Secondo i sondaggi e i dati raccolti dal Parlamento europeo basandosi sui dati dei principali istituti di sondaggi dei vari paesi, le forze euroscettiche sono in vantaggio rispetto alle forze tradizionalmente europeiste. Sia Popolari che Socialdemocratici perdono 5 punti percentuali mentre Lega e Marine Le Pen aumentano del 3,3%, questo soprattutto grazie alla Lega. Come infatti ci ha confermato Lorenzo Pregliasco dell’Istituto YouTrend, il partito di Salvini si conferma primo partito italiano con la possibilità di conquistare ben 27 seggi. Ecco la situazione italiana nello specifico.



Secondo gli ultimi sondaggi dell’Eurocamera, i partiti pro-Ue sono in calo, mentre le forze populiste hanno ripreso slancio. E’ un trend che confermate?

Dipende dal metodo che si usa per valutare i sondaggi, ma certamente le proiezioni effettuate a oggi dicono che il fronte sovranista pur con i popolari non arriverebbe a una maggioranza. Poi naturalmente c’è il tema dei seggi del Regno Unito, paese che ancora non sappiamo se voterà il 26 maggio. Secondo quanto da noi monitorato sembra che la Lega possa avere 27 seggi, dunque confermarsi primo partito italiano.



E’ ancora sopra il 30%, ma il suo trend sembra essere in frenata. E’ così?

In realtà, dal suo massimo di fine febbraio-inizio marzo, quando la Lega toccava il 33%, adesso c’è un lieve calo nei sondaggi che la porta al 32%.

La vicenda Siri può danneggiare, e di quanto, la Lega?

Lo vedremo nei prossimi giorni, direi che è chiaro il tentativo dei 5 Stelle di lucrare su questa faccenda. Vedremo, ma sinceramente non penso possa avere un grande impatto.

Sul caso Siri il M5s è tornato a essere giustizialista, chiedendone le dimissioni. Quanto paga oggi il giustizialismo in termini di consenso elettorale?



Quello del giustizialismo è un tratto che caratterizza i 5 Stelle, in questa fase sembra che vogliano riprendersi uno spazio andato un po’ perso. La posizione su Siri si inserisce in questa ottica, ma è qualcosa che sta accadendo da alcune settimane, non è l’unico caso in cui notiamo questo atteggiamento da parte dei pentastellati.

In effetti il M5s sembra aver superato la fase più difficile e fa registrare negli ultimi sondaggi un piccolo rimbalzo. Continuerà fino al 26 maggio?

Quello che noi vediamo è una stabilità costante nelle ultime tre settimane, che però non è negativa dato che in precedenza da ottobre fino a inizio aprile c’era stata una discesa. E’ un dato  stazionario. Se continuerà adesso non possiamo saperlo.

Il Pd si è arroccato sul 20% e da lì sembra non schiodarsi. Cosa può fare Zingaretti per cercare di rilanciarlo?

Con il Pd assistiamo alla dinamica opposta del M5s. Tra febbraio e metà marzo c’era stata una crescita evidente, dopo di che con l’elezione del nuovo segretario si è arrivati a un dato stazionario. Credo che la risposta su cosa possa fare Zingaretti sia complessa. In questa fase fino al voto di maggio l’obiettivo è arrivare secondi e vincere il derby con i 5 Stelle. Mi sembra che Zingaretti stia cercando di riprendere temi e idee care al centrosinistra aprendosi poi a Calenda, a cui è stato dedicato un bel pezzo del simbolo elettorale. Sarà importante a vedere se riuscirà a mobilitare i propri elettori.

Se Lega e M5s dovessero ottenere un buon risultato alle europee, nonostante i continui battibecchi, l’azione di governo potrebbe riceverne beneficio oppure uno dei due potrebbe essere tentato di rompere l’alleanza, accasandosi con altri alleati?

Non penso che romperebbero, neanche oggi sono incentivati a farlo, naturalmente può sempre precipitare la situazione ma al momento non c’è voglia di separare le strade. A maggior ragione con un risultato positivo di entrambi che li rafforzerebbe nella volontà di restare uniti.