INDEX (13 MARZO): VERSO EUROPEE, SOVRANISTI O PRO-UE?

Le Elezioni Europee si avvicinano e di certo, assieme alle Amministrative locali saranno un vero e impegnativo banco di prova non solo per il Governo gialloverde ma per tutti i partiti un anno dopo il voto delle Politiche che ha “sconvolto” il Parlamento definendo la fine della Seconda Repubblica: i sondaggi politici che già oggi provano a tastare il terreno di quello che potrà succedere il prossimo 26 maggio sono interessanti perché di fronte ad una semplice domanda si intravede già il “nuovo” bipolarismo per ora solo sul fronte Europeo ma ben presto, forse, anche dirimente nel nostro Paese. La domanda dei sondaggi Index è semplice: «Se alle elezioni europee si presentassero solo due coalizioni, europeista e sovranista, Lei quale sceglierebbe?». Ebbene, l’equilibrio è praticamente massimo: il 40,6% ad oggi opterebbe per i partiti e movimenti Europeisti mentre il 42,3% sceglierebbe i sovranisti, dunque in linea con Lega, FdI e in parte il Movimento 5 Stelle. La scelta Ue-critici Ue è importante e tutt’altro che scontata dove forse non peseranno “solo” le intenzioni di voto nazionali (dove Lega e M5s dominano quasi al 60%) ma anche il senso e il giudizio di una alternativa modalità di concepire l’Europa e il rapporto con l’Italia.



TECNÈ (7 MARZO): LE INTENZIONI DI VOTO

Resta sopra il 30% da oltre 5 mesi consecutivi, ha doppiato i propri voti rispetto alle Elezioni Politiche e ha confinato in poco tempo il M5s alla stregua del secondo partito di Governo: si tratta ovviamente della Lega di Matteo Salvini che anche negli ultimi sondaggi politici stilati da Tecnè rappresenta il primo partito italiano con netta distanza da tutti gli altri. I sondaggi sono stati commissionati da Forza Italia-Berlusconi e vedono proprio il movimento nato nel 1994 come maggior partito in “crescita”, dal 10,8% di ottobre 2018 al 12,5% del 7 marzo 2019. Per il Movimento 5 Stelle i numeri raccontano quello che Berlusconi desiderava, ovvero un calo deciso dal 28,7% al 22,2% in questo inizio marzo: i sondaggi poi raccontano di un balzo netto del Pd “nuovo” di Zingaretti dal 16,7% al 20,3% delle ultime intenzioni di voto. Chiudono Fratelli d’Italia al 4,2%, +Europa al 3,3% e tutte le altre liste, accomunate, che non superano il 6,3%.



INDEX (7 MARZO): LE POLITICHE DEL PD

Nei sondaggi politici stilati da Index invece è stato chiesto agli elettori Pd quali delle politiche elencate nell’indagine fosse di particolare spunto e “ispirazione” per il nuovo Partito Democratico in vista delle Europee ma anche dopo: ebbene, ben il 41,2% ritiene come sostenere il Reddito di Cittadinanza sia una giusta battaglia, anche se impostato dal M5s. Il 46,8% addirittura ritiene che la giusta strada sull’immigrazione, dopo la “deriva salviniana” sia quella inaugurata da Minniti (anche se non poi così dissimile dalla Lega, ndr) mentre ben il 73,4% ritiene che il Pd debba assolutamente sostenere la realizzazione della Tav. Quota 100 sulla riforma pensioni convince invece molto poco (solo il 32,6%) mentre un marcato europeismo dovrà essere bandiera dei dem nei prossimi appuntamenti elettorali per il 54,6% degli intervistati.

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