Aumentano, spinte dagli accordi NATO, le spese per gli armamenti e per la difesa di tutti gli eserciti europei. In prima linea la Polonia dopo l’annuncio del premier Mateusz Morawiecki, che ha presentato gli investimenti in armi saranno pari al 4% del Pil. Le analisi degli esperti confermano le previsioni fatte già negli ultimi mesi del 2022: la Polonia potrebbe diventare una super potenza militare ed essere in prima linea per combattere le minacce della Russia.



Una lista di acquisti molto dettagliata, quella esposta dal primo ministro polacco, che comprende oltre che carri armati di provenienza statunitense, anche cannoni, lanciarazzi ed ampliamento dell’organico militare, fino ad arrivare a quota 300mila uomini. Il costo pari a 32 miliardi di euro è aumentato nel 2023, e rappresenta la ferma volontà della Polonia di diventare la principale forza corazzata d’Europa. Le dimostrazioni anche dopo l’annuncio di Joe Biden di una sua prossima visita a Varsavia e dopo l’ultimo vertice di Ramstein. Il fronte della guerra si sta spostando sempre di più verso il continente eurpoeo.



Polonia: l’esercito pronto per fronte guerra in est Europa

Per arginare le minacce russe alla Nato, la Polonia ha deciso di essere in prima linea e predispone tutti i mezzi per fronteggiare il combattimento. L’annuncio del premier Morawiecki, di destinare il 4% del Pil alle spese militari, è stato seguito dalla programmazione di visite per definire gli accordi per gli acquisti e gli investimenti nell’industria bellica. Specialmente concentrati sui prodotti di origine statunitense e coreana. L’arsenale precedentemente era composto anche da carri armati dell’epoca sovietica, ripristinati e poi inviati alle truppe di resistenza ucraina.



Questo dimostra che la Nato punta tutto sul fronte dell’Europa orientale, perchè secondo gli analisti esperti di difesa, sarà quella la zona nella quale si spingerà prossimamente il conflitto. Il ruolo dell’esercito polacco sarà fondamentale dunque, come sottolinea un articolo di Repubblica, nel quale ci si chiede fino a che punto questo disegno di allargare l’esercito potrebbe arrivare e che ruolo definire nello scenario internazionale. Nel frattempo il presidente Biden ha ribadito il chiaro no all’invio di caccia F-16 per Zelensky.