L’esecutivo Lega-M5s ha dato il via libero al Def, ma l’aria è tesa. Saltata la conferenza stampa dopo un Consiglio dei ministri ricco di tensione, con fonti di governo grilline che hanno raccontato a Adnkronos che ci sarebbero dei malumori sul tema dell’Iva. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria avrebbe affermato che la flat tax deve essere fatta con criteri precisi, altrimenti si bloccano le clausole per l’aumento dell’Iva. Perché? Perché portare avanti entrambe per partite costerebbe tra i 30 e i 40 miliardi di euro, cifra troppo esosa per le casse dello Stato. «Il M5S non è entusiasta. Chiede più certezze sullo stop all’aumento dell’Iva, con le clausole di salvaguardia che non dovranno scattare», le parole delle fonti grilline, sottolineando che la flat tax così «è una farsa: solo due righe nella parte discorsiva del Documento di programmazione economica e finanziaria». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“FLAT TAX SI FARA’, NESSUNA MANOVRA CORRETTIVA”

«La flat tax si farà, nessun aumento dell’Iva», il giudizio positivo di Matteo Salvini dopo l’ok del governo al Def. «Confermati i programmi di governo: nessuna nuova tassa e nessuna manovra correttiva» si legge in una nota di Palazzo Chigi, con Lega e Movimento 5 Stelle che hanno raggiunto un’intesa senza malumori. E le opposizioni sono sul piede di guerra, ecco le parole di Silvio Berlusconi: «Le misure approvate hanno aumentato il debito pubblico senza creare sviluppo, il Def così come è stato annunciato non scongiura l’aumento dell’IVA e non inverte certo la rotta: ci vorranno anni per riparare a tutti questi errori». Questo il commento di Matteo Renzi: «Sul DEF le chiacchiere stanno a zero. Vanno giù PIL e posti di lavoro. Vanno su le tasse e il debito. Il palloncino populista è scoppiato davanti alla realtà. Per adesso se ne accorgono solo gli addetti ai lavori, tra poco lo vedranno anche i cittadini. Il tempo è galantuomo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DEF APPROVATO IN CDM

Atteso e ritardato per ore, il Cdm è durato poi solo mezz’ora e poco prima delle ore 20 è stato approvato per intero il Def: il Governo Conte ha così scongiurato l’aumento dell’Iva, immesso un anticipo di Flat tax (per il ceto medio) e rivisto come previsto al ribasso la crescita del Pil al solo +0,2%. Sono questi i principali punti all’ordine del giorno emersi da un Cdm “flash” concluso senza conferenza stampa e senza – per ora – una nota ufficiale che entri nel merito di tutti i contenuti del Documento di Economia e Finanza. Oltre allo Sblocca Cantieri e a rimborsi sui truffati delle banche, sono stati confermati da un lato i programmi di Lega e M5s secondo l’accordo di queste ultime ore e garantito dall’altro – come voleva Tria – il rispetto degli obiettivi dell’Unione Europea. Col Def comunque non verranno immesse nuove tasse anche se sorge un mini-giallo sull’aumento dell’Iva: come riporta Repubblica, pare che all’interno della riunione i M5s abbiamo chiesto piena certezza sul fatto che l’Iva non salirà nella prossima Manovra di Bilancio. Di Maio è stato categorico e avrebbe chiesto garanzie ai colleghi di Governo affinché non si possa per nessun motivo apportare modifiche in aumento dell’Iva sulle tasche degli italiani. Da ultimo, il governo prende atto di fatto della recessione e delinea per l’anno in corso una crescita a legislazione vigente dello 0,1% (dal +1% ipotizzato alla fine di dicembre), destinato a salire allo 0,2% conteggiando le misure che si attendono nel breve periodo, partendo dal decreto Crescita.



TAGLIO DEBITI FISCALI ALLE IMPRESE

Nella bozza del Programma Nazionale di riforma (allegato al Def) il Governo gialloverde sta pensando di inserire – anzi di estendere – la norma di sanatoria fiscale anche alle imprese. Secondo il Mef, con l’accordo di Lega e M5s, nel Documento di Economia e Finanza potrebbe rientrare anche la sanatoria che tagli sanzioni, entità ed interessi dei debiti delle imprese verso lo Stato. Elencando tutti i vari provvedimenti di rottamazione e chiusura delle “liti pendenti”, l’Ansa spiega come nel testo in Cdm «nel 2019 si valutano misure simili anche per le posizione debitorie delle imprese». Intanto la crescita del Pil viene rivista allo 0,2% mentre nel Def trovano spazio anche gli approfondimenti sui provvedimenti centrali del Governo: Reddito di Cittadinanza e Quota 100, «Sul fronte della crescita, al primo si attribuisce un beneficio di 0,2 punti percentuali di Pil e al secondo un effetto nullo» rilancia Repubblica.

