“Il Pdl vincerà a Como, Monza e Piacenza e arriverà al ballottaggio a Palermo e nella pur complicata arena di Verona. Le sfide oggettivamente più difficili per il centrodestra sono Genova, La Spezia, L’Aquila e Parma, nelle altre città siamo pronti a giocarcela fino all’ultimo”. Maurizio Gasparri, presidente del gruppo del Pdl in Senato, analizza quello che per il centrodestra si preannuncia come un voto difficile, per la competizione tra Lega e Pdl che nelle ultime amministrative correvano insieme. Interessante invece il laboratorio di Palermo, dove il centrodestra sarà alleato dell’Udc e del Grande Sud di Gianfranco Micciché. Per Gasparri però “l’Udc sta compiendo scelte molto diversificate, presentandosi ora con il centrodestra, ora con il centrosinistra e ora da sola. Affermare che quindi Palermo anticipi una tendenza nazionale non sarebbe rispettoso della verità”.
Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, è convinto di poter vincere al primo turno. Accadrà realmente così?
Il candidato leghista spera di poter vincere al primo turno, ma sono convinto che si andrà al ballottaggio tra Luigi Castelletti e Flavio Tosi. Il Pdl farà meglio del Pd, perché a Verona il centrodestra è sempre stato forte. La vera criticità nella città scaligera è stato il rapporto tra i centrodestra e Tosi, cui si sono sommati dei rifiuti da parte di persone di diversa provenienza. L’indebolimento della Lega nord per le recenti inchieste potrebbe avvantaggiare il Pdl, in quanto quello del Carroccio è un elettorato moderato. Dobbiamo però tenere conto anche del fatto che si tratta di elezioni locali, e che quindi il voto andrà alla persona prima che al partito. Bisognerà inoltre capire quanto influiranno sul dato della Lega nord i recenti fatti di cronaca.
Che cosa avverrà a Como?
Ci aspettiamo di andare al ballottaggio contro il centrosinistra e di vincere. La principale difficoltà della sfida di Como è l’incognita Sergio Gaddi, lo sconfitto delle primarie del Pdl che ha deciso di candidarsi lo stesso con una sua lista civica, rifiutandosi di accettare il responso democratico. Quello di Gaddi è stato un comportamento inaudito e vergognoso, ma saranno gli elettori a regolarsi di conseguenza. La mia previsione è che la sua lista civica prenda solo una manciata di voti.
Monza è una piazza cruciale anche dal punto di vista simbolico. Il centrodestra riuscirà a espugnarla?
Andrea Mandelli è un buon candidato e ci auguriamo che possa vincere. Le condizioni territoriali sono favorevoli al Pdl e quindi contiamo in un successo, sperando di riuscire a superare le difficoltà legate al fatto che nel 2007 Pdl e Lega nord correvano insieme mentre stavolta ciascuno ha presentato un suo candidato. Sono però convinto che riusciremo a conquistare il capoluogo brianzolo al termine di un ballottaggio tra Pdl e Pd.
Genova invece è tradizionalmente una città “rossa”…
Pierluigi Vinai è un candidato indipendente, che conta su un buon consenso. Le primarie del centrosinistra hanno avuto un esito imprevisto, che speriamo favorisca il centrodestra che a Genova però non ha mai vinto. Il capoluogo ligure è una piazza complicata, chiaramente la più difficile tra le sfide che il nostro partito dovrà affrontare nelle amministrative 2012. Speriamo però di arrivare al ballottaggio, che le previsioni non danno per certo, ma per possibile.
Che cosa ci dice di Parma?
Tutto sarà condizionato dai risultati negativi della precedente giunta. La giunta di Pietro Vignali aveva una colorazione civica, e quindi si trattava di una situazione “anomala” a prescindere dalle vicende che hanno coinvolto il sindaco. La reazione popolare che c’è stata a Parma al caso Vignali sarà del resto decisiva per l’esito delle elezioni. Temo quindi che il centrosinistra potrà cogliere l’occasione e avere successo.
Lei di recente è stato a Piacenza per la campagna elettorale di Andrea Paparo…
A Piacenza il centrodestra può vincere, ha un buon candidato e la performance è alla nostra portata. Il fatto che anche la Lega nord presenti un suo candidato ci impedirà di trionfare al primo turno, ma lo faremo al ballottaggio dove pensiamo di poter raccogliere il voto dei sostenitori del Carroccio.
Palermo invece rappresenta un laboratorio molto particolare…
A Palermo abbiamo un’alleanza interessante con l’Udc e Gianfranco Micciché, leader di Grande Sud. Il nostro candidato Francesco Cascio è molto giovane ma estremamente grintoso. A sostenerlo è una coalizione molto interessante, creatasi a livello locale e che non rispecchia la tendenza nazionale, ma che per Palermo ci dà delle buone chance. Certamente ci sarà un ballottaggio, anche per le divisioni che hanno caratterizzato sia il centrodestra sia il centrosinistra. La mia previsione quindi è una sfida al secondo turno tra Cascio e Leoluca Orlando.
Che cosa si aspetta infine da L’Aquila e La Spezia?
L’Aquila è una situazione molto difficile per le divisioni nel fronte moderato. Le mie previsioni sono quindi prudenti. A La Spezia il Pdl ha organizzato le primarie, da cui è uscita vincitrice una professionista, Fiammetta Chiarandini. Storicamente anche quella è una piazza molto difficile, non abbiamo mai vinto a La Spezia e farlo in questo momento sarebbe un fatto molto significativo e importante. Speriamo di potere arrivare al ballottaggio, anche perché i candidati sono numerosi, poi si vedrà che cosa succederà.
L’alleanza con l’Udc a Palermo può essere un banco di prova per un futuro accordo a livello nazionale?
L’Udc sta compiendo scelte molto diversificate. In alcune città è alleata con noi, in altre si presenta da sola, in altre ancora, come a Brindisi, si schiera con forze di centrosinistra, in alcuni casi anche la più estrema. E’ presto quindi per dare a quanto è accaduto a Palermo il valore di un’anticipazione di un accordo nazionale. Non voglio sopravvalutare né le alleanze dell’Udc con il Pdl né quelle con il Pd, resta il fatto che affermare che Palermo anticipi una tendenza in vista delle politiche non sarebbe rispettoso della verità.
Quanti voti porteranno via al Pdl l’astensionismo e i grillini?
L’astensionismo può arrivare anche a punte del 25%, ma il dato positivo è che voterà oltre il 70% degli elettori. Si tratta di una percentuale comunque alta in una democrazia matura. I grillini, anche se dovessero andare incontro a un’affermazione significativa, sottrarranno voti all’area di centrosinistra e non a quella di centrodestra.
(Pietro Vernizzi)