IPSOS (27 NOVEMBRE): REDDITO DI CITTADINANZA-QUOTA 100 “BOCCIATI”
Mentre il dibattito politico ancora si snoda attorno al Reddito di Cittadinanza proposto dal M5s e inserito assieme alla Lega come fulcro della Manovra Economica, i sondaggi politici svolti da Ipsos hanno provato ad evidenziare le tante perplessità che l’elettorato manifesta davanti al sussidio assistenziale. Con esso, anche la proposta della Lega sulle pensioni – l’ormai famosa Quota 100 – non sembra nutrire grandissime aspettative dagli intervistati nel sondaggio Ipsos: è stato chiesto infatti nelle rilevazioni «per consentire la realizzazione di misure come il Reddito di Cittadinanza e Quota 100, lei sarebbe disposto a..?». Ebbene, le risposte non danno molta tregua a Di Maio e Salvini: il 49% afferma che non sarebbe disposto a fare nulla, di fatto “ammettendo” che quelle misure inutili o addirittura dannose per l’economia italiana. Per gli altri, il 21% si potrebbe invece rinunciare a qualche servizio pubblico pur di avere pensione anticipata e sussidio ai lavoratori; il 15% addirittura si spinge oltre e dice di poter acquistare anche titoli di stato italiano pur di avere nella prossima Manovra Quota 100 e Reddito M5s.
INDEX (22 NOVEMBRE): SALVINI FIDUCIA ALLE STELLE, CROLLA DI MAIO
Se nelle intenzioni di voto lo “spread” tra Lega e M5s si allarga sempre più ma in maniera “graduale”, nei sondaggi politici sulla fiducia personale nei singoli leader italiani Matteo Salvini “sbaraglia” l’intera concorrenza, in primis il compagno di Governo Luigi Di Maio. Nelle ultime rilevazioni fatte da Index Research lo scorso 22 novembre, il consenso per il Ministro degli Interni supera un italiano ogni 2 tra il campione degli intervistati: al netto dei problemi sulla manovra e sulle singole riforme, convince ancora la carica “personale” di Salvini che dopo Berlusconi e Renzi interpreta il nuovo “uomo nuovo” della politica italiana. 52% per il leader della Lega, mentre il Premier Conte rimane al 41% al secondo posto nella fiducia degli italiani. A calare e di molto è il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio al 39% in netta crisi dopo i tanti casi “interni”, da ultimo l’inchiesta de Le Iene contro l’azienda del papà Antonio: il Governo gialloverde ad oggi vale “più” del leader M5s (40%) mentre le opposizioni sono sempre più in crisi, ancora al 27% ben al di sotto della media nei passati Governi. Dato curioso: dopo lo scontro tra il Governo e l’Unione Europea, la fiducia nelle istituzioni di Bruxelles diminuisce (30%) ma non “crolla” come si potrebbe pensare a vedere i sondaggi sempre “alti” per l’esecutivo.
WINPOLL (25 NOVEMBRE): INTENZIONI DI VOTO, SALVINI TIENE AL 31,5%
Matteo Salvini tiene “al comando” anche negli ultimi sondaggi politici stilati da Winpoll Scenari Politici lo scorso 25 novembre: davanti alla Manovra bocciata dall’Ue, la reazione dei consensi vede comunque essere premiata la linea di Salvini considerata più credibile e “spendibile” rispetto ad alcune uscite di Di Maio e dei suoi membri nel Governo (Laura Castelli docet..). In termini “numerici”, la Lega tiene botta al 31,5% davanti al Movimento 5 Stelle in calo lieve al 26,5%, solcando ancora una volta uno “spread” considerevole rispetto agli altri partiti all’opposizione: risale bene Berlusconi con Forza Italia che torna a sfiorare il 10% (al 9,8% in questi ultimi sondaggi politici) mentre Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia non va oltre il 3,7%. Per ora Centrodestra comunque “mangiato” in gran parte da Salvini che potrebbe anche sfruttare i prossimi mesi per logorare ulteriormente il collega vicepremier Di Maio proprio facendo leva sulla differenza evidente di consenso (che inverte i rapporti di forza rispetto ai seggi in Parlamento).
WINPOLL (25 NOVEMBRE): LA CORSA DEL PD VERSO LE PRIMARIE
Il Partito Democratico invece riprende la sua personale “corsa” alle Primarie dei prossimi mesi, alla ricerca di una identità per ora ancora “perduta” dopo il flop del Renzismo: i sondaggi politici di Winpoll premiano in realtà il Pd, tornato al 19% anche se resta distante tanto Di Maio quanto l’irraggiungibile Salvini. In attesa di scoprire chi tra Zingaretti e Minniti la spunterà al Congresso, è la sinistra stessa a non godere di un grande periodo “elettorale”: i dem stentano e probabilmente si capirà solo prima delle Europee quale sarà la vera cifra e forza politica, Leu vale il 2% ma si è già sciolto dopo neanche un anno di vita, Potere al Popolo risale molto lentamente all’1,4% e non trovano unità di intenti con le altre forze radicali della Sinistra. Infine Emma Bonino con +Europa vale ancora oggi, nel silenzio generale, il 2,7% dei consensi nel Centrosinistra.