LA CINA ESCLUDE UN NUOVO COVID: “POLMONITI DEI BAMBINI FRUTTO DI INFLUENZA E FATTORI NOTI”

Come già affermato una prima volta lo scorso venerdì, nel weekend la Commissione Sanitaria della Cina ha ribadito che in merito all’epidemia di polmonite che colpisce in particolare i bambini in diverse aree del Paese, «non è dovuta ad un nuovo virus». Niente nuovo coronavirus o simili, piuttosto l’ondata di malattie respiratorie in Cina – che ha spinto l’OMS a chiedere fin da subito chiarimenti per evitare di riportare le lancette dell’orologio della storia indietro di 3 anni – è dovuta a influenza «e ad altri agenti patogeni noti».



Nel briefing tenuto domenica scorsa, la Commissione Sanitaria ha sottolineato come «i recenti gruppi di infezioni respiratorie sono dovuti a una sovrapposizione di virus comuni come influenza, rinovirus, virus respiratorio sinciziale o RSV, adenovirus e batteri come il mycoplasma pneumoniae». Il pool di medici di Pechino ha poi invitato le autorità locali ad aprire nuovi ambulatori per la cura della febbre e a promuovere le vaccinazioni tra i bambini e gli anziani: «Dovrebbero essere compiuti sforzi per aumentare l’apertura di cliniche ed aree di trattamento, per estendere gli orari di servizio e per aumentare la fornitura di medicinali», ha aggiunto il portavoce Mi Feng, consigliando l’uso delle mascherine e invitando le autorità locali a concentrarsi sulla prevenzione della diffusione di malattie in luoghi affollati come ospedali, case di cura e scuole.



LA PREOCCUPAZIONE RESTA NELL’OMS: DALL’ANTIBIOTICO ALLE INFEZIONI DA MICROPLASMA

La risposta della Cina è giunta in seguito alle pressioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che non intendeva lasciare margine per potenziali nuovi allarmi globali per la salute dopo la pandemia Covid: la stessa agenzia dell’Onu ha poi riferito giovedì scorso che i funzionari di Pechino «hanno fornito i dati richiesti durante una teleconferenza», dai quali è emerso l’aumento dei ricoveri ospedalieri di bambini a causa di «malattie tra cui infezioni batteriche, RSV, influenza e virus del raffreddore comune a partire da ottobre».



Il picco di pazienti per le polmoniti al momento non ha superato i limiti di sopportazione degli ospedali cinesi ma questo non toglie l’attenzione ribadita dall’OMS alla Cina in merito al monitorare al meglio l’evoluzione dell’epidemia. I media locali hanno riportato in particolare un aumento costante delle infezioni da micoplasma tra i bambini delle scuole materne ed elementari: come spiegano gli esperti, mentre il germe tende a causare solo raffreddori lievi negli adolescenti e negli adulti con un sistema immunitario robusto, i bambini più piccoli sono inclini «a sviluppare la polmonite, con sintomi che durano per settimane». Ad alimentare le preoccupazioni dell’OMS e della comunità scientifica internazionale è anche la particolare resistenza alla l’azitromicina, il più comune antibiotico utilizzato nelle infezioni da micoplasma, in Cina più che in tutte le altre parti del mondo. Secondo quanto riporta Yin Yudong, medico di malattie infettive a Chaoyang raggiunto da “Beijing News”, «Fino al 60%-70% dei casi negli adulti e fino all’80% dei casi nei bambini non rispondono al farmaco, l’azitromicina, e ad altri della stessa classe di antibiotici».