Fanno scalpore le immagini che arrivano dalla Spagna, e che immortalano alcuni agenti del Mossos d’Escuadra, il corpo di polizia regionale della Catalogna mentre circondano una ragazza 26enne alla quale sparano poi con il taser, comunemente chiamata ‘pistola elettrica’. I fatti, come riporta Corriere dalla Sera che pubblica il video choc, sono avvenuti nella città di Sabadell, nei pressi di Barcellona lo scorso mercoledì. Secondo una ricostruzione riportata anche dalla stampa locale la giovane donna era in visita presso un centro medico ma si sarebbe all’improvviso innervosita, perdendo le staffe, dopo che il personale medico l’ha invitata ad entrare da sola, senza quindi la presenza della madre che l’accompagnava, per via delle restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus. La donna, quindi, sarebbe andata su tutte le furie e prima dell’intervento della polizia avrebbe addirittura distrutto diversi oggetti all’interno del centro medico scagliandosi persino sugli stessi sanitari che avrebbero tentato invano di calmarla.
POLIZIA SPARA A RAGAZZA COL TASER: PROTESTE IN SPAGNA
Quando la polizia è arrivata sul posto, la 26enne non ha dato alcun segnale di calma ma anzi ha continuato a dar di matto, fino a quando gli agenti hanno ritenuto necessario intervenire con l’uso del taser nell’unico tentativo di immobilizzarla prima di procedere al suo fermo. Il video che immortala la scena, tuttavia, ha fatto prontamente il giro dei social destando preoccupazione ma soprattutto critiche nei confronti della polizia soprattutto da parte delle associazioni per i diritti umani. Le immagini sui social sono state diffuse centro per la difesa dei diritti umani di Barcellona, Irídia. Se però da una parte il video ha destato molto scalpore, dall’altra il sindacato di polizia SAP-FEPOL ha spiegato che gli agenti avrebbero agito seguendo le procedure appropriate. In una nota, inoltre, il sindaco ha reso noto il suo “sostegno incondizionato” agli agenti protagonisti del filmato ed ha assicurato che nel corso delle operazioni “sono stati seguiti i protocolli appropriati”, precisando che “utilizzando solo una parte delle immagini, si compie una valutazione frettolosa, parziale e totalmente soggettiva”.