Varsavia ha deciso di mantenere l’embargo sui prodotti agricoli importati dall’Ucraina, contrariamente alle regole commerciali dell’Unione Europea. Il governo polacco, mercoledì 26 aprile, ha annunciato che manterrà l’embargo, già anticipato il 15 aprile, sui prodotti agricoli ucraini, almeno fino alla fine dell’anno. Il governo polacco del PiS si schiera dunque al fianco di Mosca, opponendosi alle decisioni dell’Unione Europea. Nonostante dichiari apertamente di sostenere l’Ucraina, continua a remare contro Kiev.
Il governo di Mateusz Morawiecki ha bisogno però dell’Unione Europea e in particolare del suo denaro. Il PiS ha come obiettivo interno quello di assicurarsi il sostegno della sua base elettorale rurale prima delle elezioni del prossimo autunno, nonostante i metodi minaccino le misure dell’Unione Europa contro la Russia. Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, sperava di avvicinare la Polonia svincolando, il 19 aprile, 100 milioni di euro dal fondo di emergenza per la politica agricola comune, aggiunti ai 56,3 milioni già promessi, che verranno divisi tra Varsavia, Budapest, Bratislava e Sofia.
La reazione dell’UE di fronte alla decisione della Polonia
Di fronte alla violazione dell’accordo concluso nel maggio 2022 tra Bruxelles e Kiev, e ratificato dai ventisette Stati membri, che aveva stabilito di eliminare tutti i dazi per sostenere l’economia dell’Ucraina, l’UE ha chiuso un occhio: la politica commerciale è di competenza esclusiva della Commissione. La Polonia ha violato le regole del mercato interno poiché un Paese, da regolamento, non può vietare la commercializzazione di prodotti autorizzati a entrare nell’Unione.
Il PiS, secondo Libération, ha capito che il suo ricatto funzionava e che poteva così ottenere di più dai suoi partner paralizzati all’idea di innescare una crisi europea. In Polonia, il calo dei prezzi dei cereali non è legato alle importazioni ucraine: l’industria agroalimentare ha fallito, avendo immagazzinato più cereali del dovuto e ora si trova con meno profitti di quelli attesi. Le organizzazioni agricole polacche, ungheresi, slovacche e bulgare hanno parlato di “atteggiamento delirante” dei loro governi perché hanno bisogno di importazioni ucraine che coprire in tutto o in parte i loro bisogni. Le importazioni ucraine coprono il fabbisogno europeo, essendo destinati quasi esclusivamente all’alimentazione animale.