo ad adottare ogni iniziativa normativa possibile per poter dare possibilità di subordinare alla castrazione chimica la concessione della sospensione condizionale della pena in caso di condanna per reati sessuali. Ebbene, a favore solo Salvini e Meloni mentre il Governo lato grillino si è espresso contro: 126 dunque i Sì all’Odg, 363 contrari e l’inevitabile bocciatura dell’Aula alla Camera. Il governo con la dichiarazione del sottosegretario Vittorio Ferraresi (M5s) si era rimesso all’aula ma il Carroccio ha voluto segnare la distanza dai rivali-alleati votando con il gruppo di Giorgia Meloni dopo che ieri sera il vicepremier Salvini aveva spiegato dopo il ritiro dell’emendamento sulla castrazione chimica «La Lega andrà avanti e presenterà la proposta di legge, ma oggi è una giornata troppo bella per guastarla con litigi. Uno stupratore non solo va incarcerato, ma va curato per impedire che ripeta le sue schifezze». Così però oggi la Lega non è riuscita a convincere i Cinque Stelle che tornano a votare contro i propri alleati di Governo, segnando un nuovo punto di scontro nel giorno in cui il Premier Conte è lontano e impegnato nella trasferta ufficiale in Qatar. «La corsa Salvini-Meloni a scavalcarsi a destra si schianta contro i numeri. Su ordine del giorno di FdI sulla castrazione chimica, la maggioranza si è spaccata e Lega e Fratelli d’Italia si sono visti bocciare l’odg con 383 voti. Il convoglio sovranista è deragliato in partenza…», attacca su Twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia.
BONGIORNO PRONTA A RILANCIARE DDL SPECIFICO
Immediata la replica di Fratelli d’Italia con Francesco Lollobrigida, «prima di straparlare di Fratelli d’Italia la collega Mariastella Gelmini farebbe bene a guardare in casa propria. Segnatamente, rispetto alla bocciatura del nostro ordine del giorno sulla castrazione chimica, facciamo notare che Forza Italia ha votato no insieme al Partito democratico, al Movimento 5 Stelle e a Leu. Il convoglio sovranista, come dice Gelmini, è quindi deragliato perché il patto del Nazareno ha votato contro». Prima della votazione sula castrazione chimica in odg, il deputato M5s Andrea Coletti aveva annunciato il voto contrario in quanto «palesemente in contrasto con la Costituzione e con le convenzioni internazionali firmate dall’Italia». Ad un “Giorno da Pecora” il capogruppo grillino Francesco D’Uva torna all’attacco sottolineando come il provvedimento non è nel contratto di Governo e aprirebbe uno spiraglio alle pene corporali «una cosa che ci spaventa tanto. Oggi Fratelli d’Italia ha proposto un odg sulla castrazione chimica e noi abbiamo votato contro? Esatto, noi, il Pd, LeU e FI. Era un ordine del giorno, un provvedimento che non ha forza di legge ma che impegna il governo a fare qualcosa. In questo caso impegnava l’esecutivo a prevedere una pena simile alla castrazione chimica e noi abbiamo detto no». Nel frattempo, il Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno tira dritto nel preparare un ddl specifico sulla castrazione chimica, in tandem con Salvini «un provvedimento più organico che avrà come oggetto anche reati gravissimi come la pedofilia. Ecco perché un singolo emendamento non era organico. Da domani saremo al lavoro su questo», annuncia la titolare della Pa.