EMG (19 FEBBRAIO): PRIMARIE PD, ZINGARETTI “STRACCIA” MARTINA
Nel giorno in cui la mozione Martina-Richetti subisce una durissima battuta d’arresto con la diffusione dell’audio choc su WhatsApp dove il Matteo emiliano di fatto scarica il suo candidato Segretario («dato spazio a Lotti e De Luca, Martina per me può andare a cagare domani mattina..»), i sondaggi politici alle Primarie Pd stilati da Emg Acqua esprimono un netto vantaggio in vista del voto ai gazebo per il prossimo 3 marzo. Nicola Zingaretti ha visto aumentare la forbice sul diretto avversario, per l’appunto Maurizio Martina, con il 58% del Governatore Lazio contro il 34% dell’ex Segretario reggente del Partito Democratico. Fuori dai giochi, per ora, Roberto Giochetti-Anna Ascani che non vanno oltre l’8% su scala nazionale. Un Pd sconvolto anche dal caso parallelo dell’arresto dei genitori di Matteo Renzi: sempre i sondaggi di Emg hanno chiesto agli elettori intervistati se la dichiarazione dell’ex premier «se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo» sia condivisibile. Ebbene, per il 71% degli elettori Pd, Renzi ha ragione, mentre il 23% ormai non crede più nella leadership e neanche nella “vittima di processo mediatico” che incarna oggi il senatore di Firenze. Se si guarda però all’elettorato “generale”, il sostegno a Renzi cala decisamente e solo il 32% gli concede ragione in merito al delicato e intricato caso dell’arresto di Tiziano Renzi e Laura Bovoli.
TECNÈ (18 FEBBRAIO): LE INTENZIONI DI VOTO
Le Europee di maggio si avvicinando e la Lega di Matteo Salvini, superato (quasi del tutto) l’ostacolo del processo Diciotti, veleggia dritto verso un nuovo trionfo: i sondaggi politici stilati da Tecnè la piazzano al primo posto tra i partiti italiani, con la smentita avvenuta proprio oggi della possibilità remota di una lista unica Lega-M5s in vista del voto europeo. A Salvini non conviene proprio vedendo le intenzioni di voto emerse da Tecnè negli scorsi giorni: il 33% ad oggi voterebbe per il Carroccio, mentre il Movimento 5 Stelle crolla ancora sotto il 25% e si piazza – dopo settimane di polemiche proprio per la subalternità alla Lega – al 23,2% in vista del voto di maggio. Non fa meglio il Pd che nelle mere intenzioni di voto non va oltre il 16,9% su scala nazionale: cresce Berlusconi e raggiunge il 12% mentre si conferma in salute Fratelli d’Italia, sfruttando anche il recente trionfo di Marsilio alle Regionali in Abruzzo. Tutti gli altri partiti citati nei sondaggi, messi assieme, non vanno oltre al 10% e sono tutti, singolarmente, sotto il 2-3% come soglia.
TECNÈ (18 FEBBRAIO): CENTROSINISTRA RAGGIUNGE IL M5S
Sempre i sondaggi politici di Tecnè, ma sul fronte coalizioni, vedono una situazione da un po’ mancante sugli scenari della politica italiana. Con la Lega che trascina in testa il Centrodestra, è il recupero del Centrosinistra che colpisce non tanto per i numeri ma per la discesa abbastanza netta del Movimento 5 Stelle: come recentemente detto anche dal leader Di Maio, «se non siamo organizzati è meglio non partecipare ai voti locali», lasciando però intravedere la possibilità in futuro di una campagna elettorale assieme ad altri gruppi politici. Se però dovesse succedere a livello locale, perché non ipotizzarlo anche su scala nazionale? Al momento resta utopia, ma visti i sondaggi potrebbe anche non essere una decisione sempre da scartare per la base M5s: i dati sulle coalizioni vedono il Centrodestra al 49,8%, i grillini al 23,2% e il Centrosinistra unito (con Pd, +Europa, ex Leu e altri mini partitini) che incalza al 21,8% con vista sorpasso all’orizzonte se dovesse realmente “esplodere” (in senso positivo) il manifesto-progetto verso maggio “Siamo Europei” di Carlo Calenda, sottoscritto da tutti e tre i candidati alle Primarie del Partito Democratico.