E’ stato interrogato nella giornata di ieri il governatore della regione, Attilio Fontana, in merito alla vicenda di presunti tangenti in Lombardia. L’interrogatorio è durato quasi tre ore e a fianco del presidente lombardo vi era anche l’avvocato Jacopo Pensa. Uscito dalla procura di Milano quest’ultimo ha commentato così l’interrogatorio parlando ai microfoni del quotidiano Repubblica: «È stato come andare a vedere un film, dai titoli di apertura a quelli di coda. Più chiaro di così – ha aggiunto – non poteva essere, questo lo hanno inteso anche loro (i pm, ndr), tutto perfettamente coincidente coi fatti che sono avvenuti, che sono fatti da niente, si parla nulla». Il vis-a-vis di Fontana con i pm si è reso necessario alla luce delle indagini per abuso d’ufficio in relazione alla nomina in regione dell’avvocato Luca Marsico, suo ex socio di studio. Fontana è giunto presso gli uffici della polizia giudiziaria poco prima delle ore 16:00, dopo che negli scorso giorni aveva ricevuto invito a comparire. Il governatore non si è sbilanciato più di tanto alle domande dei cronisti: «Questo chiedetelo ai magistrati – la sua risposta alle curiosità dei giornalisti – ho dato le risposte alle domande che sono state poste». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TANGENTI IN LOMBARDIA, FONTANA INTERROGATO
Si è detto sereno Attilio Fontana, il governatore della Lombardia al termine dell’interrogatorio durato circa 3 ore con i pm di Milano, in cui il numero uno del Pirellone ha rivendicato la scelta dell’avvocato Luca Marsico, suo ex socio in studio legale, che gli è valsa l’accusa di abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano che ha fatto luce su un vasto sistema corruttivo in Lombardia e che ha portato a 43 misure cautelari. Come riportato da Sky, all’uscita dal colloquio con i pubblici ministeri, il governatore leghista ha dichiarato:”Ho chiarito tutto, sono più che sereno e ho chiarito quella che era la mia posizione”. Una versione ribadita anche dal suo legale difensore, Jacopo Pensa, presente insieme a Fontana all’interrogatorio, che a sua volta ha dichiarato:”Sono fatti da niente, si parla di nulla”.
FONTANA INTERROGATO DAI PM
Il motivo dell’interrogatorio di Fontana è da ricondurre all’invito a comparire recapitatogli nei giorni scorsi dai pm. Rispondendo alle domande degli inquirenti, il presidente lombardo ha motivato la nomina dell’avvocato Marsico come componente del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti al Pirellone, decisa con decreto dirigenziale del 31 ottobre scorso firmato anche da lui, come la volontà di non disperdere le sue competenze. Da qui la scelta, tra le varie possibilità che si sono presentate, della persona a lui più vicina alle sue passate esperienze e anche la meno lucrosa (un incarico da 11.500 euro all’anno). Secondo Sky i pm, però, gli hanno contestato che quell’incarico era passato attraverso un “avviso pubblico” a cui hanno partecipato in 60, di cui almeno dieci, a detta degli inquirenti, con profili migliori di Marsico. Fontana avrebbe risposto che quell’avviso, in realtà, non attivava alcuna procedura di gara o selezione, non prevedeva una selezione né una graduatoria sui curricula.