Il Governo Conte scommette, al fine di favorire la transizione occupazionale, sul potenziamento delle politiche attive del lavoro all’interno del percorso che dovrà portare, nei prossimi mesi, verso la nuova, ennesima ma necessaria, riforma degli ammortizzatori sociali. Si istituisce così con la manovra, presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, un nuovo fondo denominato “Fondo per l’attuazione di misure relative alle politiche attive rientranti tra quelle ammissibili dalla Commissione europea nell’ambito del programma React EU”, con una dotazione, già significativa ma plausibilmente ampliabile, di 500 milioni di euro nell’anno 2021. Sarà, poi, un nuovo decreto a disciplinarne il funzionamento specificando, ad esempio, nel dettaglio le misure che saranno ritenute ammissibili al finanziamento.



Le risorse, insomma, per iniziare un percorso di riqualificazione del capitale umano del nostro Paese non dovrebbero mancare. Si fornisce, peraltro, anche una cornice ben delineata con il riferimento esplicito alla REACT-EU (un acronimo che in inglese significa “assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa”).



Questa, nell’attuale quadro, rappresenta un’iniziativa strategica dell’Europa che porta avanti, e amplia, le misure di risposta alla crisi, e per superarla, orientandole verso una ripresa economica che si immagina verde, digitale e resiliente.

REACT-EU erogherà, nei prossimi anni, finanziamenti per i settori economici più importanti e che saranno cruciali per gettare le basi di una nuova solida ripresa. Tra questi vi saranno, ovviamente, investimenti per sostenere il mantenimento dell’occupazione, anche attraverso regimi di riduzione dell’orario lavorativo, come la nostra Cig, e per aiuti, per molti aspetti innovativi, ai lavoratori autonomi.



Le risorse potranno, inoltre, essere destinate a sostenere misure per la creazione di posti di lavoro, in particolare a favore dell’occupazione giovanile e nelle piccole e medie imprese che caratterizzano il nostro tessuto produttivo.

Le risorse e il quadro generale in cui adoperarle sembrano, quindi, esserci. È ora il tempo che la politica, di maggioranza e opposizione, dialoghi insieme alle parti sociali, le amministrazioni locali, il terzo settore e con tutti i soggetti che vorranno, con responsabilità diverse, mettersi in gioco. Il rischio è, infatti, che, per l’ennesima volta, si perda l’occasione di rilanciare il Paese e dargli una prospettiva nel mondo che verrà dopo la pandemia del Covid-19.