Gli è stata tolta la candidatura a sindaco di Cagliari (tra l’altro lasciando il capoluogo sardo senza candidati) perché cattolico. In sostanza questa la motivazione del Movimento 5 Stelle nei confronti del medico chirurgo Alessandro Murenu che fino a ieri era il candidato sindaco dei 5 stelle per la città di Cagliari. Una decisione che sa di discriminazione e se è ancora vero che 2+2 fa 4, ci dice che il M5s è un partito anti cattolico, o quanto meno a una idea della fede molto sui generis. Ci si domanda poi con che serietà viene scelto un candidato sindaco per accorgersi solo dopo che le sue idee non coincidono con quelle del partito. In ogni caso il medico chirurgo dell’ospedale Brotzu tempo fa aveva espresso un paio di opinioni sull’aborto. Niente di grave, oltretutto pensando che si tratta di un medico e dunque una certa opinione sul diritto alla vita ce la dovrebbe avere proprio per la professione che fa, la quale dice esplicitamente che il dovere di un medico è cercare di salvare le vite umane. Non desta scandalo dunque che abbia scritto “Chiamare l’aborto un diritto della donna è come chiamare la lapidazione femminile un diritto dell’uomo”. La discussione se abortire sia un diritto è aperta da sempre. Anche chi non nega la possibilità di abortire si è spesso distaccato da questa concezione: un conto è garantire una possibilità in casi particolari e drammatici, un conto definire l’aborto un diritto civile, perché eliminare una vita non è possibile definirlo tale.
I POST INCRIMINATI
Lo stesso Murenu dopo le polemiche aveva chiarito che “la legge 194 non si tocca, così come non si torna indietro sui diritti delle persone omosessuali. La mia vita professionale e familiare testimonia questi valori, anche a difesa dei diritti dei migranti, ma prendo atto che con l’apertura della campagna elettorale si è messa in moto anche la macchina del fango”. Aggiungendo che “Sono state prese a caso alcune frasi e totalmente decontestualizzate”. Nel secondo post il suo riferimento a Salvini e alla lotta contro l’immigrazione era più che evidente, anche se è stato accusato di essere un post anti gay e omofobo: “Tutti coloro che prendono il Vangelo in mano per criticare le politiche sull’immigrazione, tutti coloro che lo prendono in mano per criticare il lusso della Chiesa sono invitati a prenderlo in mano anche quando si parla di aborto, eutanasia, matrimonio ecc…”. Il M5s ha giustificato la sua espulsione con l’usuale attacco ai cattolici, peraltro tirando ancora in ballo il Congresso della famiglia di Verona, che non era assolutamente sponsorizzato dalla Chiesa ma da alcuni privati cittadini appartenenti a varie associazioni: “Ci sono valori che fanno parte del Dna del MoVimento, come l’idea di una donna che ha diritti e doveri identici a quelli dell’uomo. Nel lavoro, in famiglia, in amore. Chi vuole associare rivendicazioni come quelle espresse a Verona contro la donna al simbolo del MoVimento, si sbaglia di grosso ed è fuori dal nostro progetto”. Di fatto, per i 5 stelle chiunque professi il proprio essere cattolico è oggi automaticamente un fondamentalista omofobo e anti abortista. Il che significa una deriva democratica molto grave.