Una notizia curiosa rimbalza direttamente dalla Nuova Zelanda attraverso le autorevoli colonne del “The Guardian”: nella zona a ovest di Auckland è infatti di nuovo in corso un’invasione di polli selvatici, che rappresenta il riemergere di una piaga che gli abitanti del posto pensavano di avere già debellato da tempo. In particolare, i residenti di Titirangi, un sobborgo di meno di 4mila persone, affermano che sembra di vedere “qualcosa uscito da un film di Stephen King“. Ma come ha avuto inizio il tutto? Nel 2008 un cittadino aveva liberato due polli addomesticati nel villaggio, che in men che non si dica avevano cominciato a riprodursi, sino a raggiungere il picco di 250 esemplari nell’anno 2019. “Una combinazione di due fattori, essere privati del sonno e vedere il quartiere distrutto, ha fatto sì che alcune persone li odiassero davvero”, ha dichiarato un localee, aggiungendo che i polli avevano anche danneggiato le radici degli alberi di kauri, una specie neozelandese in via di estinzione.
POLLI SELVATICI IN NUOVA ZELANDA: L’INCUBO RITORNA
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata in contemporanea alla presenza di ratti “grandi come gatti”, attratti dal cibo lasciato fuori per gli uccelli. Così, come riferisce il Guardian, sono state tese grandi reti in diverse parti del villaggio, acciuffando circa 230 polli selvatici e dirottandoli poi in alcune fattorie della Nuova Zelanda, senza ovviamente fare loro del male e con la supervisione di un veterinario. Due esemplari particolarmente scaltri, però, sono riusciti a sfuggire alla cattura e non sono stati più rintracciati, complice anche il lockdown. Così, il numero di polli ha iniziato a crescere nuovamente e, al termine dell’isolamento domestico imposto dalle autorità, i residenti di Titirangi si sono trovati costretti a fare ancora una volta i conti con tale problematica. Gli sforzi per catturare i volatili saranno ora raddoppiati, anche se alcuni esasperati abitanti del luogo avevano suggerito di inviarli a un’azienda locale di polli congelati.