Un governo che mantiene il 55% della fiducia degli italiani, un quarto dei cittadini che restano attaccati al Movimento 5 Stelle, un Salvini sempre più in alto nei sondaggi: tutto questo dopo che l’accordo con Bruxelles è nei fatti una sonora sconfitta. Così dice il sondaggista Aldo Ferrari Nasi di un’opinione pubblica che si ostina pensare che la non penalizzazione dell’Italia sia dovuta ai meriti di Conte. Ecco cosa ci ha detto.
Quello che il governo ha portato a casa da Bruxelles sulla manovra è una vittoria o una sconfitta? Perché gli italiani non sembrano avere le idee chiare.
Personalmente, da analista, lo giudico una sconfitta. Il titolino che darei a questa vicenda è “dal 2,4 al 2,04%”, dati che mettono l’operato del governo in pessima luce.
In che senso?
Il nostro governo è andato a muso duro contro Bruxelles per poi tornare a casa con una posizione che poteva essere concordata subito tranquillamente senza mandare per aria i mercati e perdere tutti i soldi che si sono perduti. Creando anche un clima di sfiducia.
Questo lo dicono esperti e media, ma a giudicare dai sondaggi non sembra che gli italiani pensino sia stata una sconfitta.
Lo stesso motivo di cui abbiamo parlato visto in modo speculare dà al governo la vittoria, lo si vede dai sondaggi. Tutti si sarebbero aspettati un sensibile calo, invece il governo ha avuto una sorta di spinta verso l’alto.
Sondaggi che parlano di una fiducia del 55% nei confronti del governo e di oltre il 56% per Conte, risulta anche a lei?
Sì e sono percentuali che stanno dando un po’ tutti, non è poco dopo sei mesi di governo. La pubblica opinione ha percepito il definirsi della vicenda — lo stop all’avvio della procedura di infrazione da parte dell’Europa — come il risultato degli sforzi del Governo e del colpo di reni di Conte, che ha saputo accendere la scintilla per risolvere la situazione. Però, la situazione, era stata provocata proprio dall’Italia…
Eppure si legge che i 5 Stelle in questi ultimi giorni avrebbero perso un milione e mezzo di voti, è così?
Sì, i sondaggi sono da tempo concordi nel registrare un calo nei 5 Stelle rispetto alla Lega. Però, se fossimo ai mondiali, il girone sarebbe: Di Maio, Salvini, Germania, Malta; ed i sorteggi sarebbero: Di Maio contro Germania e Salvini contro Malta. Voglio dire, Salvini si è scelto la cosa facile da fare, prendersela con i migranti, cosa che comunque meritava sacrosanta attenzione. Di Maio si è preso argomenti come il lavoro e lo sviluppo economico. Siamo la settima potenza economica mondiale, non si scherza su questo. Anzi, a parer mio è sceso poco in relazione al tipo di difficoltà affrontate. Solo ai primi annunci per il “decreto dignità” si sono mosse tutte le categorie sociali: partiti, sindacati, Confindustria, imprenditori. Senza contare il reddito di cittadinanza: pure la Camusso è contro. Eppure il partito è oltre il 25%, insomma, più di un quarto degli elettori. Come osservatore sono curioso di vedere anche Salvini, quando si paleseranno certe contraddizioni, ad esempio le ultime affermazioni su una rapida eliminazione della mafia, o, più prosaicamente, quando si concretizzeranno gli aumenti delle tasse previsti nei prossimi anni dalla manovra attuale.
E’ vero che c’è un partito degli astenuti del 38%?
Nei sondaggi si chiamano astenuti o indecisi per comodità mediatica, in realtà sono persone che non rispondono alla domanda chi voterebbe, è una area di non voto che poi si ricolloca quasi in toto. I sondaggi, va sempre ricordato, fotografano il momento e non possono essere una previsione di voto, anche se li si fa passare per tali. Molti di quei voti si ricollocano per appartenenza d’area (es. centrodestra-centrosinistra) e poi, si veda l’esempio di Berlusconi, in campagna elettorale un leader e un programma convincente riesce a recuperare anche 15 punti percentuali in pochi mesi.
Come si rimescola l’elettorato in vista delle elezioni europee?
Non ci sarà rimescolamento perché si va col proporzionale e ci sarà una sorta di conta. Il rimescolamento si vedrà con le amministrative. Questo governo che sembrava nato zoppo sta reggendo bene, per la Lega ci dovrà poi essere una scelta giallo-verde o centro-destra, solo che per Salvini il centrodestra non esiste più. Tenendo conto che il Pd e Forza Italia ormai non esistono praticamente più, sarà interessante vedere all’atto la nuova sinistra, cioè i 5 Stelle, e il nuovo centrodestra, la Lega. Ma per quanto i numeri gli diano oggi forza, non credo che Salvini da solo ce la possa fare. La Meloni in quell’area è quella che si sta comportando con più coerenza, non sostenendo le iniziative “di sinistra” del governo, ma non opponendosi a quelle di destra. Porterebbe una significativa zeppa del 4% e sarebbe un alleato affidabile. Se nell’area che era di Forza Italia nascesse qualcosa di realmente credibile, si aprirebbe la strada ad un’alleanza nuova nei protagonisti e, obiettivamente, più naturale di quella giallo-verde.