EUROMEDIA (12 DICEMBRE): REDDITO KO, SEGUIRE “CONSIGLI” DELL’EUROPA

Il Governo Conte non solo è “osteggiato” in Europa dalla Commissione per cercare di ridurre al “minimo” l’impatto di spesa della Manovra Economica ma anche al suo stesso interno trova diversi dissidi per le misure principali della Legge: i sondaggi politici di Euromedia inquadrano bene la situazione attuale chiedendo agli elettori intervistati se Quota 100 e Reddito di Cittadinanza possano, ad oggi, essere considerati un motivo di traino o di inferno per l’economia italiana. Ebbene, per il M5s la bocciatura è netta visto che solo il 20% sostiene che lo Stato sia pronto alla misura assistenziale del Reddito di Cittadinanza; la Lega invece sorride, visto che il 58,1% considera favorevole al superamento della Legge Fornero la sostituzione della “quota 100”. È stato poi chiesto sempre nel sondaggio di Euromedia se il Governo debba accettare le richieste della Unione Europea e ridurre il debito: ecco, qui il giudizio è diviso ma vede comunque il 54,8% convinto che Salvini e Di Maio debbano fare un passo indietro come tra l’altro sembra che stiano compiendo in questi giorni.



TWIG (11 DICEMBRE): PRIMARIE PD PORTERANNO ALLA SCISSIONE?

Cambiando radicalmente fronte di analisi, le Primarie Pd saranno il secondo argomento più interessante del nuovo anno politico (il primo in ordine temporale, ndr) e i sondaggi osservati dalla casa sondaggistica Twig mostrano non pochi problemi. In primo luogo, vi è un 33% di elettori dem che voterebbero ad oggi Marco Minniti, anche se l’ex Ministro di è ritirato ufficialmente dalla corsa al Congresso per “vedute diverse” con l’ala renziana che lo sosteneva. Con Zingaretti al 39,3% e Maurizio Martina al 27%, quella importante cifra del 33% potrebbe far raggiungere l’agognato 51% a uno degli altri due ancora in corsa: il problema è capire chi e soprattutto vedere dove la componente “vicina” a Matteo Renzi potrebbe recarsi nella difficile post-sconfitta alle Elezioni del 4 marzo e addirittura del Referendum Costituzionale. Il secondo problema riguarda però l’eventuale “scissione” interna al Partito Democratico, e anche qui Renzi è “chiamato” in causa: il 21,9% degli elettori dem nei sondaggi Twig ritengono molto alto il rischio di una scissione dopo il Congresso, mentre il 49,4% dice “abbastanza alto” come rischio. Solo il 21% complessivo si dice certo che il Pd rimarrà tale anche dopo il voto del 3 marzo prossimo.



PIEPOLI (11 DICEMBRE): SI RIDUCE FORBICE TRA LEGA E M5S

I sondaggi politici di Nicola Piepoli, storicamente in questi primi mesi di Governo, hanno sempre mostrato dati del M5s più “alti” della media delle altre rilevazioni più importanti e non si smentiscono neanche in questa prima decade di dicembre ricca di “tensioni” nella maggioranza e di preoccupazioni per una Manovra che ancora non convince nonostante l’abbassamento del deficit al 2,04%. Nelle intenzioni di voto osservabili sul portale del Consiglio dei Ministri, la Lega tiene al meglio in testa al gruppo dei partiti con il 31% dei consensi nazionali, mentre Di Maio con il M5s insegue al 28% più in “salute” rispetto ad altri sondaggi politici di questo periodo. Per quanto riguarda gli altri movimenti, Forza Italia viene data in rialzo al 10,5% mentre la Meloni non abbandona il 4% “tanto amato” di Fratelli d’Italia. Per quanto riguarda il Partito Democratico, le tensioni interne in vista del Congresso di marzo non fanno salire i sondaggi oltre l’attuale 17%, sempre molto distante dalle quote gialloverdi.



PIEPOLI (11 DICEMBRE): REDDITO DI CITTADINANZA, LA BOCCIATURA CONTINUA

Per i partiti minori, +Europa al 2%, Nci allo 0,5% e Articolo 1-Mdp al 2,5% completano la lista dei sondaggi politici prodotti da Piepoli: in merito alle coalizioni, i dati raggiunti dal Centrodestra restano sempre molto alti e in teoria potrebbero avere la maggioranza completa laddove Salvini decidesse il “ribaltone” sfilandosi dall’alleanza con il Movimento 5 Stelle. 46% per Lega-FI-FdI, contro il 19,5% del Centrosinistra che comunque non riesce a battere il “solitario” Movimento 5 Stelle. Nel merito di una delle misure più sostanziali ma anche più discusse della Manovra, il Reddito di Cittadinanza, continua la bocciatura dell’elettorato: alla domanda, «Lei ritiene che lo Stato sia pronto per il reddito di cittadinanza?», la risposta è secca e netta, un No al 65% e solo un 27% che invece crede nell’attuabilità della misura fortemente voluta da Di Maio.