Qual è il ruolo dei cristiani in politica? Come possono le istituzioni europee avvicinarsi ai cittadini? Come evitare l’isolazionismo dell’Italia nella Ue? Che ruolo può giocare l’Europa contro sovranismi ed euroscetticismo? Queste domande sono state al centro dell’incontro “Chiamami ancora Europa. Bilanci e prospettive alla vigilia delle elezioni”, organizzato da IlSussidiario.net, giovedì 11 aprile, a Milano, presso il Pime. Moderati da Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà, sono intervenuti Paolo De Castro, europarlamentare del Pd, e Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia.



“I cristiani – ha detto Vittadini – sono impegnati innanzitutto nella società a costruire esperienze visibili, che possono diventare criterio per le scelte che adotteranno i politici”. Perché “essere cristiani in politica – ha sottolineato Salini – non è essere un ghetto dove si dicono certe cose, ma essere aperti alla domanda di tutti e pronti a rispondere”.



“C’è bisogno di più Europa – ha dichiarato De Castro – perché i singoli Stati da soli non sono in grado di rispondere alle sfide di un mondo globalizzato. Ecco perché la speranza è che le forze europeiste continuino ad avere quella dimensione paragonabile a quella avuta nelle legislazioni precedenti”.

Ma l’Europa deve cambiare. “Negli ultimi anni – secondo Vittadini – è diventata come il castello di Kafka, un punto lontano dalle esigenze dei cittadini. Invece bisogna tornare a parlare con le persone presenti nei corpi intermedi”. Sul punto si è detto d’accordo anche Salini: Per riavvicinare le istituzioni europee ai cittadini è necessario che la politica torni a guardarli, a guardare cosa fanno, torni a immedesimarsi con loro”.



Ecco, in questi video, le risposte di De Castro, Salini e Vittadini.