PIL RIVISTO IN RIBASSO

Continuano le anticipazioni della bozza sul Def, con la possibilità concreta che restino congelati 2 miliardi di spesa: in arrivo Salvini e Di Maio a Palazzo Chigi, a breve dovrà arrivare Conte e Tria per il vertice preparatorio al Cdm di questo pomeriggio. Secondo quanto contenuto nella bozza, rilancia l’Ansa, «La previsione di crescita media del Pil in termini reali per il 2019 nella bozza del Def nel quadro tendenziale scende allo 0,1%, dall’1% del più recente documento ufficiale». La crescita tendenziale invece aumenterà nel 2020 (+0,6%), 2021 (+0,7%) e nel 2022 (+0,9%): nella stessa bozza circolata sarà comunque contenuta la tanto agognata Flat tax, con la “tripla” garanzia posta da Salvini, Tria e Di Maio. Il Ministro dell’Economia si è detto personale «garante» della misura a firma Lega mentre il leader del Movimento 5 Stelle ha spiegato arrivando a P.Chigi «tutto il mio sostegno se rivolta non ai ricchi ma, come abbiamo chiesto, al ceto medio, alle famiglie, alle imprese. Mi faccio garante del suo inserimento nel Def e della sua prossima implementazione nei tempi previsti ma non mi farei mai garante di slogan o promesse alla Berlusconi».

SALVINI “FLAT TAX PER FAMIGLIE E DIPENDENTI”

«Gli italiani ci chiedono di pagare le tasse in maniera più semplice e di pagarne di meno. Non siamo in grado di fare miracoli, ma già quest’anno pagheranno meno tasse le partite iva, gli artigiani, i piccoli imprenditori, i commercianti, i liberi professionisti. L’obiettivo è di coinvolgere in questo percorso di vantaggio famiglie e lavoratori dipendenti», avanza così il Ministro Salvini in merito all’imminente immissione di una iniziale Flat tax all’interno nel Def da varare entro domani in Cdm. Per la Lega l’obiettivo «è far pagare meno tasse ma non per nostro pallino, ma perché è un dovere e un diritto. E l’evasione la sconfiggi se chiedi meno tasse. Ma se chiedi gli incentivi a evadere, meno tasse chiedi e più è facile che la gente paghi. Noi puntiamo sulla crescita. In un momento in cui la crescita è ferma ovunque noi scommettiamo sulla crescita», rilancia ancora Salvini dal Salone del Mobile. Secondo una prima bozza del Def, sarebbero confermate le due aliquote al 15% e 20% nella riforma fiscale a firma Lega, esattamente come annunciato da Salvini già nelle scorse ore. Il M5s va verso l’ok, con il distinguo lanciato da Toninelli e ora anche da Di Maio che ieri da Fazio ha sentenziato «Non c’è problema a inserire la flat tax nel Def, ma a patto che serva a ridurre le tasse del ceto medio, se deve servire per favorire i più ricchi allora no. Ci deve essere una minima progressività».

DEF IN CDM: FLAT TAX E DECRETO BANCHE

Il Documento di Economia e Finanza è pronto per essere varato oggi pomeriggio nel Consiglio dei Ministri dove saranno inseriti anche i decreti attuativi per i risparmi ai truffati delle banche e la Flat tax: il cosiddetto Def entra nella sua fase più delicata, quella in cui il Governo Lega-M5s deve trovare la quadra in Cdm (assolutamente necessaria) per poter presentare in Ue entro domani il documento che imposta la linea di riforme e di spesa della nostra economia nei prossimi mesi, avendo come “pietra angolare” la crescita del Pil (come richiesto dall’Ue). Inseriti nel Def saranno ovviamente il Dl Crescita e il Dl Sblocca cantieri, più le norme approvate ieri dopo il vertice con le associazioni dei truffati dalle banche che vedono la “linea Tria” sui rimborsi che sembra aver convinto il Premier Conte (e anche il M5s, inizialmente scettico sulla norma degli arbitrati). Per Bruxelles la crescita potrebbe addirittura non arrivare allo 0,2% ed è questo il vero problema che il Def dovrà cercare di sistemare per approntare una serie di riforme utili alla crescita: emerge così il “nodo” della Flat tax, secondo la Lega di Salvini il vero strumento utile per una sostanziale riforma fiscale.

LE MOSSE DI TRIA E SALVINI

Come sottolinea l’Adnkronos nelle proprie anticipazioni, il Ministro Tria sarebbe pronto ad una riduzione simbolica del deficit strutturale per dare un segnale forte alla Commissione Ue in vista della prossima Manovra di Bilancio del 2020. «La realizzazione della flat tax, secondo alcune stime, potrebbe costare tra 12 e 15 miliardi di euro. Ovviamente nella formula che prevede l’aliquota al 15% per i redditi fino a 50.000 euro e un sistema che rispetti il principio costituzionale di progressività per chi supera il tetto. Non si tratterebbe, quindi, della vera flat tax, cioè di un’unica aliquota per tutti i redditi, ma di un primo passo verso la riforma fiscale», rilanciano le fonti di Adn mentre il leader della Lega chiede ancora oggi dal Salone del Mobile a Milano un Irpef al 15% per l’intero ceto medio. Tria “frena” affermando «Documento a leggi invariate, ci saranno riferimenti alla riforma fiscale in vista della legge di Bilancio» ma in sostanza la doppia mossa del Mef e del Viminale potrebbe portare a casa il risultato “migliore possibile”. In mezzo ci sono i grillini che con Conte cercano di mediare in modo da non affermare una piena Flat tax – «costa troppo» ha sentenziato Di Maio – che possa anche “aiutare i ricchi”, elemento del tutto contrario ai valori della base M5s. Secondo Tria – intervistato da Repubblica- il Governo è orientato a non fare promesse “roboanti” ma nel Def «si specificherà che si sta lavorando perché la legge di Bilancio accolga una continuazione della riforma fiscale nella direzione del programma di governo e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica fissati nello stesso Def che stiamo varando».