Torino-Lione sì, Torino-Lione no: settimane di grande dibattito sulla Tav, arriva anche la presa di posizione del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli. L’esponente M5s ha commentato ai microfoni della Reuters: «Anche stavolta faremo sintesi con la Lega, tenendo conto di un contratto di Governo che parla chiaro. Se si farà, vorrà dire che vale la pena farla e io comunque avrò verificato che non si sprecano i soldi dei cittadini. Dunque, avrò operato al meglio». Prosegue Toninelli, che tiene a precisare che in caso di via libera all’Alta Velocità non si tratterebbe di una sconfitta politica per i grillini: «Stiamo lavorando per poter chiudere il dossier prima delle Europee. Per farlo dovremo fare una sintesi sia interna al governo che con la Francia. Le deduzioni di Parigi, in accordo con la Ue, saranno ovviamente tenute in grandissima considerazione». Infine, una battuta sull’ipotesi referendum: «Se i cittadini lo chiedono, il referendum è uno strumento cui non possiamo opporci. Ma il dibattito deve essere informato e l’analisi costi-benefici serve anche a questo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GENTILONI CHIAMA SALVINI
Le parole di Roberto Fico sulla Tav appaiono come un sonoro avvertimento al leader M5s Luigi Di Maio, mentre le altre forze politiche sono tentate da una maxi-alleanza per dire sì alla Torino-Lione. Paolo Gentiloni, ex premier ed esponente del Partito Democratico, ha spiegato a La Stampa: «Sulla Tav questo dobbiamo essere molto netti. Io apprezzo la proposta di referendum del presidente Chiamparino, perché ha messo a nudo le contraddizioni del governo. Ma la Tav sta andando avanti, sono stati già spesi dei miliardi e, per cancellarla, il governo dovrebbe prendere una decisione in quel senso. Ma è del tutto evidente che in Parlamento non c’e’ una maggioranza per farlo. Punto». Il dem ha poi aggiunto a proposito di una intesa con la Lega di Matteo Salvini in Parlamento: «Per confermare la Tav in questo Parlamento c’è un’ampia maggioranza, grazie ai voti del Pd, di Forza Italia, della Lega e di altri. Per quante acrobazie propagandistiche possa fare Salvini, andare in piazza o cavarsela con un referendum, mi sembrano atteggiamenti al limite della presa in giro. Degli elettori, in particolare di quelli del Nord». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PIANO B PER LA TAV
Sabato a Torino sono scesi in piazza sindaci e partiti del fronte sì Tav, continua la battaglia politica per la Torino-Lione. Tra l’ipotesi referendum e le tensioni tra Lega e Movimento 5 Stelle, spunta un piano B per l’Alta Velocità: come riporta Il Messaggero, avanza un progetto che consenta sia di completare l’opera che di ridurre i costi, così da disinnescare la consultazione popolare che crea imbarazzi ai pentastellati. Un’intesa è possibile, ma è necessario mettere mano al progetto originario: secondo fonti governative, questo piano alternativo potrebbe fare risparmiare fino a 1,5 miliardi di euro, riducendo i costi di alcuni interventi e spalmando nel tempo la spesa complessiva. Una strada che permetterebbe inoltre di rispettare gli impegni assunti con la Francia, evitando un bagno di sangue a livello economico: il quotidiano capitolino sottolinea che bloccare la Tav costerebbe fino a 3,4 miliardi di euro tra la rescissione dei contratti, gli appalti già avviati, il ripristino degli scavi e le varie penali.
PD PREPARA MOZIONE, M5S CONTRO IL REFERENDUM
I Sì Tav ora puntano al Senato, con il Partito Democratico che promette battaglia: i dem infatti sono al lavoro per presentare subito una mozione per sbloccare gli appalti. Intervistato da La Stampa, il senatore Mauro Laus ha precisato: «Finché il Parlamento esiste, usiamolo. Lunedì depositerò, come primo firmatario, una mozione che impegna il Governo a procedere, in tempi brevi, alla prosecuzione dei lavori della linea ferroviaria Torino-Lione sbloccando gli appalti in capo a Telt». L’esponente del Pd poi aggiunge: «Sono migliaia i cittadini piemontesi, amministratori, sindaci, esponenti politici di tutta Italia che chiedono il completamento e la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. È questo il momento per chiedere un’assunzione di responsabilità politica a chi, fino a oggi, ha giocato a nascondino e al gioco delle tre carte solo per prendere tempo e tenere insieme una maggioranza destinata ad implodere». Ma il Movimento 5 Stelle non cede, con il presidente della Camera Roberto Fico che ha spiegato ai microfoni de Il Fatto Quotidiano: «Bisognerebbe innanzitutto chiarire di che tipo di referendum parliamo. E comunque per la Costituzione per indirne uno servono 500 mila firme, e se accadesse non avrei nulla da dire. Piuttosto avrei da dire se il Movimento appoggiasse un referendum sul Tav, questione che non ha mai lontanamente posto. Il M5S è costituzionalmente contrario a quest’opera. Ricordo che la prima riunione nazionale dei meet up venne fatta nel 2005 a Torino, per unirsi alla protesta dei No Tav». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)