Si è detto come quello dello Spitenzkandidat sia uno dei metodi per eleggere il prossimo Presidente della Commissione Europea, ma non l’unico. Un concetto, questo, che Emmanuel Macron ha voluto ribadire per lanciare un messaggio forte e chiaro al Partito Popolare Europeo, fortemente indiziato di avere la maggioranza relativa al prossimo Europarlamento. Se è vero che lo schieramento che vedrà al suo interno Merkel e Berlusconi sarà probabilmente il più votato in Europa, lo è pure che sarà necessario stringere degli accordi anche con altri gruppi, i liberali dell’Alde in cui confluiranno i deputati di Macron in primis. Ed è stato proprio il presidente francese, nei giorni scorsi, a lasciare intendere che il nome di Manfred Weber non è poi così gradito. Rumors da Bruxelles suggeriscono come Macron lavori per proporre Michel Barnier, negoziatore europeo per la Brexit, che metterebbe tutti (o quasi) d’accordo. Sarà lui il prossimo Presidente della Commissione Ue? (agg. di Dario D’Angelo)
IL SISTEMA DELLO SPITZENKANDIDAT
Chi sarà il prossimo Presidente della Commissione Ue non lo sapremo dopo i risultati delle Elezioni Europee 2019, o almeno non subito: ad una settimana esatta dal voto di Bruxelles, le tattiche dei vari gruppi parlamentari pronti a sfidarsi l’uno contro l’altro alle urne nascondono ancora abbastanza bene quali potrebbero essere le “mosse” per andare ad eleggere il post-Juncker. A rigor di logica e secondo una risoluzione dello stesso Europarlamento, a scegliere il nuovo n.1 di Bruxelles vi sarà il sistema dello “Spitzenkadidat” (candidato di punta, ndr) ovvero il gruppo di candidati che ogni partito Ue ha già annunciato alla vigilia delle Elezioni Europee: Manfred Weber per il Ppe, Frans Timmermans per il Pse, Ska Keller per i Verdi, Nico Cué per la Sinistra europea, Jan Zahradil per il gruppo dei Conservatori europei e Margrethe Vestager per l’Alde: tutti presenti al dibattito finale della campagna elettorale, salvo il candidato del gruppo sovranista di Salvini “L’Europa elle Nazioni e della Libertà” visto che al momento ancora manca ufficialmente il nome che rappresenterà il gruppo comprendente Lega, movimento di Marine Le Pen, Afd, Veri Finlandesi, Partito del Popolo danese e Fpoe austriaci.
ELEZIONI EUROPEE 2019: PERCHÈ SALVINI NON HA UN CANDIDATO PRESIDENTE
Il “nodo” è tutto qui: Salvini e Le Pen non hanno indicato il candidato per due sostanziali motivi: uno, per potersi tenere la possibilità di allearsi con Ppe o Conservatori dopo i risultati delle Europee, ma soprattutto perché il sistema dello “Spitzenkadidat”, potrebbe non essere quello utilizzato per poi eleggere il nuovo Presidente della Commissione Europea. A molti Governi nazionali non piace quell’iter e nello stesso Trattato viene stabilito che «l’indicazione del presidente della Commissione spetta al Consiglio, che a maggioranza qualificata propone un nome che l’Europarlamento deve poi confermare a maggioranza dei suoi membri». Da Macron a Tusk allo stesso Conte, segnala l’Agi, hanno già fatto capire che il sistema dei candidati di punta è un metodo ma non è l’unico. Questo significa che la partita per la Commissione Ue potrebbe non essere giocata dai parlamentari eletti alle Elezioni di domenica prossima bensì dalla riunione del Consiglio Europeo, ergo, dai singoli capi di stato dei 28 Paesi Ue. È a quel punto che Salvini e Le Pen potranno tornare a giocare una partita molto importante qualora riuscissero ad acquisire un peso imponente nel nuovo Europarlamento.