Attesissimo il nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte, l’ennesimo. Così atteso che nelle ultime ore è circolata sui social e sul web una bozza “fake” che ha fatto scattare l’allarme. Il timore è una forte limitazione nella vita privata delle persone, nello specifico di controlli all’interno delle proprietà private. Curioso anche l’aspetto relativo ai matrimoni: “Possono essere svolti con la sola presenza dei soggetti che devono intervenire secondo le norme dello stato Civile alla celebrazione e non più di dieci invitati. La mancata osservanza della disposizione determina l’invalidità del matrimonio stesso”. Ma questa bozza “fake” è un giallo, perché se il Ministero della Salute l’ha definita falsa, è pur vero che ci sono ministri, interpellati anche loro dall’agenzia di stampa Ansa, che hanno confermato invece che si tratta di una “bozza di lavoro” che in parte verrà recepita dal Dpcm. Tanti però gli elementi che non tornano di quel documento, come abbiamo evidenziato nell’approfondimento in fondo. (agg. di Silvana Palazzo)



“BOZZA NUOVO DPCM” È FAKE

Sui social come Facebook e Twitter, così come su WhatsApp, sta circolando la presunta bozza del nuovo Dpcm del Governo. Il documento in questione si presenta come un testo ufficiale, ma è falso. Il decreto, che conterrebbe “misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale”, secondo quanto indicato dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 197 dell’11 ottobre 2020. Ma non c’è alcun Dpcm datato 11 ottobre e, come fa notare il sito anti-bufale FactaNews, il numero 197 della Gazzetta Ufficiale risale al 7 agosto scorso. Il Ministero della Salute è poi intervenuto per smentire l’autenticità della bozza con una nota inviata alle agenzie e pubblicata dall’Ansa che quindi ha parlato di “documento fake”. Quello della circolazione di bozze di provvedimenti prima della loro pubblicazione è una dinamica che si è ulteriormente diffusa nella fase più acuta dell’emergenza, perché il processo di stesura di un Dpcm, ad esempio, richiede diverse revisioni, che incrementano la possibilità di fughe di notizie.



POLIZIA A CASA PER IDENTIFICAZIONI? SUI CONTROLLI…

Le fake news “migliori” sono quelle che riescono a intrecciarsi con la realtà e soprattutto l’attualità. Questo è il caso della bozza “fake” del Dpcm. Nelle ultime ore è scoppiato infatti il dibattito, anche sui social oltre che in tv e nell’opinione pubblica, riguardo la proposta del ministro della Salute Roberto Speranza di vietare le feste private. Nella bozza in questione si legge: “Nei luoghi privati il titolare, sia che trattasi di abitazioni familiari o sedi associative, può consentire l’accesso a un massimo di dieci persone diverse dal proprio nucleo familiare risultante dall’anagrafe comunale. Per assicurare il rispetto di tale prescrizione gli incaricati dalla pubblica autorità potranno in qualsiasi momento chiedere l’accesso e procedere alla identificazione dei soggetti presenti nell’immobile”.



Il documento è un fake, come abbiamo ribadito, quindi il problema non si pone? Non proprio. Il ministro Speranza ha parlato di segnalazioni e controlli attraverso la collaborazione con le forze di sicurezza che, secondo quanto proposto dal ministro, potranno intervenire appunto in base a segnalazioni dei vicini e, quindi, riporta Repubblica, “entrando negli appartamenti e chiedendo l’identificazione dei presenti”. Nelle intenzioni, dunque, il Governo va nella direzione di quanto indicato nella bozza, ma questo pone delle importanti controversie dal punto di viste legale. Lo stesso premier Giuseppe Conte aveva dichiarato che “lo Stato non può entrare nelle case degli italiani”.