IPSOS (26 DICEMBRE): PREMIER A CONFRONTO, CONTE BATTE TUTTI

Sempre nei sondaggi prodotti da Ipsos per il Corriere della Sera si prova ad analizzare, a 6 mesi dall’insediamento del Governo Conte, come la figura del Presidente del Consiglio sia “stimata” e “valutata” dagli elettori intervistati. Nell’anomalia dell’esecutivo gialloverde, dove sono Salvini e Di Maio a dettare la linea tramite il Contratto di Governo, il premier-avvocato invece che pagare dazio in termini di consenso vede confermare il suo già alto 60% nel momento dell’insediamento. Interessante l’analisi fatta dai sondaggi politici di Ipsos visto che han preso i dati sulla fiducia degli ultimi Premier sia all’inizio del loro Governo che a sei mesi dall’elezione: ebbene, Conte “fisso” al 60% batte tutti, da Gentiloni (39% nel 2016) a Letta (54% nel 2013), da Berlusconi (55% nel 2008) fino a Romano Prodi nel 2006 (40%). Nonostante Renzi abbia avuto un dato più alto durante il suo insediamento (appena dopo l’exploit del Pd alle Europee 2014), il 63%, già dopo sei mesi pagava dazio e scendeva al 56%, comunque al di sotto dell’attuale Presidente del Consiglio nell’esecutivo gialloverde.



IPSOS (26 DICEMBRE): CONTE AL 60%, FLESSIONE LEGA

Anche i nuovi sondaggi politici spiegati questa mattina da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera, gli ultimi dell’anno per la casa Ipsos, certificano un andamento a più velocità per il Governo gialloverde: benissimo il Premier Conte, al 60% dei consensi ben al di sopra dei momenti di massimo splendore a Palazzo Chigi per Renzi e Berlusconi, mentre in leggera flessione la Lega e crollo continuo del M5s dopo il 4 marzo 2018. Le diverse immagini date dai sondaggi politici fanno capire anche un’altra importante novità rispetto al passato: la “guerra” è tutta tra i due partiti di Governo, mentre le opposizioni semplicemente non ci sono. «Per la prima volta il partito di Salvini, che ha comunque raddoppiato i suoi consensi dal 4 marzo, rallenta e perde tre punti rispetto al mese precedente. Ma se sul fronte Carroccio emerge l’interruzione di una ascesa eclatante, per i pentastellati il logorio invece continua e i consensi virtuali per il partito del vicepremier Luigi Di Maio scende di cinque punti rispetto alle  politiche e si attesta oggi al 27%, segnando -0,7% rispetto a novembre», spiega Pagnoncelli ai colleghi del CorSera. Salvini tiene però come consenso personale, anche lui al 60% ma in flessione rispetto al 64% di inizio dicembre.



EMG PER AGORA’ (21 DICEMBRE): PER IL 43% IL GOVERNO CADRA’ NEL 2019

Nonostante l’ampio consenso che l’esecutivo bicefalo Lega-Movimento 5 Stelle riscuote ancora in una percentuale molto alta degli italiani, negli ultimi giorni si nota che qualcosa si muove anche se si parla di decimali. Tuttavia, uno dei dati più interessati di un sondaggio dello scorso 21 dicembre e realizzato dall’istituto EMG per il programma televisivo Agorà, circa il 43% degli italiani si dice sicuro che il Governo cadrà nel 2019, dunque ben lontano dalla prospettiva di legislatura indicata da Matteo Salvini e Luigi Di Maio; inoltre, tra gli intervistati sono due su tre (il 68%) quelli che oggi voterebbero per lo stesso partito a cui hanno concesso la propria preferenza nella tornata elettorale dello scorso 4 marzo. Interessante pure le risposte date alla domanda “Chi conta di più nell’esecutivo?” col leader del Carroccio che viene scelto dal 56% del campione, con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio rispettivamente al 20 e 12%, staccatissimi. Passando invece ai singoli schieramenti, si registra una lieve flessione della Lega che perde 0,7 punti e si attesta al 31,4%, laddove il M5S cresce di un +1,5% e arriverebbe a quota 27,9: insomma la forbice tra i partiti di Governo si riduce, mentre il PD si mantiene sostanzialmente stabile al 18% (piccolo incremento) e Forza Italia all’8,5%, frenando lo smottamento delle ultime settimane. (agg. di R. G. Flore)



DEMOS (20 DICEMBRE): LEGA AL 32%, BERLUSCONI DIETRO IL 10%

I sondaggi politici degli ultimi mesi, va detto, sono ormai quasi tutti concordi: la Lega di Matteo Salvini è il primo partito in Italia e per notevole distacco sopra il M5s che in pochi mesi passa dal 34% all’attuale 25,7%, in attesa del ritorno di Alessandro Di Battista atteso da tutti i grillini come il “nuovo” che possa dare una sterzata verso le origini allontanandosi dalla eccessiva sovrapposizione con il Carroccio (la principale accusa mossa a Di Maio dalla sua stessa base M5s). Nei sondaggi prodotti anche poco prima di Natale (da Demos) si osserva come Salvini per ora abbia preso diversi consensi nell’elettorato grillino e proprio per questo i prossimi mesi politici saranno alquanto tesi per osservare come e in che modo i due partiti di Governo si avvicineranno alle Elezioni Europee. Nel frattempo, le intenzioni di voto mostrano una Lega ancora al 32,2%, un Di Maio fermo al 25,7% e un Partito Democratico che continua a non crescere e rimane al 17,5%. Male anche Berlusconi, sotto il 10% anche in questo Natale (9,1% i consensi di Forza Italia), mentre la Meloni resta ancorata al “suo” 3,6% di FdI: +Europa al 2,5%, la galassia di Sinistra un tempo dentro Liberi e Uguali prenderebbe ad oggi il 3% alle urne, mentre infine il più radicale Potere al Popolo salirebbe al 2%.

QUORUM (19 DICEMBRE): IL 40% PREMIA IL GOVERNO CONTE

Quorum ha espresso i propri ultimi sondaggi politici del 2018 mostrando, in un particolare domanda, il “polso” attuale degli elettori intervistati in merito alla tenuta nei primi mesi del Governo Conte: se nelle varie intenzioni di voto, Lega e M5s sono ormai distanziati da diversi punti in favore di Salvini, nel computo generale “perdono” qualcosa in termini di consenso ma restano tutto sommato premiati dal lavoro nei primi convulsi mesi di Governo. Alla domanda, «Pensando a quanto fatto in questi mesi dal Governo, sostenuto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle e presieduto da Giuseppe Conte, mi può dire quanto è…», la risposta “molto soddisfatto” vede il 3,8% delle scelte, mentre sale al 35,2% la risposta “abbastanza soddisfatto”. Un 40% che resta ancora con il Governo Conte, mentre il 28,3% si dice “poco soddisfatto” e addirittura il 32,7% boccia su tutta la linea l’esecutivo gialloverde. Se si torna dagli elettori di Lega e M5s, ovviamente, il consenso ottiene cifre “bulgare” che sfiorano il 90%.