La stanchezza, l’età, un momento di distrazione, quello che volete. Ma non sarà mica che Napolitano si è sentito in dovere di scomodarsi a negare il boom dei grillini per carità di patria? Per sdrammatizzare, cioè, un fenomeno che, probabilmente, ritiene nocivo o ai limiti dell’eversione. Non può certo limitarsi all’antipatia personale il gesto di un capo dello Stato che tenta di minimizzare un innegabile successo: il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è riuscito, infatti, a eleggere Roberto Castiglion sindaco di Sarego, nel vicentino, a Genova è terzo, secondo a Parma, mentre sul territorio nazionale ha ottenuto attorno al 10% dei consensi. Leonardo Morlino ci aiuta a cogliere le implicazioni di quanto sta accadendo.
Anzitutto, chi sono i grillini?
Prevalentemente, si tratta di elettori scontenti della sinistra. L’unificazione, a suo tempo, con la Margherita aveva lasciato, infatti, non pochi mal di pancia, a cui se non sono aggiunti altri a causa di questi anni di crisi; per il resto, la provenienza è eterogenea. Il Movimento 5 Stelle è riuscito a intercettare il malcontento in maniera scomposta e a tratti folkloristica, ma tutt’altro che sottovalutabile. Si tratta di un fenomeno in parte analogo a quello dei primi anni ’90, quando vi fu una riorganizzazione dell’offerta partitica. In tale situazione, i grillini possono trovare una collocazione importante.
Trova il paragone con la Lega dei primi anni calzante?
In realtà, la Lega aveva un legame diretto, seppure circoscritto territorialmente, con la vecchia Dc della quale, in parte, raccolse l’eredità. L’elettorato leghista, inoltre, è sempre stato, generalmente, individuabile in alcune categorie precise: i piccoli e medi imprenditori del nord, il popolo delle partite iva, gli artigiani. Sotto questo profilo, i grillini sono, invece, estremamente diversificati.
Quale atteggiamento crede che assumeranno i loro sindaci?
Va detto che l’antipolitica, in realtà, è politica. Ed possibile esclusivamente per il fatto che la democrazia non è in discussione e si può esprimere liberamente lo scontento; del resto, nel momento in cui si istituzionalizza e i suoi vengono eletti, questi si trovano costretti ad avere a che fare con modalità politiche concrete, seppur, magari, attraverso una strenua opposizione. Si immagini, del resto, un grillino eletto sindaco: dovrà scontrarsi con i problemi con cui hanno a che fare tutti i sindaci, e affrontarli nei termini in cui lo farebbe uno del Pdl, del Pd, o dell’Udc.
Quanto potrebbe prendere il Movimento 5 Stelle alle Politiche?
E’ presto per fare ipotesi. Tutto dipenderà dal riorganizzarsi dell’offerta politica dei partiti. Bisognerà vedere, ad esempio, se il Pdl sarà in grado di uscire dall’impasse in cui è finito.
Napolitano ha negato il boom del Movimento 5 Stelle. Che peso va dato al fenomeno?
Effettivamente, per il momento, non vedo particolari prospettive. Anche perché esiste un elettorato moderato che resiste. Certo, alle prossime elezioni, se aumentasse l’astensione, i grillini ne sarebbero avvantaggiati. Ma non solo loro. E’ prevedibile un processo di radicalizzazione che dia nuova linfa anche all’estrema destra.
A quali condizioni tale processo potrebbe innescarsi?
La partita vera si giocherà nei rapporti che la politica italiana instaurerà con Hollande e nei confronti delle nuove politiche che, eventualmente, l’Europa riuscirà ad esprimere. Le ultime chance dei partiti tradizionali, inoltre, risiedono nella riforma della legge elettorale
Cosa devono fare per non essere sopraffatti?
Pd e Pdl, per rafforzarsi, dovranno accordarsi su una legge bipolarizzante che dia, al contempo, spazio ad altri partiti; poi, per una questione, per così dire, di buona creanza, onde non essere sopraffatti dall’antipolitica, dovranno re-introdurre un rapporto diretto tra elettore ed eletto. In tal senso, la soluzione migliore è il collegio uninominale.
Storicamente, quanto tempo impiegano i partiti sorti sull’onda dell’antipolitica per “normalizzarsi”
Mediamente, processi di questo tipo si sono conclusi nell’arco di tre elezioni, circa un decennio. Questo, tuttavia, accadeva nel passato. Ad oggi, non è possibile fare previsioni.
Perché?
Sta cambiando radicalmente il contesto di riferimento. Non solo per la crisi. Nell’ultimo decennio c’è stato un grande trasferimento di ricchezza tra l’est e l’ovest, e il nord e il sud del mondo; oltre che all’interno delle stesse classi medie. Assisteremo ad un riemergere di ideologie economiche, che già si stanno scontrando in Europa. La prima è di matrice liberale e ha il sostegno delle organizzazioni internazionali e della Germania; la seconda, è maggiormente attenta alle istanze sociali e Hollande ne diventerà inevitabilmente il paladino.
(Paolo Nessi)