Torna a parlare il ministro dell’economia Giovanni Tria, una delle figure chiave del governo gialloverde, nonché uno degli esponenti dell’esecutivo maggiormente sottotiro nelle ultime settimane. Parlando ai microfoni di Repubblica il titolare del Tesoro, ci tiene a precisare innanzitutto che quanto si legge sui giornali in merito a presunte battaglie interne al governo nei confronti dello stesso, non corrisponde a verità: «Guardi, che partecipando all’attività di governo – spiega l’intervistato – non si vive quello che si legge sui giornali. Nessuno mai, in consiglio dei ministri, è venuto a dirmi le cose che leggo». Ma il giornalista non sembra essere convinto dalla replica del ministro, leggendogli alcuni dei commenti delle ultime settimane “Vada a fare il fornaio”, “Trovi il coraggio”, “Se ne deve andare”, e via discorrendo: «Intanto il fornaio è un lavoro rispettabile – commenta il ministro – e poi è chiaro che ci sono pressioni sui politici e loro cercano di rispondere in qualche modo, anche con queste dichiarazioni».
TRIA SUI RIMBORSI AI TRUFFATI E NON SOLO
Si passa quindi all’argomento cuore dell’intervista, la questione del rimborso ai truffati dalle banche. Tria spiega le misure decise dal governo nelle ultime ore, parlando di un accordo “molto vantaggioso e positivo con la commissione europea”, che permetterà di rimborsare tutti i truffati e di accelerare le procedure di pagamento “nel rispetto delle regole europee”, un punto chiave, quest’ultimo, che più volte Tria aveva sottolineato nei giorni scorsi. Un risultato, prosegue il ministro dell’economia “condiviso dal governo” nonché dalla maggior parte delle associazioni dei risparmiatori: «Nel governo – chiosa – non c’è stato scontro». Non si poteva non affrontare anche la vicenda Claudia Bugno, parente di Tria e consigliera del Tesoro: «Gli attacchi personali? Quelli non vengono da ambienti politici, e le dimensioni non le ho mai pensate ne tanto meno minacciate», e poi, scherza Tria, se mai dovesse dare le dimissioni lo farebbe per “andare un po’ in vacanza”. Infine, il ministro invita la maggioranza ad essere responsabile: «Ha un grande capitale politico – spiega – e quindi una grande responsabilità, che deve mettere al servizio della crescita».