Nelle intenzioni di voto prodotte dagli ultimi sondaggi politici di Termometro Politico emerge ancora una volta una Lega in testa ai consensi degli italiani con un buon 32% in tenuta nonostante le difficoltà emerse nelle ultime settimane tra Def e litigi con gli alleati di Governo: Salvini “tira ancora” mentre per Di Maio e la compagine M5s è più il Pd che si avvicina che non il Carroccio che diviene alla portata. I numeri dei sondaggi dicono che per i pentastellati il 22,6% è un dato ancora in netto calo, col Partito Democratico di Nicola Zingaretti che – nonostante le difficoltà interne per il componimento delle liste verso le Europee 2019 – raggiunge il 21,7%. Guardando in casa Centrodestra, è sorprendere il dato emerso su Fratelli d’Italia: i sondaggi di Termometro Politico danno Giorgia Meloni con un grande balzo in su nei consensi fino al 5,6%, non lontanissimi da Forza Italia che non superare quota 10% (Berlusconi resta al 9,6% su scala nazionale).



TERMOMETRO POLITICO (10 APRILE): POLITICA E SALARIO MINIMO

Gli altri partiti piccoli raccolgono in vista delle Elezioni Europee un buon 3% per PiùEuropa-Bonino e Italia in Comune, mente i sondaggi politici sulla Sinistra danno un attuale 2,3% su scala elettorale che supera l’1,4% di Verdi-Possibile e l’1% di CasaPound. In merito alle misure e ai contenuti che il Governo intende approntare verso il voto di fine maggio, interessante per gli analisti di Termometro Politico è il tema del salario minimo lanciato tanto dal Pd quanto dal M5s in un ipotetico “asse” che in futuro potrebbe nascere tra Zingaretti e i grillini. Ebbene, per il 25% la proposta del Pd di 9 euro netti all’ora come minimo stipendio è favorevole e positiva, mentre il 31% ad oggi sceglie ancora Di Maio che invece propone 9 euro lordi all’ora come misura più realistica. Il salario minimo viene richiesto anche da un altro 10% di elettori intervistati nel sondaggio, anche se richiedono sia assai più alto di 9 euro netti all’ora: il 13,6% invece non è d’accordo con alcuna misura perché manderebbe le imprese in difficoltà mentre l’8,7% è convinto che col salario minimo c’è il forte rischio che le aziende delocalizzino il lavoro.

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