Polizia tecnologica in Cina: una nuova frontiera del controllo di massa
Della polizia tecnologica in Cina ne parlano in pochi e ancora meno persone sanno di cosa concretamente si tratti. A fare luce sulla questione è proprio uno dei poliziotti impiegati in questa particolare missione, Zhang Qi, al quotidiano cinese China Daily, spiegando anche in cosa concretamente consista il suo lavoro. Attuale capitano della filiale di Tongzhou, racconta che quando arrivò per la prima volta nel suo posto di lavoro rimase spiazzato.
Quando aveva sentito parlare della polizia tecnologica, Zhang non si immaginava di trovarsi a gestire, catalogare ed analizzare immense moli di dati, con lo scopo di fornire dei modelli utili a risolvere i crimini. Ridendo ai minimi termini, quello che fa la polizia tecnologica cinese è concretamente raccogliere dati dalle centrali di polizia “classica” dislocate sul territorio cinese, sviluppando poi una serie di metodi investigativi comuni, applicabili in reati simili. Inoltre, lo stesso reparto tech della polizia cinese contribuisce concretamente alla risoluzione dei casi pendenti, utilizzando proprio la tecnologia, che in Cina significa anche sorveglianza di massa e controllo delle attività su internet. Zhang racconta, per esempio, che grazie al confronto di una fotografia di un criminale in bianco e nero, risalente a più di 20 anni fa, con più di 100 altri scatti simili, è riuscito ad individuarlo, chiudendo un caso irrisolto da decenni.
Cina, dalla polizia tecnologica a quella predittiva: l’IA in prima linea
Insomma, sembra che l’aiuto della polizia tecnologica in Cina sia soprattutto fine ad integrare le nuove tecnologie nelle indagini poliziesche, fornendo anche una sorta di guida per determinati tipi di indagini. Fin’ora i modelli investigativi elaborati sono più di 40, parlando di crimini, ma gli stessi vengono anche applicati ad altri tipi di situazioni, come per esempio la gestione pandemica (che ora come ora conta 20 modelli informatici).
La polizia tecnologica, però, rappresenta solamente un piccolo tassello nell’intricata gestione della sicurezza in Cina. I cittadini sono costantemente monitorati, con un ampissimo sistema di telecamere dislocate in ogni angolo ed in parecchi locali pubblici, che monitorano i movimenti delle persone, individuando anche i criminali ricercati nelle grandi masse, oppure sorvegliando in modo assiduo alcuni individui “pericolosi”. Tutto è fatto, in larghissima parte, dalle Intelligenze Artificiali, che attraverso la racconta e l’analisi dei dati riescono a confrontare quasi costantemente tutte le telecamere. Il traffico dati del cellulari è controllato, così come gli acquisti dei singoli cittadini, tutto nell’ottica di fornire il più ampio controllo della criminalità.
Cos’è la polizia predittiva?
Ma oltre alla sorveglianza costante e alla polizia tecnologica, ciò che più spaventa del sistema di gestione del crimine in Cina è soprattutto la famigerata polizia predittiva. A differenza di quanto avviene nel celebre film Minority report, a passare le informazioni ai poliziotti è ancora una volta l’IA, che incrociando i dati della sorveglianza, avverte le forze dell’ordine in alcuni casi considerati pericolosi. Tra questi, per esempio, un malato mentale che si avvicina ad una scuola, oppure un tossicodipendente che contatta numerose volte lo stesso numero di telefono, ma anche una determinata minoranza etnica che si raduna tutte le sere in un determinato locale e che potrebbe star ordendo un piano contro il governo.