Le intenzioni di voto presentate ieri ad Agorà dal Masia mostrano dei sondaggi politici con un titolo “eloquente”: “Maledetta primavera”, ma non è la meravigliosa “hit” di Loretta Goggi bensì il periodo di forte calo per il Movimento 5 Stelle e in parte anche per la Lega. Il Governo perde terreno anche se rimane largamente il più “votato” d’Europa in questo periodo di forte crisi per quasi tutte le democrazie europee di livello e l’Italia non è da meno: Salvini resta al 30,9%, saldamento in testa e aumentando il dato rispetto a metà marzo, mentre è Di Maio a vedersi drasticamente ridotto il consenso sceso fino al 23,4% in tendenza con le ultime settimane ma in netto calo rispetto anche solo a fine 2018. I sondaggi di Emg Acqua mostrano poi un Centrodestra ancora in difficoltà senza la componente leghista: Forza Italia al 10%, Fratelli d’Italia al 4,8% mentre Noi con l’Italia resta ad un bassissimo 0,6%.



EMG (21 MARZO): ARRESTO DE VITO, FINE M5S?

Per quanto riguarda invece il Partito Democratico, l’effetto Zingaretti traina ancora e dopo l’elezione del nuovo Segretario – che riporta i dem all’antica disposizione più Sinistra che Centro – sale al 21%, seguita da Più Europa al 3% e tutti gli altri partitini di Centrosinistra che insieme fanno un 3,5% su scala nazionale. Chiudiamo le intenzioni di voto dei sondaggi politici Emg con Potere al Popolo che non cala (complice anche i casi migranti) e resta all’1,6%. Più interessante è invece il secondo sondaggi proposto da Masia sempre ad Agorà dopo il terremoto politico avvenuto ieri a Roma, come continuo epilogo senza fine di una gestione – quella Raggi – con più problemi che altri. Perse altre due pedine nel caotico scacchiere del Campidoglio: prima l’arresto del Presidente d’Assemblea Marcello De Vito (fedelissimo della rivale di Virginia, Roberta Lombardi) e poi l’indagine a carico di Daniele Frongia, altro braccio destro della sindaca nonché Assessore allo Sport di Roma. Lo sfondo è il medesimo, il caso Stadio della Roma, ma agli elettori è stato chiesto di più: «l’arresto di De Vito segna la fine del mito dell’onesta nel Movimento 5 Stelle», si chiede nel sondaggio. Ebbene, per il 61% i Sì nonostante l’espulsione diretta ricevuta dal leader Di Maio, è schiacciante mentre solo il 21% ritiene che il fattore onestà resti ancora nel M5s come vessillo politico.

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