Sono più di un milione le domande pervenute all’Inps attraverso le poste, i centri per l’impiego e il web, riguardanti il reddito di cittadinanza. Un numero senza dubbio importante anche se molto minore rispetto a quello ipotizzato dallo stato, che si ritrova così un tesoretto da 1.8 miliardi di euro nelle casse. Il reddito di cittadinanza, da quando è stato pubblicizzato dal Movimento 5 Stelle, ha sempre diviso le folle: da una parte chi approva l’iniziativa per contrastare la povertà, dall’altra, chi si oppone alla stessa, con il rischio che diminuisca il lavoro, o peggio, che si lavori in nero prendendo in contemporanea il reddito. Sembrerebbe far parte di questa seconda schiera il noto imprenditore Flavio Briatore che come riportato da Askanews ha specificato: «Il reddito di cittadinanza è una ca**ata». L’ex manager della Benetton, parlando all’assemblea annuale della Federalberghi ha aggiunto: «Creiamo posti di lavoro prima di dare tutte queste garanzie alla gente, che poi queste garanzie disinvogliano anche qualcuno che ha voglia di fare. Se il governo dà a una persona 700 euro di reddito di cittadinanza per non fare niente, bisognerebbe che dessero la possibilità agli imprenditori di pagare la stessa cifra: gestire il lavoratore per aiutarlo a crescere e poi, se è bravo, assumerlo». Quindi il proprietario del Billionaire ha concluso: «La gente ha bisogno di lavorare, i ragazzi vogliono lavorare». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
REDDITO DI CITTADINANZA: 1.8 MLD DI FONDI INUTILIZZATI
Nuovi dati sul reddito di cittadinanza, nuovo tesoretto per il Governo M5s-Lega. Come riporta Il Sole 24 Ore, le risorse che a fine anno risulteranno non assorbite dalle domande accolte dall’Inps sono destinate ad arrivare a quota 1,6-1,8 miliardi di euro. Una dote che risulterà inutilizzata nel 2019 e che apre “la caccia” alle risorse in eccesso: il Movimento 5 Stelle punta a indirizzate quella cifra su famiglia e lavoro, con Luigi Di Maio che ha spesso parlato di istituzione del modello francese. Ma la Lega non sta a guardare: Salvini è al lavoro per concretizzare le sue proposte fiscali e quelle per favorire la produttività. Attenzione però al meccanismo di compensazione con i vincoli fissati dalla legge di bilancio per evitare sforamenti di spesa e dispersioni di fondi, come evidenzia il quotidiano. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
INPS: “1 MILIONE DI DOMANDE”
L’Inps ha dato annuncio questa mattina che la misura fortemente voluta dal M5s e inserita nel Decretone assieme alla Quota 100, il Reddito di Cittadinanza, ha raggiunto e superato quota un milione di domande fino al 30 aprile scorso: la nota dell’Istituto arriva in un momento delicato per la misura assistenziale di sostegno al lavoro, visto lo scontro in atto nel Governo tra Lega e M5s in vista delle Europee, coinvolgendo da ieri anche il RdC dopo l’attacco sferrato da Salvini. Nell’attesa di capire come e se verrà modificato nei prossimi mesi la base essenziale del Reddito, per l’Inps è ancora una volta la Campania a confermarsi “regina” delle domande richieste con oltre 172 mila, seguita dalla Sicilia con oltre 161mila. Al terzo posto troviamo il Lazio (93.048), la Lombardia (90.296) e la Puglia (90.008): in fondo alla classifica stilata dall’Inps troviamo Friuli Venezia Giulia e Basilicata con circa 12 mila richieste e ancora meno richiedenti registrati in Trentino Alto Adige (3.695) e Val d’Aosta (1.333 domande effettuate). Secondo il presidente designato Inps Pasquale Tridico, le domande cresceranno ancora anche se vi sarà un risparmio previsto dall’Istituto a quasi 1 miliardo «rispetto agli stanziamenti», con il M5s che intende utilizzare dunque quella cifra per nuovi sostegni alle famiglie.
NUOVO SCONTRO SALVINI-DI MAIO SUL REDDITO DI CITTADINANZA
Nel pieno del caso Siri riesploso ieri nel Governo, Salvini dall’Ungheria aveva lanciato un personale “sfogo” contro il Reddito di Cittadinanza spiegando come i M5s ancora non capirebbero che l’unico modo per rialzare l’economia italiana è la riduzione delle tasse e non la misura “assistenziale” prevista dal Decretone (pure votato dalla Lega). «Ridurre le tasse è l’unico modo per far ripartire il Paese: il reddito di cittadinanza non fa ripartire l’Italia. Per noi la flat tax si può fare anche domani: abbiamo tanti progetti, spero non ci sia nessuno all’interno del governo che rallenti quella che è un’emergenza nazionale perchè ridurre le tasse è l’unico modo per far ripartire il Paese. Puoi mettere una toppa col reddito di cittadinanza per aiutare chi non ce la fa, ma il Paese lo fai ripartire dando lavoro altrimenti la vedo difficile». Il Premier Conte ha provato a replicare ieri su Facebook alle “critiche” anti-RdC ma era evidente il riferimento alle polemiche sollevate da Salvini qualche ora prima: «Il reddito di cittadinanza è stata una riforma che ha suscitato diffidenze e reazioni ostili, qui da noi in Italia e anche all’estero. Abbiamo dovuto intestardirci e mostrare la massima risolutezza per realizzarla. L’abbiamo infine realizzata e adesso sta dando i primi frutti. Sono davvero orgoglioso di questo risultato. Questa è la Politica, quella con la P maiuscola, che si mostra attenta ai bisogni dei cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili, e procede determinata in direzione dell’equità e della giustizia sociale, andando contro tutti coloro che invece difendono l’esistente». In mattinata anche Di Maio ha voluto mettere l’accento sulla “sua” misura, spiegando come «La nostra funzione non si esaurisce con il reddito di cittadinanza, ora pensiamo al ceto medio. La fase 1 è stata quella del reddito, ora c’è la fase 2. Dal reddito di cittadinanza avanza 1 miliardo di euro e lo sposteremo sugli aiuti alle famiglie che fanno figli, seguendo il modello francese».