In attesa delle amministrative del 6 e 7 maggio, i partiti si preparano ai test dei comuni che potrebbero definire i diversi assetti politici futuri. Il Pdl apre alla Lega, con Angelino Alfano che non considera «del tutto chiuso» il rapporto: «Noi – ha detto Alfano – abbiamo dato al Paese stabilità e riforme governando con la Lega e non abbiamo mai ritenuto chiuso del tutto il nostro rapporto con il Carroccio, nonostante la Lega abbia scelto di separarsi da noi per queste elezioni amministrative non già per un problema relativo alle singole comunità locali, ma per una scelta politica nazionale perché noi abbiamo deciso di sostenere il governo Monti e loro no». Roberto Maroni ha però respinto il pressing facendo sapere che il partito di via Bellerio deciderà le alleanze future solo durante il congresso federale del 30 giugno-1 luglio. L’ex ministro ha poi spiegato che sono gli stessi militanti a chiedere di andare avanti da soli anche alle politiche del 2013. Il Pdl spinge però soprattutto sui centristi,e «per la prospettiva – ha sottolineato ancora Alfano – non riteniamo chiuso il rapporto con la Lega così come non lo riteniamo chiuso con i segmenti moderati del sistema politico italiano, perché noi faremo una grande offensiva diplomatica per riunire i moderati italiani e far sì che loro possano tornare a governare insieme il paese». Come segretario politico, ha detto ancora Alfano, «ho come obiettivo prioritario di fare sì che il Pdl rimanga qualcosa di molto robusto, forte e integro che non vada a parcellizzarsi o a frazionarsi», e per questo «l’obiettivo è quello di tenere insieme coloro i quali hanno una visione dei problemi sociali alternativa a quella della sinistra. Il modo migliore di cominciare non è di frazionarsi ma è di unificare». Anche Casini però, almeno per il momento, respinge l’invito al mittente, spiegando che l’Udc ha «una convergenza a sostenere il governo con il Pdl e il Pd. Il giorno in cui ci presenteremo alle elezioni ci sarà una nuova offerta politica che stiamo costruendo. Il Pdl farà il suo percorso». Lo stesso leader dell’Udc è anche intervenuto per parlare di Grillo e del suo Movimento 5 Stelle, ma dice di non essere affatto impressionato: «Quello che mi preoccupa in questo momento è l’insieme di populismo e smemoratezza», ha detto Casini, spiegando che «l’antipolitica l’abbiamo già vista in azione: era quella di chi vent’anni fa agitava il cappio in Parlamento. Il grillismo di allora era la Lega. E avete visto la parabola…».
E ancora, mettendo in correlazione il movimento ispirato da Beppe Grillo e la vicenda della Lega, Casini dice: «Stessa storia, stessa vocazione, stessa fine. E siccome sono un signore non vi dico la fine che ha fatto».