Un poliziotto di 47 anni, Luciano Serranò, assistente capo della Polizia a Siracusa, si è finto 007 per ingannare una traduttrice 38enne, di nome Sofia, che aveva inviato un curriculum vitae per lavorare come traduttrice di russo, ucraino e inglese in Procura. Come riporta il “Corriere della Sera”, la donna si è ritrovata catapultata in un mondo parallelo, popolato da “agenti segreti, colonnelli dei carabinieri che sono anche sacerdoti, operazioni antiterrorismo top secret e sette sataniche. In questa realtà, la traduttrice indossa anche lei i panni di 007 dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), membro del team ‘Argo’, con il ruolo di ‘analista strategica itinerante’, chiamata a sventare attacchi terroristici”.



Il problema è che è tutta una finzione, costruita in maniera artificiosa da due poliziotti che hanno letto il suo curriculum. Uno è il sopra menzionato Serranò, poliziotto 007 fake, che, innamoratosi della donna (che pare ricambiare il suo sentimento), ha deciso di creare il finto gruppo “Argo”, falsificando documenti e affidandole incarichi importanti, come ad esempio studiare cellule terroristiche in realtà inesistenti. Assieme a lui c’è Carlo Parini, 60 anni, vice commissario, che lo aiuta in questa malsana “impresa”. Come si legge sul quotidiano, entrambi “rischiano il processo per stalking e falso, dopo la chiusura indagine del pm Roberto Rossi. Sofia, infatti, a un tratto vuole troncare i rapporti. I poliziotti si spaventano temendo che venga fuori la verità, ma lei, grazie all’aiuto della sorella carabiniere e della sua amica Bo Guerreschi, presidente dell’associazione Bon’t Worry, li denuncia”.



POLIZIOTTO SI FINGE 007: LA STORIA

“Il Corriere della Sera” ha ricostruito nel dettaglio la storia del poliziotto che si è finto 007: per dare sostanza alla trama, lui e il suo collega le hanno fatto conoscere due veri agenti segreti, uno dei servizi britannici e uno dell’Europol. Poi, un giorno, Sofia ha ricevuto la telefonata di don Barillà (in realtà Serranò con la voce camuffata), che afferma di essere un sacerdote e si reca a vivere a Roma per seguire per un anno un master al Casd, il massimo organo di formazione per le forze armate.

Tuttavia, “Serranò, geloso, le racconta di averle installato nello smartphone il software dei servizi segreti Geronimo, che cancella attività sconvenienti sul web. Perché? Per proteggerla, dice, da un passato che ignora: non sa che la sua migliore amica e il suo ex fidanzato sono stati a capo di una setta satanica infiltrata dai russi. Menzogne inventate per tenerla sotto controllo. Il finto don Barillà la richiama, rivelando di essere anche un colonnello dei carabinieri. Dal nulla i due fondano ‘Argo’ e affidano a Sofia l’operazione anti-terrorismo Kader (inventata). Arruolata con tanto di tesserino. Ma Serranò è morboso e lei lo lascia. I due poliziotti, spaventati, rivogliono i documenti. Contattano la sorella di Sofia. Che, però, li denuncia alla Procura di Roma”. Il poliziotto finto 007, poi, non pagava lo stipendio a Sofia, che a un certo punto si è ribellata, chiedendo lo stipendio: così, i due le hanno fatto un bonifico di 6mila euro da un loro conto corrente, scrivendo nella causale “fondi intelligence”. Ma il castello non ha retto…