Matteo Salvini
e Francesco Facchinetti fanno fronte comune su immigrazione e sicurezza. Il ministro dell’Interno ha pubblicato su Twitter un video dell’intervento del conduttore radiofonico e televisivo, nonché manager, e lo ha commentato. «Sono d’accordo, e rilancio: il buonismo ha rovinato l’Italia, perché ha fatto venir meno il RISPETTO», ha scritto il leader della Lega. Inoltre, ha assicurato che questo governo ha deciso di segnare un cambiamento rispetto al passato. «Ma su immigrazione, sicurezza, certezza della pena, legittima difesa abbiamo invertito la rotta, e siamo solo all’inizio! Io non mollo», ha concluso Matteo Salvini. Nel video ripubblicato dal titolare del Viminale c’è l’analisi di Facchinetti che parte dal caso di Desirée Mariottini, la 16enne drogata, violentata e lasciata morire. «Parlo da padre, ho 38 anni e ho quattro figli. Ho deciso di vivere in questo paese, di fare impresa qui e crescere i miei figli, ma ho paura. Pensare che una ragazza di 16 anni con delle problematiche possa incontrare degli individui con uno che afferma “meglio lei morta che noi in galera”…».
MATTEO SALVINI “FRANCESCO FACCHINETTI HA RAGIONE”
Francesco Facchinetti
nell’intervento a Domenica In aveva puntato il dito contro lo Stato e in particolare il sistema giudiziario italiano. «La legge cosa fa? Se volete apriamo il vaso di Pandora e controlliamo quanti assassini si sono fatti 9-10 anni di galera. Questo non va bene». Ma è probabilmente questa la frase che Matteo Salvini ha condiviso maggiormente, visto che nel suo tweet vi ha fatto riferimento: «Nel 2018 il buonismo dobbiamo buttarlo nel cestino. Ci siamo rotti le scatole». Facchinetti ha risposto anche a chi lo definisce fascista per le posizioni che prende: «Persone mi hanno detto che non posso dire queste cose, mi hanno dato del fascista, ma io sono realista. Ci sono persone che chiedono pene esemplari». Il conduttore e agente ha fatto riferimento da Mara Venier ai casi di persone che uccidono e si rendono responsabili di violenze e poi escono dopo pochi anni dal carcere. «Non è un problema delle forze dell’ordine, ma della legge e del non Stato che non agisce rispetto a queste problematiche oggettive. A sei anni andavo all’oratorio in bicicletta da solo, io oggi non faccio uscire soli i miei figli nemmeno per stare a venti metri da casa».