Lunedì è arrivato il via libera del presidente polacco Andrzej Duda alla commissione d’inchiesta sull'”influenza russa in Polonia“. Come riportato dall’Agi, l’organismo è stato voluto dal partito del premier Kaczynski e avrà la facoltà di decidere se gli indagati hanno ceduto all’influenza russa negli anni tra il 2007 e il 2022. In particolare, nel mirino c’è il partito di opposizione Piattaforma civica (PO) guidato da Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo e già premier polacco.
La commissione d’inchiesta accenderà i riflettori sugli ultimi quindici anni e potrà imporre a chiunque venga condannato per aver agito sotto l’influenza russa, un divieto di 10 anni a ricoprire incarichi pubblici. Si tratta di un “provvedimento stalinista”, secondo il parlamentare di Po Marcin Kierwinski. Per il centrista Szymon Holownia si tratta invece della “fine della democrazia”. Duda ha ribadito che chiederà alla Corte costituzionale di esaminare le accuse di incostituzionalità.
UE E USA: “PREOCCUPATI DA POLONIA”
La svolta della Polonia ha causato parecchia preoccupazione tra i principali attori internazionali. L’esecutivo europeo non ha utilizzato troppi giri di parole: “La Commissione europea è molto preoccupata per l’adozione di una nuova legge in Polonia che istituisce una commissione speciale per indagare sull’influenza russa sulla sicurezza interna della Polonia tra il 2007 e il 2022”. Secondo l’organismo guidato da Ursula von der Leyen, la nuova legge “suscita il timore che possa essere utilizzata per condizionare la possibilità di candidarsi a cariche pubbliche, senza un processo equo. La Commissione europea sta analizzando questa nuova legge e non esiterà a prendere provvedimenti immediati se necessario”. Sulla stessa lunghezza d’onda gli Stati Uniti, preoccupati dalle possibili interferenze con le libere elezioni in autunno: “Condividiamo le preoccupazioni espresse da molti osservatori che questa legge per creare una commissione d’inchiesta sull’influenza russa possa essere utilizzata per bloccare le candidature di politici dell’opposizione senza un giusto processo”.