Come sempre accade in occasione degli scontri tra Polizia e manifestanti, anche dopo gli eventi di Pisa e Firenze si è generata un’ampia ondata di odio contro le divise sui social. Ad alimentare questi sentimenti, come nuovamente sempre accade, ci sono i ‘soliti’, per così dire, partiti di estrema sinistra, che hanno in alcuni casi un’ampia influenza sui giovani, proprio quegli studenti vittime dei manganelli degli agenti. Il quotidiano Il Giornale ha condotto un’interessante analisi, all’indomani degli scontri a Pisa, per comprendere meglio chi ci sia dietro all’odio contro la Polizia, scoprendo che si nascondono quelle stesse persone che guidano e alimentano le piazze in occasione delle manifestazioni, specialmente quando volano i manganelli.
Chi muove l’odio contro la Polizia? L’analisi del Giornale
Innegabilmente la rete e i social hanno fornito agli agitatori un modo comodo ed utile per diffondere il loro odio contro la Polizia, permettendogli di raggiungere molte più persone e, soprattutto, moltissimi giovani. Tra i tanti agitatori che Il Giornale ha individuato ci sono i ‘Giovani di sinistra‘, che definiscono in un post le forze dell’ordine “una banda di squadristi in tenuta antisommossa”. Più drastici, invece, i militanti di ‘Osservatorio repressione‘ che arrivano, addirittura, a chiedere l’abolizione delle forze dell’ordine, unico metodo per “porre finalmente fine” alle aggressioni ai danni dei manifestanti.
Un posto di prim’ordine, però, nelle frange dell’odio contro la Polizia lo ha sicuramente il partito ‘Potere al popolo‘, che sui social avanza l’ipotesi che dietro alle manganellate a Pisa vi siano i “piani alti”, che avrebbero ordinato la “repressione”. Peraltro i militanti del partito erano anche in primissima linea sia a Pisa e a Firenze, oltre ad essere l’ispirazione per ‘Osa‘ e ‘Cambiare rotta‘, organizzazione studentesche con seguaci soprattutto universitari, ma anche con frange nei licei. Non a caso, peraltro facendo proprio quell’odio verso la Polizia gridato da ‘Potere al popolo’, entrambi i collettivi minori hanno indetto due giorni di occupazioni scolastiche, ritenendola una risposta “giustificata dopo i manganelli a Pisa e Firenze”. Insomma, ciò che emerge è una costante tristemente chiara, che indica come l’odio, sui social ma anche in piazza e nelle scuole, sia diffuso soprattutto dai partiti di estrema sinistra.