I sei candidati alla presidenza della Commissione Ue hanno profonde differenze, ma praticamente tutti sono concordi nel considerare il governo italiano l’esempio negativo di gestione politica. L’ultimo dibattito tra gli aspiranti successori di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione europea è stato organizzato da Euronews a Bruxelles. Il socialista Frans Timmermans e Manfred Weber della Ppe bisticciano sull’austerità, con il primo che accusa il secondo di averla sostenuta. Ma quando si tratta di analizzare il governo Conte, entrambi ritengono che abbiano un ruolo nocivo in Europa. Weber ha citato il caso Venezuela, dossier sul quale l’Europa «per colpa di alcuni individui di Italia e Grecia ci ha messo un mese a trovare una posizione comune». Timmermans invece ha parlato dei rapporti con Trump, secondo cui serve un’Europa coesa perché c’è chi «come Salvini che fa il tifo per Putin e ci indebolisce». A proposito di Salvini, Weber continua a chiudere ad un’alleanza con la Lega, come ribadito da Angela Merkel, ma è pronto a parlare con il leader della Lega. (agg. di Silvana Palazzo)
CANDIDATI COMMISSIONE UE
Nei giorni scorsi si è tenuto nella sede del Parlamento Europeo di Bruxelles il primo confronto globale con i 5 candidati alla Commissione Ue in vista delle Elezioni Europee 2019 previste nei prossimi giorni in date sparse in tutta l’Europa (in Italia saranno domenica 26 maggio, ndr). Manfred Weber per il Ppe, Frans Timmermans per il Pse, Ska Keller per i Verdi, Nico Cué per la Sinistra europea, Jan Zahradil per il gruppo dei Conservatori europei e Margrethe Vestager per l’Alde: tutti presenti al dibattito finale della campagna elettorale, salvo il candidato del gruppo sovranista di Salvini “L’Europa elle Nazioni e della Libertà” visto che al momento ancora manca ufficialmente il nome che rappresenterà il gruppo comprendente Lega, movimento di Marine Le Pen, Afd, Veri Finlandesi, Partito del Popolo danese e Fpoe austriaci. In una risoluzione votata a febbraio 2018, il Parlamento Europeo si è impegnato rifiutare qualsiasi candidato alla Presidenza della Commissione «che non sia stato designato candidato capolista prima delle elezioni europee»: questo significa che o nei prossimi giorni verrà formalizzato il nome (Salvini è il candidato n.1) oppure dovranno affrancarsi dopo il voto al Ppe o al Gruppo dei Conservatori (dove già parte Fratelli d’Italia).
ELEZIONI EUROPEE: I PROGRAMMI DEI 5 CANDIDATI
Interessanti i diversi punti affrontati dai candidati – i cosiddetti Spitzenkandidat – nel dibattito sulle Elezioni Europee: dal futuro della Ue al nodo nazionalismo, fino alla sfida dello scacchiere mondiale in mezzo a Usa, Cina e Russia. Weber ha spiegato di volere «una commissione vicina alla gente, che si occupi di questioni concrete. Juncker ha fatto un buon lavoro, ma la prossima commissione sarà di una nuova era, di apertura e ottimismo», mentre Timmermans ha replicato «rafforzare l’Europa e riformarla, con le grandi aziende che paghino le tasse, proponendo poi un salario minimo, applicare lo stato di diritto, la sostenibilità, e mettendo la crisi climatica nell’agenda della commissione». Per la Vestager, in rialzo con l’Alde (a cui affluisce il gruppo di Macron) «le aziende rispettino le regole e la cosa più importante è che gli europei possano vivere la vita che vogliono e che si sentano parte di questa comunità». Sul tema del nazionalismo, il n.1 del Ppe ricorda «siamo tra coloro che hanno fondato l’Ue, vediamo il nazionalismo e l’egoismo che prende piede ma noi dobbiamo lottare contro chi vuole distruggere l’Europa, renderla democratica». Weber ha poi annunciato la proposta di un meccanismo «per difendere i nostri valori un meccanismo di legalità vincolante indipendente” con l’uso dei fondi per sanzionare coloro che non sono pronti a rispettare i diritti fondamentali».