La candidatura di Marco Minniti a segretario del Pd potrebbe cambiare davvero molti metri della politica italiana attuale. O forse no.
Mentre il M5s e la Lega sono oggi dati dai sondaggi oltre il 60 per cento, Minniti potrebbe essere la forza che rovescia l’onda dei consensi attuali. È uomo di sinistra (e dunque copre M5s), d’ordine (copre la Lega) e ha una storia di serietà, che gli potrebbe forse dare un plus su entrambi gli avversari.
Ciò potrebbe forse avvenire anche al di là del fatto che M5s e Lega abbiano ormai consolidato una posizione estrema come “sinistra” e persone “d’ordine”; potrebbe essere che gli italiani oggi abbiano più voglia di posizioni moderate.
Il rischio maggiore è che non ci sia più tempo per una rimonta. Ci sono forze in Gran Bretagna, ma anche in Germania e in Europa in generale, che in vista delle difficoltà del Brexit e del previsto successo sovranista alle elezioni europee di maggio pensano che l’euro sia finito e hanno smesso di opporsi allo sfacelo. In mancanza di leadership e di un piano forte contrario pensano che sia più facile non andare contro la corrente secondo cui i sovranisti sfasceranno tutto. L’America sembra non sia a favore né contro tali tendenze, semplicemente ha altre priorità: la Cina.
Se, come previsto, le forze sovraniste europee a maggio vinceranno, o comunque segneranno un’avanzata, la Lega di Matteo Salvini avrà poco da essere felice. Tutti i sovranisti d’Europa se la prenderanno con l’Italia, che ricatta tutti con il suo debito e i suoi migranti dalla Libia, e tutti uniti vorranno scaricare l’Italia o sottoporla alla Troika, con conseguenze disastrose comunque, ma difficilmente prevedibili. Facile che Salvini, se sarà ancora in questo governo a maggio, venga anche lui triturato, perché vittima dei suoi stessi “alleati” stranieri. Alla crisi economica seguirà la crisi sociale e politica, resa più violenta da un governo instabile.
Sarebbe nell’interesse della Lega, del M5s e dell’Italia arrivare al voto di maggio già con un governo più stabile, in grado di affrontare le tempeste prevedibili del dopo maggio. Troika, uscita dall’euro o soluzione all’ultimo minuto hanno tutti bisogno comunque di un governo forte, visto che questo non lo è. Hanno soprattutto bisogno di qualcuno che tratti e sappia trattare con gli altri partner europei per una soluzione meno dolorosa per tutti riguardo all’Italia e all’Europa.
L’orizzonte potrebbe essere, quindi, elezioni politiche a marzo per avere un governo al timone a maggio. Il nuovo Pd di Minniti ce la farebbe per maggio? Minniti, poi, sarà accettato dal partito o verrà azzoppato dai suoi rivali? Al momento tutto sembra incerto. Oppure, come oggi pare più facile, il governo attuale tira oltre maggio e si va al voto dopo il preannunciato sfacelo. Ma potrebbe essere un voto in condizioni drammatiche, dove M5s e Lega al governo si mettono a fare quello che davvero sanno fare: protestare a 360 gradi, usando come megafono tutti gli strumenti di potere.
In ogni caso tutto non solo è estremamente confuso, ma c’è un’accelerazione rispetto alla quale molti paiono distratti.