Reduce da una manovra economica a dir poco contestata, con l’iniziale bocciatura dell’Unione Europea e il ricorso alla Corte Costituzionale del Partito Democratico, il Governo M5s-Lega deve fare i conti con un’agenda fittissima e non mancano le polemiche tra i gialloverdi. Negli ultimi giorni si è aperto il dibattito sui migranti: il caso Sea Watch ha visto affrontarsi a distanza il ministro dell’Interno Matteo Salvini, deciso a perseverare suulla linea dei porti chiusi, e i piani alti del Movimento 5 Stelle, con il premier Conte e Luigi Di Maio che hanno aperto alla possibilità di accogliere gli extracomunitari. Ma non solo: lo scontro politico sul decreto sicurezza ha visto sì in prima linea il Pd, ma anche gli amministratori locali pentastellati hanno deciso di osteggiare la riforma voluta dal capo del Viminale.



GOVERNO M5S LEGA: SCONTRO TOTALE

Frizione delle ultime ore il referendum propositivo, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle: dopo l’iniziale braccio di ferro le distanze sembravano essersi accorciate, con lo “scambio alla pari” sulla legittima difesa, ma il Carroccio non ha intenzione di mollare sul quorum. La prima polemica del 2019 però è andata alla lotta alla casta, con il leader politico pentastellato Di Maio che ha fissato come priorità dell’esecutivo il taglio degli stipendi ai parlamentari. Tema centrale ma non immediato per la Lega, con Salvini che ha sottolineato come siano altri i provvedimenti imminenti su cui concentrarsi. E attenzione alle grandi opere, con la Tav Torino-Lione che vede il M5s isolato e in battaglia con il resto del mondo politico: dopo la sconfitta sul gasdotto Tap, i grillini non hanno intenzione di fare altri passi indietro su uno dei temi ambientalisti più dibattuti degli ultimi mesi. Insomma, è scontro totale, senza dimenticare che i numeri al Senato non sorridono più di tanto

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